Oggi una bellissima parola: carisma, derivante dal greco kharis, ossia "grazia" o "dono".
Ci sono persone che hanno una marcia in più, inutile negarlo, arrivando, all'apice del loro magnetismo, a persuadere il prossimo (nel bene o nel male).
Non ci sono corsi per dotarsi di carisma, né la bellezza di sé per sé o l'autoritarietà ne sono una causa genitrice... Certo, è indiscutibile che un elemento o un effetto (?) imprescindibile della persona carismatica è l'occhio parlante, lo sguardo di luce o tenebre.
Senza scomodare il Gesù delle Scritture (che poi il Gesù storico, per me, carismatico lo era, ma era un guerrigliero contro il potere romano), basta guardarsi intorno.
Ragazzi/e che nell'esporre la tesina di terza media suscitano raffiche di applausi nella commissione.
Persone che orientano la vita e i ritmi circadiani in contesti di lavoro, artefici di modelli di turnazione del personale.
Oppure persone in grado di parlare con "colleghi difficili", spigolosi e veraci, aprendo loro gli occhi - come nessuno aveva mai fatto - sull'ambiguità e il doppio gioco di un responsabile assetato di potere, un capetto/a che vuole appunto tenere tutto sotto il proprio controllo; non di rado frutto di una vita personale vuota, arida, frustrante.
Kharis. O uno ce l'ha o non c'è l'ha. E sforzarsi non serve a nulla. Semmai bisogna essere naturali e quello che sarà sarà.
Magari un Marcellino o un cagnolino o un miciotto che subirà il nostro carisma scapperà fuori!