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trillyina 26 giugno

 

L'oratorio dei disciplini di Clusone, in val Serianaprovincia di Bergamo, è un edificio di origine medievale, posto di fronte alla basilica di Santa Maria Assunta, voluto dalla confraternita dei disciplini come sede del proprio ordine.

 

L'edificio, dalla struttura semplice, possiede affreschi di grande valore, situabili tra il 1470-1471 ed 1484-1485, come riportato dai registri della congregazione, dipinti dal pittore clusonese Giacomo Borlone de Buschis raffiguranti il Trionfo della morte e la Danza Macabra nella sua parte esterna e la vita di Gesù con la Crocifissione nella sua parte interna.

 

 

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trillyina 26 giugno

 

 

Oratorio dei Disciplini

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trillyina 26 giugno

 

Buona giornata❤️💙

 

Nella coda di un pavone ci sono cento occhi. Ma a chi appartengono? Sono occhi di un drago o di una divinità misteriosa? Sono gli occhi dell’infinito?
Quegli occhi affascinano, e il pavone lo sa. Per questo apre la ruota di scatto e ci ipnotizza come un prestigiatore.
(Fabrizio Caramagna)

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trillyina 25 giugno

 

 

 

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trillyina 25 giugno

 

Il potere della Repubblica di Venezia ebbe termine nel 1797, in seguito al trattato di Campoformio, quando venne sostituita dalla napoleonica Repubblica Cispadana. Grandi strati della popolazione, guidati da clero e borghesia, non accettarono le idee della rivoluzione di cui i francesi erano portatori, tanto da organizzare episodi di ribellione. Il più eclatante fu quello che vide l'abbattimento dell'albero della libertà, simbolo della rivoluzione stessa, che venne eretto nella piazza di fronte al palazzo comunale. La rivolta fu soffocata da una durissima repressione, che vide con numerosi arresti ed esecuzioni, tra cui quella dell'autore del gesto, tale Luigi Bana di Ardesio.

Il 12 novembre 1801 Clusone fu insignita del titolo di città, per la ricchezza di edifici che ricordano il suo fastoso passato, onorificenza riconfermata il 15 marzo del 1957 dalla Repubblica Italiana.[20]

A livello amministrativo, nel 1809, nell'ambito di un'imponente opera di accorpamento dei piccoli centri ai più grandi, Clusone inglobò nei propri confini comunali i borghi di Oltressenda Alta (Nasolino e Valzurio), Oltressenda Bassa (Villa e Ogna), Rovetta e Piario. La macro-unione tra i borghi durò poco, dal momento che nel 1816, in occasione del nuovo cambio di governo che vide subentrare l'austriaco Regno Lombardo-Veneto alle istituzioni francesi, questi vennero nuovamente scissi. Il periodo austriaco terminò nel 1861, in seguito all'unificazione del Regno d'Italia, sotto il quale Clusone divenne capoluogo dell'omonimo circondario della provincia di Bergamo.

Il XX secolo vide per la cittadina un periodo di crescente benessere, sviluppando, in sinergia con i paesi limitrofi, una spiccata propensione per il turismo.

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trillyina 25 giugno

 

La positiva condizione commerciale e produttiva ricevette un ulteriore impulso quando, nella prima metà del XV secolo, si verificò il passaggio dell'intera zona alla Repubblica di Venezia, avvenuto nel 1427 dopo un'espressa richiesta di Bergamo e delle sue valli, e ratificato dalla Pace di Ferrara del 1428. La Serenissima garantì una diminuzione della pressione fiscale e offrì maggiore autonomia, dando inizio ad un periodo contrassegnato da tranquillità sociale in cui l'intera zona continuò a prosperare.

A livello istituzionale, la gestione del potere era divisa tra i consoli, l'arengo, il consiglio di credenza e il consiglio di congrega. Il potere di esazione dei tributi comunali, del controllo delle proprietà nonché di rappresentanza nelle istituzioni della valle era esercitato da cinque consoli (tre per Clusone ed uno ciascuno per Oltressenda e Rovetta), mentre gran parte della gestione del territorio ed il controllo dell'operato degli altri organi spettava all'Arengo, assemblea permanente dei capi famiglia, che eleggeva il "Consiglio di Credenza". Quest'ultimo, composto da 34 "credendari" (o credenzieri), aveva finalità elettive: doveva infatti eleggere i 6 consiglieri di valle, che rappresentavano il comune di Clusone nel consiglio della valle, i due "campari", che vigilavano sulle terre comunali, il "canepario" (gestore della contabilità), i fattori (che controllavano le finanze comunali), gli ufficiali alle vettovaglie, i compratori e i venditori di vino, e i "calcatores" (coloro che gestivano la viabilità di strade e sentieri).

Anche il podestà, massima espressione del circondario che aveva sede proprio a Clusone, poteva essere eletto soltanto previo l'avallo dell'arengo clusonese. Il 13 agosto 1546 le chiese cittadine furono visitate da Vittore Soranzo, vescovo di Bergamo, dalla cui relazione risulta la città come oppidum, castello, quindi da ritenersi che la località fosse fortificata.Nel 1596, come indicato dalla relazione del comandante veneziano Giovanni Da Lezze, il paese aveva 3 564 abitanti e notevoli entrate finanziarie date dall'affitto di pascoli e di molini posti lungo il corso del torrente Ogna, ma anche dal fiorente commercio di lana e panni, di bovini ed equini e di prodotti agricoli. Nel 1636 il territorio comunale subì una grande riduzione, in quanto Villa, Ogna, Piario, Nasolino e Valzurio, ovvero i borghi posti oltre la Senda, la storica strada di collegamento con Ardesio, ottennero la propria autonomia amministrativa, separandosi da Clusone e denominandosi Oltrascenda.

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trillyina 25 giugno

Nel tardo medioevo si verificarono importanti innovazioni tecnologiche, che diedero positivi risvolti anche in ambito economico. Sfruttando la vicinanza delle miniere e la ricchezza d'acqua di cui disponeva il territorio, lungo il corso del torrente Ogna (in quel tempo ricadente nel territorio clusonese) vennero introdotte alcune fucine che permisero la lavorazione di metalli, dai quali si ottenevano sia utensili e attrezzi, ma soprattutto chiodi[16]. Inoltre la forza motrice dell'acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di buona qualità.

Anche l'agricoltura e la pastorizia fecero enormi passi, permettendo la produzione e la lavorazione di un tipo di tessuto utilizzato dagli eserciti, in quanto caldo e molto robusto, denominato panno grosso bergamasco.

 

Tuttavia in quegli anni cominciarono a verificarsi attriti tra gli abitanti, divisi tra guelfi e ghibellini, che raggiunsero livelli di recrudescenza inauditi. Le cronache del tempo raccontano di numerosi episodi tragici in tutta la provincia di Bergamo, che venne dilaniata da questa sanguinosa faida. Clusone si schierò apertamente con la fazione guelfa, tanto che alcuni suoi abitanti, unitamente a guelfi di altri paesi della val Seriana, sono citati dalle cronache in scorribande perpetrate nei confronti di altri borghi della zona appartenenti alla parte avversa. L'evento più cruento si svolse l'11 maggio 1379, quando esponenti della fazione ghibellina furono a lungo assediati nel castello di San Lorenzo presso Rovetta. Conseguentemente la rocca di origine romana si sviluppò notevolmente, tanto da assumere la fisionomia di un vero e proprio castello, con mura e torri a scopo difensivo. Tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV, contestualmente al passaggio della provincia di Bergamo ai Visconti, Clusone, fu scelta come sede della vicaria della valle Seriana superiore, organo che di fatto poteva essere considerato svincolato dall'influenza della città di Bergamo.

In quel periodo si trasferì a Clusone un ramo della nobile famiglia milanese Aliprandi, che assunse il cognome Fanzago (con un ramo della stessa nel XV secolo modificò in Cartolari)[14], che ebbe tra i propri esponenti scultori ed architetti che diedero lustro alla cittadina, quali Pietro e Cosimo, prendendo la propria residenza nell'omonimo palazzo.

Nel tardo medioevo si verificarono importanti innovazioni tecnologiche, che diedero positivi risvolti anche in ambito economico. Sfruttando la vicinanza delle miniere e la ricchezza d'acqua di cui disponeva il territorio, lungo il corso del torrente Ogna (in quel tempo ricadente nel territorio clusonese) vennero introdotte alcune fucine che permisero la lavorazione di metalli, dai quali si ottenevano sia utensili e attrezzi, ma soprattutto chiodi Inoltre la forza motrice dell'acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di buona qualità.

Anche l'agricoltura e la pastorizia fecero enormi passi, permettendo la produzione e la lavorazione di un tipo di tessuto utilizzato dagli eserciti, in quanto caldo e molto robusto, denominato panno grosso bergamasco.

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trillyina 25 giugno

 

Con l'arrivo dei Franchi, avvenuto verso la fine dell'VIII secolo il territorio venne sottoposto al sistema feudale, con il paese che inizialmente venne assegnato, al pari di gran parte della valle, ai monaci del monastero di San Martino de Tours. Ed è a questo evento a cui si riferisce il primo documento scritto che attesta l'esistenza del paese: è il 17 agosto 774 quando, in un atto rogato redatto a Pavia, l'imperatore Carlo Magno dona ai suddetti religiosi il nucleo della rocca e le abitazioni da esso dipendenti. Il 30 luglio 1026 il paese venne infeudato al vescovo di Bergamo Ambrogio II della famiglia Martinengo,[12][13] grazie a permute di terreni, donazioni e investiture.

 

Con il passare degli anni al potere vescovile si affiancò quello di alcune famiglie della zona, che cominciarono ad entrare in contrapposizione tra loro. Fu così che, verso il termine dell'XI secolo, il vescovo Arnolfo obbligò alcuni componenti della nobile famiglia dei Martinengo a rinunciare ai propri possedimenti. Tuttavia tra la popolazione cresceva sempre più il desiderio di emanciparsi dal potere vescovile e feudale, al fine di poter decidere in autonomia la gestione del territorio, finché al termine del XII secolo furono concesse numerose autonomie che permisero la creazione del comune di Clusone, attestato ufficialmente per la prima volta in un documento del 1182.

 

L'istituzione comunale era retta dagli appartenenti alla classe dei proprietari terrieri e alla classe mercantile, che poterono gestire più o meno direttamente i beni comunali, affittando pascoli e facendo pagare dazi. Dopo aver redatto il primo statuto comunale verso la metà del XIII secolo, Clusone venne inserito nella circoscrizione denominata "Facta di san Lorenzo" con un territorio che includeva anche i piccoli centri di Rovetta, Villa, Ogna, Piario, Nasolino e Valzurio, come indicato negli statuti della città di Bergamo del XIV e XV secolo.

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trillyina 25 giugno

 

A dimostrazione dell'importanza raggiunta nel circondario, il centro abitato si dotò di un fortilizio, che permise di garantire protezione agli abitanti. La piccola comunità, che in quel tempo poteva essere considerata amministrativamente autonoma, era composta da persone legate tra loro da vincoli di sangue e interessi comuni, con le popolazioni di ceppo romano che lentamente si integrarono alle popolazioni celtiche.

 

Al termine della dominazione romana vi fu un periodo di decadenza e abbandono del centro abitato, con la popolazione che sovente era costretta a cercare riparo sulle alture circostanti al fine di difendersi dalle scorrerie perpetrate dalle orde barbariche. La situazione ritornò a stabilizzarsi con l'arrivo dei Longobardi, popolazione che a partire dal VI secolo si radicò notevolmente sul territorio, influenzando a lungo gli usi degli abitanti: si consideri infatti che il diritto longobardo rimase de facto attivo nelle consuetudini della popolazione fino alla sua abolizione, avvenuta soltanto al termine del XV secolo.

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trillyina 25 giugno

 

Situato nella val Seriana superiore, sulla sinistra orografica del fiume Serio, dista circa 35 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico. Clusone è il capoluogo della Comunità montana della Valle Seriana

 

I primi insediamenti umani risalgono all'età del ferro (circa XII secolo a.C.), periodo in cui nella parte alta del centro abitato si svilupparono piccoli agglomerati, a margine dei quali cominciarono a trovare spazio le prime coltivazioni stanziali. Si trattava di popolazioni di origine ligure, dedite alla pastorizia, tra cui gli Orobi.

Ad essi, a partire dal V secolo a.C., si aggiunsero e integrarono le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i Galli Cenomani.

A partire dal I secolo a.C. il territorio fu interessato dalla conquista dei romani che a livello amministrativo vi istituirono un vicus. Questo probabilmente era il centro del Pagus Saturnius, che raggruppava i centri della val di Scalve e della media ed alta val Seriana. L'importanza del borgo crebbe grazie allo sviluppo di attività quali agricoltura, allevamento, commercio del legname, ma soprattutto per via della scoperta, nelle zone limitrofe, di numerosi giacimenti minerari di ferro, piombo, zinco e argento. Questo portò alla costruzione di importanti vie di comunicazione con la val di Scalve, sede delle principali miniere, e con la zona del lago d'Iseo attraverso la valle Larna (val Borlezza) per il commercio dei materiali. A testimonianza resta la lapide riportante il nome di Publio Marcio Probo, forse sovrintendente ai vari opifici del territorio.

 

 

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