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sergioemmeuno più di un mese fa

Vorrei solo viaggi di sola andata

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sergioemmeuno più di un mese fa

Fra pochi giorni farò il mio ritorno al Salone del Libro di Torino. Cosa dire... gli eventi sono indubbiamente la parte più divertente dello scrivere.

Per chi è di Torino e dintorni - e ovviamente non solo - Vi aspetto, dalle 16 alle 18, sempre che non abbiate niente di meglio da fare! :)

 

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

Ti puoi chiamare anche Conrad,  Pessoa, Calvino, ma si arriva a un punto in cui le parole stesse diventano inadeguate a descrivere le vicende umane, quando la vita si fa dura, e diventa "terra, carne molle, ossa"... Come questi giorni, un padre molto forte, che è sempre stato vicino a una donna di cristallo come mia madre (insisto: una madre incide molto sulla stabilità emotiva del figlio/a, più di un padre); mi ha sempre incentivato a migliorarmi nello studio - forse troppo - ed è stato un esempio di riferimenti fissi per me, anche se a volte me ne sono discostano. Ho avuto una genitorialità sbilanciata, fortemente asimmetrica. 

Lo vedi così, allo sbando, con le sue facoltà cognitive a ridursi come quando si spegnevano i vecchi televisori a valvole. Ricordate come si restringeva l'immagine quando li spegnevamo? lo stesso televisore a valvole con cui vedevamo i film western o Giochi senza frontiere o i quiz nel pieno dei '70. Decennio spensierato, e di fermenti, di condivisioni fra la gente. 

Sei costretto a portarlo in giro, mentre hai un' altra persona che sta facendo una visita importante all'ospedale, lui in auto, è sera ormai, fai avanti e dietro perchè sei costretto a parcheggiare senza pudore a tre metri dall'ospedale e se se ne va in giro senza orientamento sono dolori.

È sera, tu puoi reggere la fame, ma lui no: barcolla, strascica frasi querule. Gli compri 4 quadrati di pizza, non è malaccia. Tante volte mi ha cucinato, mi ha accompagnato in giro.

Gli porgi dei fazzoletti e un bicchiere d'acqua. Curvo, mastica, gradisce, mastica voracemente la sua vita. È il minimo che io possa fare. 

Come tradurre fedelmente su carta scritta la voragine che ho dentro? amarezza con le sembianze di una piovra gigante. 

Mastica. Curvo. I bisogni. 

È tutto una ruota. Inizio a convincermi che la vera forza non è essere forti. Ma essere "dentro", possedere presenza di noi stessi. 

Si naviga a vista. 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

Abbiate pazienza, ma dopo anni e anni di vetrine social non ce la posso fare

e ci casco pure io

Abbiamo visto di tutto: decollete a precipizio e fondoschiena come dune nel deserto,

mutande che imbrigliano virilità inaudite come toreri a Siviglia e bicipiti come estensioni metaforiche di ideologie ex Urss e simili... E ancora, labbra polpa di pesca e labbra a culo di gallina, occhi di cerbiatta/o occhi gitani e occhi da matador, petti villosi speziati di bosco, cuori che lanciano my-day e cervelli che se scoppiasse una guerra di cervelli sarebbero tremendamente disarmati..... e continuate voi

Oggi, coscetto di pollo.

Almeno il 1 maggio si può riposare un cristiano???

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

          Io, Straniero di Dio.

 

 

          Se mi scruto

          e mi adagio

          allo specchio,

          un’assai strana

          fitta mi strazia

          dal petto all’orecchio:

          –  o Dio misericordioso

          dei mari e delle terre:

          ben lontano,

          nell’Altrove,

          risiede l’unico mondano

          cuore di carne

          di questo tuo gramo

          viaggiatore!

 

          Ben lontani sono

          i miei consimili

          i miei paesi

          e le mie comunità,

          scevri d’ogni vendetta

          potere e avidità.

          Un celere vapore

          adombra il mio capo

          reclinato:

          son per caso

          Io – Straniero –

          un fiore spezzato

          che setaccia

          per declivi e piani

          il deserto,

          necessaria inferia

          nelle rudi e sprezzanti mani

          d’un fato incerto?

          Un fiore

          in esilio

          tra le piaghe

          delle mani frigide

          d’un Creatore

          impassibile

          son forse io?

          E sentirsi

          un Suo pensiero

          marginale,

          indolente,

          rinnegato.

          In quella città

          che mai luce

          carezzò,

          né l’eco

          di passi e vocii

          attraversò.

 

          Gelo

          nelle ossa:

          qubi

          di volontà

          ibernata:

          loop

          del pensiero

          sul pensiero...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

           … È freddo

          quaggiù.

 

 

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sergioemmeuno più di un mese fa

 

 

 

Quante possibilità c'erano, che sgrullando il telo del divano per terra, il telecomando cadesse in piedi sul pavimento? e si reggesse in verticale (aggiungo). 1 su 10^9? fate voi.

Molte cose che sembrano impossibili, in realtà non lo sono.

Semplicemente sono poco probabili.

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sergioemmeuno 13 aprile

Sempre più convinto che se esiste un diavolo quello è il Tempo. 

Inventato dagli uomini. 

Tutti lo nominano ma nessuno l'ha mai visto. 

Ti illude con la gioventù e poi ti inizia a presentare il conto, lavorandoti

ai fianchi. 

Ammaliante, generatore di sorprese, intrecciato col respiro, giusto con chi semina bene (non sempre eh), benevolo ("il T. è galantuomo... “ no?); ma anche doppio, illusionista, subdolo, impalpabile, cinico, tiranno, permaloso direi... soprattutto se lo sprechi non dandogli valore. 

Non va mai sfidato, meglio farselo amico ('come' non è dato saperlo)... gli stessi amici che nel corso della vita - se sei fortunato a continuare - te li sfila a uno a uno. 

Se stai bene passa veloce ehe. 

Se stai male non passa mai. Una presa per il culo senza pudore. 

Come combatterlo? Già con questa domanda si parte male. 

Come convivere con lui? Idem. 

Come viverlo senza patirlo? 

Mi prendo del tempo e risponderò domani. Forse.

 

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sergioemmeuno 09 aprile

Mamma mia, da piccolo, 

quanti pomeriggi di solitudine. 

Chiudo gli occhi, ora, e cerco 

di far parlare la memoria...... 

 

>>>Pomeriggi

 

Pomeriggi

infiniti:

grigi

come pennuti pigri. 

 

Minuti di piombo, 

la nonna, lontana,

a infornare il rombo. 

 

In un cubo di cemento armato

Io, il mio Io,

il mio nome e cognome:

appieno disgregato. 

 

Sovrastato e immerso, ero, 

tutto nella penombra,

nell'area dell'impegno Zero. 

 

Sullo sfondo, 

musica ipnotica

delle note della DSE

in girotondo. 

 

Forse, mi ripeto ancor oggi:

son pomeriggi 

col telecomando in mano

che non ho vissuto

invano. 

 

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sergioemmeuno 06 aprile

La seduzione vera è quella spontanea, inconsapevole, non studiata.

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sergioemmeuno 05 aprile

Gli occhi dei cani parlano, cribbio!

 

 

 

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