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Altruista...un sorriso per tutti..e una parola di conforto quando serve..
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“QUEL CHE RESTA DEL GIORNO” PSICOLOGIA DEL VIVERE E DEL
MORIRE
"Un po’ tutti dovremmo prendere l’abitudine di pensare ogni tanto
alla morte per non avere paura della vita”. Elisabeth Kubler Ross
Coppa
etrusca (metà del VI sec. a. C.) raffigurante un uomo tra
l’albero della vita e l’albero della morte
vita oltre la vita
Di Adriana Velardi, “Near-Death Experiences:
prospettive di interpretazione”, Associazione Klären, Bologna,
1999).
Il fenomeno denominato Near-Death Experiences
(NDE) oppure Stato di Pre-Morte (SPM) o Esperienze di Pre-Morte
(EPM), solitamente si verifica nei soggetti che dopo aver
avuto un trauma fisico che avrebbe dovuto portarli alla
morte (a causa di arresto cardiaco spontaneo, di un grave
incidente, o durante un intervento chirurgico) sono
sopravvissuti.
Moltissime di queste persone, in tali occasioni
sono state dichiarate clinicamente morte, perchè oltre ad avere
il battito cardiaco totalmente assente, non presentavano più
alcuna attività cerebrale (EEG). Ciononostante, inspiegabilmente,
dopo svariati minuti (a volte anche ore, vedi caso Rodonaia in
“La pagina degli amputati), una volta tornati alla vita,
riferiscono ai medici, agli infermieri, ai parenti e agli amici
dei ricordi straordinari: mentre erano “clinicamente morti”,
avevano continuato ad avere la percezione visiva e sonora di
quello che stava accadendo attorno a loro ed anche in luoghi
molto distanti da quello in cui era stato collocato il corpo. Più
precisamente, una volta “risvegliati”, hanno descritto
dettagliatamente quello che avevano fatto e detto i primi
soccorritori e poi gli infermieri ed i medici, mentre tentavano
di rianimarli, ed anche ciò che amici e parenti compivano,
dicevano o pensavano, mentre si trovavano all’interno delle
rispettive abitazioni o al lavoro.
sensazioni della morte
Molte persone non realizzano immediatamente che
l’esperienza che stanno vivendo
ha a che fare con la morte.
Raccontano d’essersi trovate a fluttuare al di sopra del loro
corpo, d’averlo guardato a distanza e d’avere improvvisamente
provato paura e/o imbarazzo. In questa situazione arrivano a non
riconoscere come proprio il corpo che vedono dall’alto, spesso la
grande paura iniziale cede il posto alla chiara consapevolezza di
quanto sta accadendo. Mentre si trovano in questo stato, le
persone sono in grado di comprendere quello che medici ed
infermieri si comunicano, anche se non hanno alcuna cultura
medica, ma quando tentano di parlare con essi o con altre persone
presenti, si rendono conto che nessuno riesce a vederli né a
sentirli. Allora cercano di attirare l’attenzione dei presenti
toccandoli, ma quando lo fanno, le loro mani passano direttamente
attraverso il corpo del medico o infermiera. Dopo avere tentato
di comunicare con gli altri, generalmente provano un maggiore
senso della loro identità, e a questo punto la paura si trasforma
in beatitudine, edanche in
comprensione.
il tunnel
Questa esperienza solitamente subentra dopo che
è stata sperimentata quella dell’abbandono del corpo (fisico). La
persona si trova di fronte ad un tunnel, oppure davanti ad un
portale e si sente spinta verso le tenebre. Dopo avere
attraversato questo spazio buio, entra in una luce splendente.
Alcune persone invece di entrare nel tunnel dicono d’essere
salite lungo una scalinata. Altri hanno affermato d’avere visto
delle bellissime porte dorate, che indicano il passaggio in un
altro regno.
Alcuni soggetti hanno dichiarato che,
nell’entrare nel tunnel, hanno sentito un sibilo o una specie di
vibrazione elettrica oppure un ronzio. L’esperienza del tunnel
non è una particolare scoperta degli attuali ricercatori, infatti
già nel quindicesimo secolo, Hieronymus Bosch nel dipinto che ha
per titolo “Visioni dell’aldilà: Il paradiso terrestre - L’Ascesa
all’Empireo”, descrive quello che solitamente racconta chi ha
vissuto una NDE.
il supremo essere di luce
Dopo avere incontrato diversi esseri di luce,
generalmente, la persona “clinicamente deceduta”, incontra un
essere che definisce il “Massimo Essere di Luce”. Chi ha
avuto un’educazione cristiana spesso lo identifica con Dio o
Gesù; coloro che professano altre fedi lo chiamano Buddha o
Allah. Gli atei riferiscono che non si tratta di Dio e neppure di
Gesù, ma è un essere sacro. Tutte le persone dichiarano che si
tratta di un essere che emana amore e comprensione assoluti.
Quasi tutte le persone dicono di avere desiderato di restare per
sempre con lui, desiderio che però non può essere soddisfatto e,
solitamente, uno degli esseri di luce (parenti defunti
ecc.) o il Massimo Essere di Luce, dopo che il soggetto ha
riesaminato la sua intera vita, lo invita (o gli ordina) di
rientrare nel suo corpo terreno.
visione panoramica della vita
Quando ciò avviene non vi sono più contorni
materiali, ma solo una visione panoramica a colori e a tre
dimensioni, di ogni singola azione compiuta dal soggetto in stato
di NDE, durante la vita. Solitamente questa situazione si
verifica nella prospettiva di una terza persona, non si svolge
nel tempo da noi conosciuto ma l’intera vita del soggetto è
presente contemporaneamente. In questa condizione si rivedono le
azioni buone e cattive compiute fino a quel momento, e si
percepisce immediatamente l’effetto che esse hanno procurato sul
prossimo. Durante tutto il tempo in cui il soggetto riesamina la
sua vita, l’Essere di luce gli resta accanto, gli pone delle
domande (ad esempio che cosa ha fatto di bene nella sua vita),
l’aiuta a compiere la revisione e a sistemare (in prospettiva)
tutti gl
i eventi della sua vita.
riluttanza a tornare in vita
L’esperienza di Pre-Morte è talmente piacevole
che molte persone non vorrebbero tornare indietro e, spesse
volte, sono molto adirate con i medici che le hanno fatte
ritornare. E’ però una reazione momentanea e, solitamente dopo
una settimana (anche se rimpiangono lo stato di beatitudine
vissuto durante la NDE), sono felici d’avere avuto l’opportunità
di continuare a vivere. La maggior parte delle persone riferisce
che, se avesse dovuto pensare solo a se stessa, sarebbe rimasta
nell’altra dimensione. Tutti dichiarano che sono ritornati per
amore dei loro bambini oppure per i genitori o i coniugi.
alle radici alle parole bibbliche dell'anima
ALLE RADICI DELLE PAROLE BIBLICHE DELL'ANIMA
L’uomo, persona integrale inscindibile o invece dissociabile in
corpo e anima, è perciò un tema molto ampio che ha risposte diverse
perché trovano la loro radice nell’idea antropologica che hanno
dell’uomo le varie religioni. Tra queste per noi però ha
particolare interesse comprendere e recepire come il concetto si
sia sviluppato nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam, cioè
nelle tre religioni monoteiste che si rifanno all’Antico
Testamento; tutto ciò ovviamente a partire dall’ebraismo che fu
l’origine delle altre. Ricordo che alla base c’è una rivelazione,
cioè una manifestazioni spontanea, ritenuta extraterrestre, del Dio
del roveto ardente e del Sinai, che ha riversato conoscenza che
hanno portato frutto. In primis è da porre attenzione sul termine
che definisce "l’anima", per il quale nell’ebraico biblico si hanno
due termini: noepoeshn, dallo stesso radicale npsh, respirare,
alito, respiro, anima di uomini e animali, animo come sede dei
sentimenti, desideri affetti; nishamah - nishamat, dal radicale
ansare , alito soffio, spirito, anima, essere vivente. Ora, la
storia d’Abramo, il padre della fede, al quale si rifanno le tre le
religioni monoteiste, è narrata nel libro del Genesi, ed è là,
allora, che è da cercare la chiave di volta dell’idea "sull’anima".
Questa idea viene poi avvalorata dalla constatazione che, scrutando
tutti i libri che costituiscono il canone ebraico della Bibbia,
esce in modo inconfutabile il fatto singolare, senz’altro voluto, e
perciò d’eccezionale interesse, che l’unico versetto in cui
entrambi tali due termini e si trovano impiegati assieme è nel
Capitolo 2 della Genesi, proprio al versetto 7 in cui è descritto
il modo particolare con cui Dio creò l’uomo e lo pose nel paradiso
terrestre, che così recita: "(allora) plasmò il Signore Dio l’uomo
con la polvere della terra (rossa) e soffiò nelle sue narici un
alito di vita e divenne l’uomo un essere vivente
il viaggio fuori dl corpo
Le impressioni trasmesse lungo il canale
energetico vengono fulmineamente trasformate in riproduzioni
plausibili e vissute come bizzarri sogni. I segnali che la mente
capta vengono razionalizzati e adattati alla possibilità di
comprensione dell'individuo, proporzionalmente alle proprie
facoltà. Le differenze fra i piani dimensionali sono numerose fra
queste c'è senz'altro il tempo che nella "dimensione astrale" non
sembra misurabile — a ben pensarci sogni apparentemente lunghi e
complessi si svolgono nell'arco di pochi secondi — e forse le
ultime scoperte in campo fisico e astronomico (relatività,
dilatazione temporale, antimateria, annichilazione fisica,
gradiente del tempo legato al divario termodinamico accumulato
dall'Universo, Teoria di Einstein-Rose, ecc ecc) potranno offrire
validissime spiegazioni. Sia chiaro: nessuno vuole far credere
nulla a nessun'altro. Essere creduloni impedisce l'affiorare della
consapevolezza. Essere scettici fissa paletti inutili e ostacola la
ricerca. Tuttavia una cosa sembra certa: minimizzare, schernire,
snobbare o ignorare questa affascinante materia non gioverà alla
conoscenza. La ricerca deve essere condotta seriamente, con criteri
scientifici, ma ben consapevoli dei limiti che dei nostri
misuratori della realtà. La proiezione astrale cosciente In quasi
tutti i paesi dell'estremo oriente la proiezione astrale volontaria
(O.o.B.E.) è conosciuta da numerosi secoli, da qualche decennio si
può comunque osservare un discreto interesse anche nella cultura
occidentale
il viaggio fuori dal corpo
Questa importante e fondamentale caratteristica
instilla nel nostro "veicolo alleggerito" peculiarità che lo
rendono meno goffo e lo metteno perciò in grado di percepire altri
"piani dimensionali", di estremo interesse per chi abbia una certa
predisposizione all'investigazione. Va precisato che anche il corpo
astrale agisce tramite dei sensi, tuttavia questi sensi si
differenziano notevolmente da quelli fisici e questo è il primo
motivo per cui i piani dimensionali entro cui vaga il nostro
"doppio astrale" non possono essere percepiti dai corrispettivi
sensi fisici, troppo "rustici" per assolvere questo compito. È
convinzione di molti inoltre che il libero "vagabondare notturno"
del nostro doppio energetico" rappresenti un serio "problema" per
le nostre capacità di interpretazione razionali. Gli
incomprensibili segnali inviati durante lo stato di incoscienza in
cui sprofondiamo durante il sonno mettono in crisi la nostra mente
razionale. L'esperienza di distacco viene vissuta in modo
inadeguato dal nostro intelletto e ciò è dovuto alla mancanza di
una idonea chiave di decodifica, il linguaggio cifrato viene
interpretato impropriamente e ciò da luogo a visioni confuse,
esperienze bizzarre, comunemente chiamate sogni. In parole povere
le esperienze sottili del nostro doppio vengono fantasiosamente
rielaborate dalla mente fisica (spesso inidonea alla comprensione,
poiché impreparata) la quale, non essendo in grado di decodificare
i segnali, dà luogo a stravaganti figurazioni, vissute generalmente
come strani e suggestivi "sogni".
il viaggio fuori dal corpo
A quanto sembra l'io ed il corpo fisico mantengono
il contatto fra loro per mezzo di un canale energetico chiamato, a
causa delle sue sfumature auriche di colore visibili, "corda
d'argento". Questo "canale di vita" sarebbe capace di estensione
illimitata e, similmente al cordone ombelicale del neonato,
terrebbe in vita il corpo fisico. A detta di molti al momento della
morte questo 'collegamento' si interromperebbe e, mentre il corpo
fisico muore, la cosiddetta "anima" proseguirebbe nella dimensione
che gli è propria: quella spirituale. Spessissimo durante il sonno
senza che ne siamo consapevoli il nostro io si libererebbe vagando
in una dimensione che si differenzia da quella normalmente
percepita dai sensi fisici soltanto a causa di una diversa
frequenza delle vibrazioni. Questa caratteristica a mio avviso è
assai verosimile poiché il nostro corpo fisico potrebbe essere
tranquillamente paragonato a un sintonizzatore radio. La differenza
sostanziale fra i due sintonizzatori sarebbe nell'antenna che nel
nostro caso è rappresentata dai limitatissimi sensi che utilizziamo
per "sintonizzarci" con la materia circostante, sensi che
circoscrivono il nostro veicolo fisico arginandolo in una ristretta
gamma di percezioni. Il nostro apparato fisico, in effetti, è un
sintonizzatore perfettamente tarato su precise e determinate
frequenze (tatto, udito, vista, gusto, ecc.) che ci rendono idonei
per specifiche funzioni e ci pongono in grado di percepire — di
sintonizzarci appunto — nella gamma compresa nel limite dei sensi
(suoni, luce, colori, sapori, solidità, vibrazione, temperatura,
ecc). Tuttavia l'universo non termina lì dove i sensi giungono, ciò
che "captiamo" è solo l'infinitesima parte di un "tutto"
smisuratamente più definito. Il nostro "corpo astrale", a
differenza di quello fisico grossolano, è molto più sottile ed è in
grado di agire su una gamma di frequenze diversa e più ampia
le parti dell'anima
La mistica ebraica spiega (Bereshìt Rabbà, 14,9)
che l'anima umana è composta di cinque parti o gradi: "nèfesh",
"ruach", "neshamà", "yechidà e "chayà": “Nèfesh': D-o ha preso un
blocco di materia dalla terra, adamà , e gli ha dato la forma di
Adamo, l'uomo (Adamo deriva da adamà). Nel corpo fisico dell'uomo
esiste una parte divina e spirituale, vale a dire nèfesh la sede
della nèfesh è il sangue, come è detto Perche il sangue è la
nèfesh" (Deuteronomio, 12,23). Questo significa che la nèfesh
"circola in tutto il corpo, in tutte le membra dell'uomo e presta
loro una vita spirituale; la vista e gli altri sensi dell’ l'uomo
come tutti i movimenti che egli compie, vengono fatti agire dalla
nèfesh. Secondo quanto dice lo Zòhar spiegando il versetto biblico
,t D-io alitò ' sul volto deii’'uomo un soffio vitale" ( Genesi,
2,7): "Chi ha alitato ha dato qualcosa di Suo", vale a dire che
l'essenza della foI7.a che fa agire l'uomo è stata data da D- io
stesso, e fa si che l'uomo "funzioni": e questa è la parte divina
che dirige il suo corpo. Ogni uomo possiede questo grado
fondamentale de1l' anima. -" Ruach': Questo grado spirituale è più
elevato di nèfesh. La sua sede è nel cuore. A questo grado di
evoluzione si giunge mediante l'adempi- mento delle mitswòt.
-Neshamà": questo grado spirituale è molto elevato e la sua sede è
il cervello. A questo grado di evoluzione che le pertiene si giunge
soltanto per mezzo dello studio della Torà, come spiega ltschaq
Loria. -. Yechidà e "Chayà"sono gli stadi dell'anima più .elevati:,
è possibile raggiungeli soltanto dopo una lunga azione ed In
relazione all’ evoluzione delle altri parti dell'anima
21 grammi il peso dell'anima
Il Dott. Duncan MacDougall affermo' nel 1907 che
se esiste un'anima separatamente dal cervello e dal corpo, allora
deve occupare uno spazio fisico e deve avere un peso, e ciò può
essere misurato. L'esperimento da lui ideato consisteva nel pesare
una persona prima e dopo la morte. La scienza dice che la materia
può essere classificato in solida, liquida o gassosa, le quali sono
tutte soggette alla gravità. MacDougall pensava che l'anima può
appartenere ad una categoria nuova della quale non siamo
consapevoli. Ecco quanto da lui affermato in un resoconto
scientifico pubblicato su una rivista Medica dell'epoca: "Il Mio
primo soggetto é un uomo morto di tubercolosi. Il paziente era
sotto osservazione da tre ore e quaranta minuti prima della morte,
su un letto di struttura leggera a cui ho collegato una bilancia.
"il confort del paziente è stato assicurato in ogni modo, benchè
fosse praticamente moribondo quando é stato messo sul letto. E'
dimagrito lentamente alla velocità di un'oncia per ora dovuta all'
evaporazione dell' umidità col respiro e col sudore. "Dopo tre ore
e quaranta minuti, in coincidenza con la morte, l'indice della
bilancia colpì contro il limite inferiore della scala e rimase là
senza rimbalzare. La perdita è stata accertata essere 3/4 di
un'oncia. "Questa perdita di peso non poteva essere dovuta ad
evaporazione respiratoria e del sudore, perché era stato
determinato essere, nel suo caso, di un sessantesimo di un'oncia
per minuto, mentre questa perdita finale era stata improvvisa, nel
volgere di qualche secondo. "Anche un altro paziente era un uomo
colpito da tubercolosi. Era sul letto da quattro ore e quindici
minuti sotto osservazione del peso e si é trovato che perse un
terzo di un' oncia, un altro morto mostro un calo di mezza oncia,
in coincidenza con la morte, ed una perdita addizionale di un'oncia
alcuni minuti più tardi." Quando fece gli stessi esperimenti con
gli animali, non riscontrò alcuna perdita di peso.
noi siamo i creatori della nostra realtà
SINCRONICITA' Noi siamo i creatori della nostra
realtà. Gaetano Conforto Noi siamo i creatori della nostra realtà.
Come Esseri Quantici non conosciamo nessun limite, né spaziale né
creativo. Il grande oceano di luce in cui siamo immersi, da cui
veniamo continuamente creati, e dove continuamente creiamo, opera
tramite un’infinita rete di eventi spazio-temporali, il cui
perfetto incastro dà luogo alla miriade di forme, creature,
paesaggi, che sono oggetto dell’amore Divino. Questa rete perfetta
di relazioni è ciò che costituisce la Sincronicità. Ad un occhio
profano, il susseguirsi della vita sembrerebbe un insieme di
coincidenze casuali, cioè non aventi un nesso profondo fra loro. E’
chiaro che questa è la visione meccanicistica newtoniana, dove
viene presa in considerazione l’analisi statistica, senza che
fattori come l’intenzione e la consapevolezza possano giocare un
ruolo nel succedersi delle cose. Infatti, l’universo viene
considerato come una macchina che genera dati in modo casuale. Un
fenomeno può avere una certa probabilità che possa verificarsi
entro limiti di natura statistica, quindi entro i canoni della
razionalità scientifica e non per questo deve essere considerato
una sorpresa, oppure un miracolo. Per esempio, una guarigione
spontanea da un male incurabile rientrerebbe in un range di
probabilità ristretto, ma possibile. Qualsiasi altro fenomeno, come
sapere chi ci sta chiamando al telefono, prima di rispondere, può
rientrare, secondo la scienza ufficiale, nella norma di
possibilità, cioè di coincidenze significative. Questo modo di
considerare gli eventi quotidiani fu messo in discussione da Jung,
il grande psicanalista svizzero. In un caso famoso, descritto nel
suo libro “La Sincronicità“, Jung descrive il caso di una donna che
nel sogno aveva avuto in regalo uno scarabeo d’oro (lo scarabeo è
il simbolo della rinascita). Mentre la donna raccontava il sogno a
Jung, dai vetri della finestra dello psicologo, si avvertì un
rumore.
la sopravvivenza dell'anima
Esiste nell'uomo una parte spirituale ed
immortale? L'Ebraismo insegna non soltanto che questa parte esiste
ma che essa è il fondamento dell' esistenza, che dà regola alla
vita del corpo. E come potremmo dire che l'uomo gode soltanto di
un'esistenza chimica, che è un aggregato di molecole? Nell'uomo ci
sono sensazioni che non si spiegano con questa ipotesi; ci sono
tensioni psicologiche, come l' entusiasmo, la preoccupazione, il
risentimento, l'ira, l'odio, categorie che non sono lega- te alla
materia e che non possono essere misurate e pesate come le energie
e le conseguenze delle categorie fisiche. Qual'è la differenza fra
l'uomo e l'animale? Quale la differenza fra l'uomo un momento prima
della morte e i momenti dopo di essa? L'Ebraismo insegna che la
disposizione spirituale che è nell'uomo è tale che per tutto il
corso della vita egli prova quelle sensazioni e che al momento
della morte abbandona il corpo. Chi taglia il cervello a pezzetti e
non trova "niente di spirituale" domanderebbe dove si trova
l'anima?
alle radici alle parole bibbliche dell'anima
Molte di queste idee si trovano peraltro
anche nella seguente parabola ebraica, di cui in qualche modo sono
simili le forme, che dimostra la continuità di pensiero in questo
campo delle due spiritualità che hanno lo stesso fondamento: "Come
il Santo, Benedetto Egli sia, colma il mondo intero, così l’anima
colma tutto quanto il corpo; Come il Santo, Benedetto Egli sia,
vede e non è visto, così anche l’anima vede e non è vista; Come il
Santo, Benedetto Egli sia, nutre il mondo intero, così l’anima
nutre tutto quanto il corpo; Come il Santo, Benedetto Egli sia, è
puro, così anche l’anima è pura; Come il Santo, Benedetto Egli sia,
dimora nelle stanze più interne, così anche l’anima dimora le
stanze più interne. Venga dunque colei che raccoglie in sé queste
cinque qualità e lodi Colui che raccoglie in se queste cinque
qualità." (in Berachot 10a) E c’è il senso dell’amata che attende
l’amato, perché sono un’anima sola. Non a caso l’idea di fondo
della parabola (midrash) tracciata dal Genesi è di Adamo ed Eva in
una carne sola. Eva, tratta da Adamo ha per la logica del racconto
la stessa anima d’Adamo, perché Dio non risoffiò su Eva, ma "Il
Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto all'uomo, una
donna e la condusse all'uomo." (Gen. 2,22) Per l’Islam, sotto
l’influsso greco l’anima (dall’arabo nafs, vicina al noepoesh
ebraico) è incorporea, "non è racchiusa nel corpo", né gli sta
vicina, essa gli sta attaccata come l’amante lo sta alla sua amata,
"è creata, quando i corpi sono completi, ma è immortale" (Al
Baydawi); l’anima lascerebbe il corpo nel sonno, quando si sogna.
(Ibn Qayyim al Diawzziyya)
alle radici alle parole bibbliche dell'anima
Gen. 6,12) Questa carne corruttibile fu dal
platonismo considerata contrapposta ad un’anima immortale (Sap.
3,1-3). Tale dualismo, che può implicare una superiorità dell’anima
sul corpo, l’ebraismo cercò di evitarlo ed il pensiero che questi
ha dell’anima traspare dalla seguente preghiera recitata al mattino
al risveglio: "Mio Dio l’anima (nishamah) che mi hai dato è pura.
Tu l’hai plasmata in me, con il Tuo alito l’hai ispirata in me e tu
la custodisci in me; un giorno tu la riprenderai, per rendermela in
un futuro di cui siamo in attesa. Per tutto il tempo in cui l’anima
resterà in me, ti ringrazierò, o Signore, mio Dio e Dio dei miei
padri, sovrano di tutti i mondi, Signore di tutte le anime. Sii
benedetto Signore che rendi le anime ai corpi morti." (da Berachot
60 b) Per far soppesare la consistenza dell’idea unitaria
corpo-anima pensata nell’ebraismo propongo invece la parabola di
Rabbi Jehuda ha-Nasi, che evidentemente si riferisce al racconto
del giardino dell’Eden: "Un guardiano storpio e un guardiano cieco
dovevano custodire un frutteto. Disse quindi lo storpio al cieco:
Vedo della frutta primaticcia nel frutteto, vieni, prendimi in
spalla e raccogliamola per mangiarla. Il guardiano storpio salì
quindi sulle spalle del cieco, raccolsero la frutta e la
mangiarono, ma quando giunse il padrone del frutteto capì cosa
avevano fatto i due guardiani; fece sedere lo storpio sulle spalle
del cieco e li giudicò come una sola persona. In tal guisa anche il
Santo, benedetto Egli sia, riconduce l’anima nel corpo e li giudica
come una sola cosa." (Sanhedrin 91 a - b) Ovviamente si parla
dell’anima perfetta, nishmat, soffiata da Dio che risorgerà la
carne purificandola col fuoco della risurrezione.
alle radici alle parole bibbliche dell'anima
È così nel Genesi si può captare l’uomo quale
essere particolare, in cui pur se esiste "un’anima - un respiro"
come negli animali, cioè plasmato dalla terra, da Dio è stato
evoluto fino a dotarlo di un’anima specifica , "un alito divino"
unico, proprio solo dell’uomo, in quanto chiarirà il Genesi: "Dio
creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e
femmina li creò." (Gen. 1,27) Per lo "creò" usa ed i segni, che
dicono di più sulla parola, suggeriscono "da dentro la mente
(testa) l’originò ". Cioè lo progettò e l’attuò! E per
riallacciarmi ad idee espresse prima e come vedremo più avanti:
"con l’energia il Nome li segnò", "con l’energia che accende la
vita li segnò." (Tra l’altro la parola Adamo = Adam = può separarsi
in = A = Uno = Unico e dam = = () = "essere simile", quindi all’Uno
simile.) Maschio e femmina ; non uomo e donna, ma entrambi uomo
(come essere umano); vale a dire che il progetto di Dio è lo stesso
ed il sesso è un accidente non fondamentale, ma contingente
all’esistenza (tanto che la tradizione ebraica pensa che Adamo,
prima d’essere separato da Eva, fosse un essere androgino). Così, è
inequivocabile, entrambi, uomo e donna, hanno l’anima (tra l’altro
in Gen. 1,27 è usato due volte creò), checché volesse insinuare
l’illuminismo attribuendo alla Chiesa dubbi su questo tema, mai da
questa seriamente avuti, come ben chiarisce nel testo "L'anima
delle donne" di Vittorio Messori. Il fatto poi che l’anima fu
infusa da Dio in Adamo prima della separazione di Eva dal suo
costato ha provocato l’idea della ricerca dell’anima gemella.
Chiaro avviso di ciò è nel libro della Sapienza (non canonico per
l’ebraismo, ma per il cattolicesimo) scritto da un ebreo
alessandrino del I° secolo a.C. in cui pare apparire un dualismo
"un corpo corruttibile appesantisce l’anima."
alle radici alle parole bibbliche dell'anima
(Gen. 2,7) Le precedenti volte che si trova sono
in: Gen. 1,20 al momento della creazione dei primi animali, pesci e
uccelli (5° giorno); Gen. 1,21 alla creazione dei mostri marini;
Gen. 1,24 alla creazione del bestiame (6° giorno); Gen. 1,30 quando
Dio parla di tutti gli esseri viventi eccetto l’uomo. Cioè si trova
a caratterizzare l’aspetto della vita primitiva del regno animale
soggetto all’uomo, mentre la prima volta che si trova è proprio nel
versetto Gen. 2,7 quando è formato l’uomo, e la volta successiva è
in Gen. 7,22 al momento del diluvio, quando è raccontato che
morirono tutti gli esseri viventi, animali e uomini compresi, salvo
i salvati nell’arca. Inoltre c’è un atto di Dio specifico: soffiò.
È perciò indiscutibile la volontà dell’autore del libro del Genesi
d’evidenziare una peculiarità dell’uomo rispetto agli animali, per
la presenza d’una esplicito atto di Dio che l’ha dotato di parte
del proprio respiro che è espressione antropomorfica per riferire
il disegno d’includere l’uomo nella sua Santità e nella sua Luce,
come è antropomorfica l’immagine di Padre e Figlio, che così in
termini umani presentano realtà altrimenti incomprensibili.
L’autore del Genesi pone, peraltro, in evidenza che "plasmò il
Signore Dio l’uomo con la polvere della terra", che cioè usò
materiale preesistente, ma nel contempo tiene ad evidenziare che ci
fu un vero e proprio atto creativo. È così nel Genesi si può
captare l’uomo quale essere particolare, in cui pur se esiste
"un’anima - un respiro" come negli animali, cioè plasmato dalla
terra, da Dio è stato evoluto fino a dotarlo di un’anima specifica
, "un alito divino" unico, proprio solo dell’uomo, in quanto
chiarirà il Genesi: "Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di
Dio lo creò; maschio e femmina li creò."
dopo la vita
"Dopo la vita" in quest'espressione è contenuta la
totalità della riflessione che si può fare circa le probabilità
della vita dopo lamorte. Riflettere
sul "dopo vita" significa, prima di tutto, riflettere sulla
vita.
La VITA, se la si considera con freddezza del fisico, è prima di
tutto MATERIA organizzata. A tutti i livelli, macrofisico e
microfisico, la vita è una organizzazione di atomi, molecole e
cellule. Questa organizzazione va del semplice al complesso. Anche
il nostro corpo è costituito da questa materia meravigliosamente
concatenata. Ma noi non siamo riducibili a questo insieme
materiale. Il nostro essere non è costituito unicamente da materia.
A questo va aggiunto un altro elemento capitale, che potrebbe
essere chiamato informazione codificata. Si tratta di
un'informazione triplice: informazione generica, prima di tutto:
apparteniamo alla razza umana, possediamo in noi un programma
generale umano. Poi una informazione particolare, che fa si che
siamo quel tale individuo e non un altro, un programma biologico
contenuto nella molecola DNA, la nostra ereditàgenetica. E infine
una terza specie di informazione: la memoria di tutto ciò che
abbiamo vissuto, la totalizzazione delle esperienze che ci hanno
forgiati, il programma della nostra identità.
La morte è la cessazione della vita e quindi la cessazione della
materia e dell'informazione di cui siamo costituiti. In apparenza
una distruzione definitiva.
fasi caratteristiche del fenomeno nde
Di seguito vengono descritti i vissuti (ovvero
le esperienze soggettive, simili tra loro, dei soggetti che
hanno sperimentato la NDE.) e che sono maggiormente tenuti in
considerazione dai ricercatori di tutto il mondo che operano in
ambito medico, farmacologico, psichiatrico, psicologico,
psicofisiologico e parapsicologico.
Per alcuni studiosi la presenza di uno o più di
tali elementi è sufficiente per determinare la NDE, mentre
per altri sono valide le fasi evidenziate dal test elaborato da
Bruce Greyson.
senso di pace e assenza di dolore
Finché la persona resta nel suo corpo può vivere
un’intensa sofferenza, ma quando lo abbandona sopravviene un
grande senso di pace e di assenza del dolore.
gli esseri di luce
Una volta superato il tunnel, generalmente la
persona riferisce d’avere incontrato degli “esseri” che brillano
di una stupenda luce, che permea ogni cosa e riempie il soggetto
d’amore. In questa dimensione, luce e amore sono la stessa cosa;
la luce è descritta come molto più intensa di qualsiasi altra
conosciuta in Terra, non è accecante ma è calda, stimolante,
viva.
Oltre alla intensa luce, molte persone
raccontano di avere incontrato amici o parenti (precedentemente
deceduti) contraddistinti da corpi luminosi ed eterei; di avere
visto bellissime scene pastorali e città fatte di luce la cui
grandiosità è indescrivibile.
In questa situazione la comunicazione non si
svolge come al solito a parole, ma “telepaticamente”, è una
comprensione immediata.
rapida ascesa al cielo
Non tutte le persone che hanno vissuto una NDE
fanno l’esperienza del tunnel, alcune invece raccontano d’essersi
sentite fluttuare, di essere salite rapidamente al cielo e di
aver visto l’universo dalla stessa prospettiv
a dei satelliti e degli astronauti.
differente percezione,spazio tempo
Tutte le persone che hanno sperimentato
l’esperienza di Pre-Morte raccontano che in quella dimensione il
tempo è notevolmente compresso e assolutamente diverso da quello
segnato dagli orologi; spesso viene descritto come l’esperienza o
il senso dell’eternità. Durante la NDE, generalmente i confini
imposti dallo spazio nella vita quotidiana scompaiono. Infatti,
se la persona (ritenuta da medici ed infermieri morta) vuole
recarsi in uno specifico posto, può farlo semplicemente pensando
di esservi.
Alcuni soggetti hanno riferito che, mentre si
trovavano fuori dal corpo ed osservavano il lavoro svolto dai
medici nella sala operatoria, se volevano vedere i loro parenti,
era sufficiente che desiderassero spostarsi nella sala d’aspetto
o raggiungere l’abitazione o il luogo in cui si trovavano.
noi siamo i creatori della nostra realtà
In ogni momento si troverà in uno specifico
seme karmico, cioè interagirà con persone ed eventi
spazio-temporali con cui condividerà delle lezioni da apprendere.
Se per suo libero arbitrio decide di cambiare seme karmico non
ancora svezzato, si ritroverà in un’altra rete sincronica con non
pochi problemi da risolvere. E questo fino a quando non imparerà
l’umiltà e l’ubbidienza, requisiti fondamentali per apprendere le
lezioni cosmiche. Ogni qualvolta interagiamo con la delicata
struttura sincronica del cosmo ( pensiamo, parliamo, agiamo,
omettiamo, scegliamo ) lo costringiamo a cambiare, momentaneamente,
rapporti sincronici che inevitabilmente ci coinvolgeranno in questo
cambiamento, fino a che non raggiungerà il suo equilibrio. Verremo
trascinati dalla grande rete di eventi. Il risultato sarà o la
nostra salute e la nostra felicità, se abbiamo capito e ci lasciamo
andare nella direzione degli eventi sincronici, oppure la nostra
malattia, se opponiamo resistenza al flusso cosmico. Ciò accade per
esempio quando non lasciamo andare, non accettiamo il momento
presente ( la nostra famiglia, il nostro coniuge, il nostro lavoro,
il nostro ambiente, la nostra salute ), critichiamo, oppure
attacchiamo gli eventi sincronici in cui siamo immersi. Spenderemo
enormi quantità di energie, e faremo grossi sforzi per ottenere ciò
che desideriamo. Ma arriveremo in salute ed equilibrio alla meta?
Oppure ci ritroveremo già vecchi, stanchi, magari con molti soldi,
ma pieni di acciacchi e malattie? Da tutto si evince come sia
importante entrare nel gioco della vita con le carte in regola.
Queste carte sono la conoscenza della Sincronicità e del Destino
Sincronico. Per maneggiare queste carte bisogna prendere coscienza
che siamo Esseri Quantici e che viviamo in una continua creazione a
doppio senso.
il sonno e la morte
Va detto che ci sono casi in cui l'uomo possiede
la nèfesh e il ruach, ma non là neshamà: questo accade durante il
sonno. Ogni persona ha una neshamà, ma questo grado di evoluzione
è diverso da uomo a uomo perchè esso corrisponde al suo compito
spirituale. E' quando l'uomo si dedica alle natività spirituali
dell'adempimento delle mitswòt e dello studio del- la Torà, che
la neshamà tende a diventare dominante. Durante il sonno la
neshamà abbandona il corpo e per questo al mattino diciamo: "Mio
D-io, l'anima che tu hai posto nel mio corpo... la fai ritornare
in me..."; in questa situazione l'uomo vive ma non riceve le
impressioni dei suoi sensi. Va detto che l'uomo può possedere la
nèfesh e la neshamà senza il ruach, quella parte dell'anima che
mene in collegamento le altre due; questo è quanto succede in
quella che la scienza chiama la morte clinica. La morte
rappresenta la separazione delle parti spirituali dell'uomo: la
nèfesh scende nella tomba, la neshamà ritorna a D-io o, per usare
i termini ebraici, "sono il Suo trono"; il ruach, se è giunto a
conseguire la perfezione, sale con la neshamà nel giardino
dell'Eden, e vivrà nel Mondo Avvenire, in caso contrario se non
verrà punito nel Ghehinòm, nel Purgatorio, secondo alcune scuole
che ammenono la metempsicosi, dovrà reincarnarsi e soffrire fino
a quando non avrà rimediato la sua situazione.
alle radici alle parole bibbliche dell'anima
(Sap. 9,15) Per contro in tutta la descrizione
della creazione del libro del Genesi non è usata la parola corpo,
geviyyah, che indica corpo vivo o morto anche d’animale, bensì è
usata la parola bashar tradotto in genere con carne, ma "ogni
carne" in ebraico è usato per dire anche "ogni individuo", "ogni
uomo", che è ben più che sola carne. Tra l’altro è di più di in
quanto quest’ultimo è vicino a carcassa o a strumento di puro
lavoro (come l’uso che si faceva dei corpi degli schiavi), con un
accenno dispregiativo (popolo pagano si scrive con le stesse
lettere). La parola appare per la prima volta nel versetto Gen.
2,21, e poi nel 23 (due volte) e nel 24, proprio quando da Adamo,
fatto addormentare, Dio trasse fuori Eva, la prima donna, madre di
tutti i viventi. Anche i termini uomo (Gen. 2,23) e donna (Gen.
2,22) appaiono per la prima volta in questi versetti: Gen. 2,21
"Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si
addormento: gli tolse una delle sue costole e richiuse la carne al
suo posto." Gen. 2,22 "Il Signore Dio plasmò con la costola che
aveva tolto all'uomo, una donna () e la condusse all'uomo." Gen.
2,23 "Allora l'uomo () disse: Questa volta essa è carne della mia
carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo
() è stata tolta." Gen. 2,24 "Per questo l'uomo abbandonerà suo
padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola
carne." La parola carne riapparirà (Gen. 6,3-12-13-17-19) al
momento della decisione del diluvio universale, perché la carne
s’era corrotta: "Allora il Signore disse: Il mio spirito non
resterà sempre nell’uomo perché egli è carne () …" (Gen. 6,3)
"Allora Dio disse a Noè: È venuta per me la fine di ogni uomo (di
ogni carne, dice letteralmente in ebraico) perché la terra a causa
loro, è piena di violenza
il programma
Il "programma" uomo, come il "programma" universo, implica una
continuazione, e dunque una finalità. Il fatto che ci sia ancora
impossibile formulare quest'ultima, ma non significa e non
autorizza a dire che essa non esiste. Chi ci impedirà, infatti, di
dare a questo stock di informazioni che costituisce il nome usato
da tutte le tradizioni: Anima? L'anima
concepita come una "carta memoria"...? usando questi termini,
Anima, finalità, reintroduciamo lametafisica. Naturalmente non rientra nei propositi delle scienze fisiche
pronunciarsi sulle questioni metafisiche.
E la riflessione non termina ancora: supponiamo che, l'anima,
integri un corpo energetico sotto una qualsiasi forma: resta da
definire come avverrà tale integrazione, o, piuttosto, da ricercare
chi metterà in moto un simile processo.
Si può credere che si scateni da solo, in modo automatico: al
momento della morte fisica il defunto, liberato, svincola il suo
corpo energetico e la sua anima per integrare una nuova forma e
comincia, cosi, il suo "dopo vita". Ma si può anche credere che il
processo di integrazione dell'anima della totalità dell'identità
personale, nel corpo energetico sia contenuto in un programma
previsto... da tutta l'eternità. E da un costruttore di un'intelligenzatale da
riuscire inconcepibile... un costruttore che prenderebbe cura di
ogni atomo e di ogni informazione, di ogni struttura organizzata,
dalla più semplice alla più complessa, come l'essere umano. In una
parola, di ciascuno di noi.
riflessione
Altre piste di riflessioneci
confortano nel proseguire questo tipo di ragionamento: La materia,
dopo la morte del corpo, non si conserva sotto la medesima forma
che ha avuto in vita. Questo equivale a dire, sia che, nella vita
post mortem, la materia sarà diversa a livello atomico (o
subatomico) nelle sue distribuzioni molecolari, sia che possederà
proprietà diverse da quelle che ha quando siamo vivi. E' allora
cosi inconcepibile formulare l'ipotesi che le strutture molecolari
quali noi le conosciamo non siano le uniche possibile, e che grazie
ai miliardi di possibilità di concatenazione possa esistere una
diversa materia? E, dunque, un'altra forma di vita?
Chi può affermare che sia dovuto al semplice CASO la genesi
dell'informazione che ha ordinato la costruzione di un essere col
cervello provvisto di cento miliardi di neuroni, con tutte le
possibile interconnessioni? Sarebbe come dire, leggendoGoetheoBaudelaire, che i
loro testi sono dovuti all'assemblaggio CASUALE di caratteri di
stampa.... Dire informazione intelligente equivale a dire
costruttore intelligente.
Ma a cosa servirebbe avere costruito il "programma" uomo,
macchinario cosi complesso e perfetto, per lasciarlo vivere solo
alcuni anni? Quale è l'utilità di questa macchina tanto
perfezionata se il suo destino è quello di essere interamente
distrutta?
materia
Al contrario il "dopo vita" può essere considerato come la
conservazione della vita, conservazione della materia sotto una
qualunque forma e conservazione dell'informazione, poiché vogliamo
che la nostra identità individuale sia conservata. Per affermare
che esiste un "dopo vita" appare quindi indispensabile poter
affermare che materia e informazione possono essere conservate. La MATERIA non è altro che ENERGIA, è questo si
può affermare senza contraddire le leggi della fisica. Essa è
"conservabile" sotto forma energetica. Per quanto concerne
l'informazione, tutto il problema consiste nell'immagazzinare quei
programmi che fanno di noi ciò che siamo, la quale cosa è
impossibile senza un supporto materiale, conservare l'informazione.
Ma noi abbiamo questo supporto di materia: è L'ENERGIA.
Ciò conduce naturalmente a una affermazione: materia conservata
(sotto forma energetica) + informazione conservata = "DOPO
VITA"Se quindi si è d'accordo nel dire che
il "dopo vita" non può essere "provato" con esperimenti di ordine
scientifico, si può però ammettere che esso sia "dimostrabile"
grazie a un ragionamento di tipo matematico. Esistono, del resto,
esempi famosi di realtà dimostrate e previste prima che fossero
osservate con la costruzione di ragionamenti matematici: i quarks
in meccanica quantistica, i mesoni, i corpi semplici del quadro di
Mendeleev, eccetera. Materiale e immateriale non sono sinonimi di
visibile e invisibile. Tutti i testimoni di realtà invisibili per
un osservatore esterno, ma reali per loro che lo
affermano.