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lussina01

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Mi descrivo

SE UNA DONNA NON E' CAPACE DI RENDERE I PROPRI ERRORI AFFASCINANTI, ALLORA E' SOLO UNA FEMMINA. (O. Wilde)

Su di me

Situazione sentimentale

convivenza

Lingue conosciute

Tedesco, Inglese

I miei pregi

POCHI

I miei difetti

TROPPI

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. Il Mare;La Pasta; Il Bianco; L'Allegria;
  2. La Sincerità; L'Amore per gli animali;
  3. La Musica;La Mamma; Il Pc;Le macchine veloci

Tre cose che odio

  1. L'afa; La violenza verbale e fisica; stirare
  2. La fretta; la noia;quelli che nn cambiano mai idea
  3. Quelli convinti di sapere tutto

I miei interessi

Vacanze Ok!

  • Spiagge incontaminate

Vacanze Ko!

  • Villaggio turistico
  • Musica

    • Disco
    • Pop

    Cucina

    • Veggy
    • Piatti italiani

    Libri

    • Biografie
    • Classici

    Libro preferito

    Grisham; Camilleri; Gialli;Romanzi

    Meta dei sogni

    Australia e Nuova Zelanda, Irlanda e Scozia

    Film preferito

    Il cacciatore;C\'era una volta in America;Train de vie;Rain man;21 grammi;Million dollar baby;Totò in coppia con Peppino

                                                                                     


    Quello che voglio per me...

    STACCATE LA SPINA QUANDO SMETTO DI SOGNARE
    di Vittorio Macioce (Il Giornale)
    Staccate la spina appena smetto di sognare. Non voglio diventare un non morto, uno che rimane sul confine, il corpo da una parte, l’anima dall’altra. Quando arrivo alla frontiera fate in modo che la passi, senza passaporti, carte da bollo, burocrazia. Dite a Caronte di portarmi in fretta, non è detto che dall’altra parte si stia male. E se c’è il nulla, pazienza. Tanto in quel caso io non ci sarò. Non voglio restare su questa terra con un frammento di vita, come un vuoto a perdere. Non voglio vivere in una stanza d’ospedale, con un cuore che batte a vuoto, carne senza sangue. Mi fido di chi mi sta vicino, di quelli che mi conoscono, di chi ha visto brillare i miei occhi. Non servono parole. Non mi dispiace dormire un po’, ma non voglio svegliarmi al buio. Mi fa paura. Non voglio vagare nel limbo, lì dove restano le cose che non riusciamo a perdonarci. E, soprattutto, non voglio rompere le scatole a nessuno. Non voglio che qualcuno guardi le mie piaghe da decubito. Non state lì a immaginare i miei pensieri. Se il coma è irreversibile staccate la spina. Solo un suggerimento: ricordatevi che io arrivo sempre in ritardo. Quindi, aspettate un po’: mesi non anni. L’ultimo, importante, favore. La mia morte non è un affare di Stato. Non voglio giudici, notai, moralisti, preti, matrix e porte a porte, opinionisti, politici e cantanti, a tracciare i confini della mia vita e della mia morte. Non sono né Guelfo né Ghibellino e come Mercuzio dirò a chi si avvicina: «La peste a tutt’e due le vostre famiglie. Avete fatto carne da vermi di me». Tutto quello che dovete fare, fatelo in fretta. Basta poco, basta uno sguardo di pietà. Non voglio vedere le mie poche foto sui giornali, e qualcuno che sentenzia: meglio quella lì in pantaloncini, dove sorride». E per il mio testamento biologico scelgo le parole di Totò, ’A livella: «Sti ppagliacciate ’e ffanno sulo ’e vive. Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!».

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    The Way We Were

    Memories,
    Like the corners of my mind
    Misty water-colored memories
    Of the way we were
    Scattered pictures,
    Of the smiles we left behind
    Smiles we gave to one another
    For the way we were
    Can it be that it was all so simple then?
    Or has time re-written every line?
    If we had the chance to do it all again
    Tell me, would we? could we?
    Memories, may be beautiful and yet
    Whats too painful to remember
    We simply choose to forget
    So its the laughter
    We will remember
    Whenever we remember...

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