Signora della Creatività
Questa mattina avrei voluto poter prolungare all’infinito il trascorrere del tempo per pensarti ancora, forse per desiderarti un’altra infinità di volte. Avevi due meravigliosi occhi verdi incastonati in un sorriso dolcissimo , mia Signora! Così ti presentasti in sogno.
Ti vedevo come appena uscita da un dipinto del Tiziano dove la libertà del tocco prevale sulla precisione del disegno e confesso che ne rimasi abbagliato! Il castano dei tuoi capelli contrastava e rompeva l’uniformità del nulla intorno a te mentre la tua incantevole figura lasciava trasparire quel fascino sottile il cui ricordo accecante turba la mia anima … Sono e mi sento senza difese!
La forza del tuo sguardo è stata come un’onda, energica e incontenibile, dalla quale mi son lasciato dolcemente travolgere. Come avrei potuto, anche soltanto un attimo, pensare di resisterle quando tutto il mio essere già ti invocava ?
Ho vissuto una fantasia la mattina di un giorno che sembrava diverso da tutti gli altri. Senza rendermene conto, ero partito per un volo pindarico sulle ali del Nabucco sostenuto da un mai interamente sopito senso patriottico. Cantavo a squarciagola quei versi, cercando tra essi un significato che trascendesse i limiti di qualunque logica conosciuta, quando mi resi conto di sorvolare un angolo della nostra bella Italia nella parte, per me, più bella e desiderabile. Che fare? Il cuore mi comandava di scendere giù, in qualche modo ... Avevo già consumato, come carburante per il volo, metà della retorica contenuta nella prima quartina “Va, pensiero, sull’ali dorate; Va, ti posa sui clivi, sui colli,” e fu allora che ebbi l’ispirazione di trasformare i colli in calli … Immediatamente mi ritrovai a terra, un poco intontito, con il timore di non ricordare i versi restanti e non poter, quindi, ripartire all’occorrenza.
Mi trovavo in una palazzina deserta e ingombra di macchine per ufficio. Il silenzio schiacciante, appena interrotto dal suono di telefoni lontani e le luci ammiccanti degli schermi dei computer nella penombra, pur sapendo di vita quotidiana, mi rendevano cauto e titubante. Un orologio luminoso sulla parete indicava circa le diciannove. Un insolito fascino aleggiava nell’ambiente e si faceva sempre più intenso mentre una singolare sensazione mi si insinuava nell’anima. Non me ne accorsi subito ma Lei, la Signora della Creatività, era lì e mi osservava da tempo, con l’atteggiamento più naturale di questo mondo, attraverso i cristalli sfavillanti del suo ufficio… Mi avvicinai guardandola con trepidante emozione e le sorrisi... Anche lei rispose con un sorriso. Poi, con gesto pudico, aprendo la porta, mi invitò ad entrare.
The_Hatter