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Le informazioni presenti in questa pagina rappresentano una sintesi proveniente dalla ricerca di studiosi rinomati in tutto il mondo. L'autore del profilo si limita a riassumere quanto disponibile sui libri e in rete non esprimendo nessun parere personale e senza l'intenzione di cambiare l'opinione del lettore.
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TESTIMONIUM FLAVIANUM
Quando si cerca di dimostrare l'esistenza mitica di Gesù, viene
ripetutamente riproposta la prova basata sugli scritti di Giuseppe
Flavio (nel testo "Josephus"), noto comandante ebraico e storico
vissuto dal 37 al 100 d.C,. Ne le Antichità Giudaiche si trova il
noto passaggio riguardante il Cristo e definito come "Testimonium
Flavianum" (nel testo: "TF"):
"Ci fu verso questo tempo, un uomo saggio se pure bisogna
chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie,
maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a
se molti giudei, e anche molti dei greci. Questo era il
Cristo. Quando Pilato udì che dai principali nostri uomini
era accusato, lo condannò alla croce. Coloro che fin dal principio
lo avevano amato non cessarono di aderire a lui. Nel terzo giorno
apparve a loro nuovamente vivo: perchè i profeti di Dio avevano
profetato queste e innumerevoli altre cose di lui. E fino ad oggi
non è venuta meno la tribù che da lui sono detti cristiani".
(Ant,Giud. 18,63-64)
Questo passaggio, sorprendentemente breve e semplicistico,
costituirebbe la miglior prova dell'esistenza di Gesù, malgrado il
fatto che nel complesso degli antichi scritti, dovuti a dozzine di
storici, scrittori, filosofi. politici e altri, nessuno abbia mai
menzionato questo grande autore di meraviglie detto Gesù il Cristo,
e questo sebbene gli stessi abbiano vissuto, più o meno,
contemporaneamente all'avvento del preteso salvatore cristiano.
UN TESTIMONE FALSO
Malgrado le migliori intenzioni di credenti in buona fede e le
proteste di combattivi apologisti, e' stato dimostrato, nel corso
dei secoli, che il TF e' un falso probabilmente interpolato dallo
storico della Chiesa cattolica Eusebio, nel corso del quarto secolo
dell'era volgare. Questo falso e' talmente scontato che, gia' dalla
fine del 19° secolo, molti e rinomati studiosi hanno continuato a
citare il passaggio come una menzogna. In effetti il TF viene
raramente citato se non per sottolinearne la falsita'; numerosi
testi dovuti ad autori diversi, durante gli ultimi 200 anni, hanno
riportato ed affermato che il TF e' un passaggio spurio, una
interpolazione ed un falso. Come rileva il Dott. Gordon Stein:
"...la grande maggioranza degli studiosi, sin dal primo 1800, ha
sostenuto che questa citazione non e' di Josephus, ma piuttosto
un'interpolazione cristiana successiva alla sua opera. In altre
parole si tratta di un falso rifiutato da tutti gli esperti". Il
fatto e' che tale falso e' ormai cosi' noto e scontato, che molti
esperti non ritengono utile perdere tempo prezioso in discussioni
contro l'autenticita' del TF. Tuttavia, nel passato, poche decine
di apologisti di dubbia credibilita' ed integrita' hanno insistito
sul TF perche' questo breve e discutibile passaggio rappresenta,
alla fine, l'unico, il piu' concreto e secolare riferimento
non-biblico all'uomo che avrebbe messo il mondo in subbuglio.
Malgrado le passate polemiche il dibattito e' attualmente limitato
tra coloro che sostengono che il TF possa risalire a Josephus e
successivamente "cristianizzato" e altri creduloni ed asserviti che
lo ritengono "genuino" sin dalle sue origini.
Tanto per ribadire questo brano e' stato sin dall'inizio cosi'
completamente analizzato e sviscerato, da studiosi di grande fama -
la maggioranza dei quali cristiani credenti - che nelle decadi
seguenti altri studiosi non hanno potuto fare a meno di dichiararlo
falso in toto, e oggi altri esperti non lo menzionano affatto, se
non per ribadirlo tale. (A costo di essere ripetitivo voglio
insistere nel produrre numerose citazioni perche' si sente ancora
una forte necessita' di porre un argine ad alcune argomentazioni
cieche, di natura irrazionale e a-scientifica). Gli studiosi che
hanno definitivamente provata la falsita' del TF hanno operato tra
la fine del 18° secolo sino al 20° secolo; oggi si verifica, come
gia' detto, una nuova tendenza: una opinione popolare sulla "teoria
dell'interpolazione parziale" opposta a quella degli apologisti di
ultima generazione che sostengono che l'intero TF e' "veritiero
all'origine". Come dice Earl Doherty in Josephus Unbound: "Ora e'
un fatto curioso che gli studiosi precedenti non abbiano avuto
alcuna difficolta' a considerare questo intero brano come
un'interpolazione cristiana. Charles Guignebert, ad esempio, nel
suo Jesus (1956 p. 17) lo considera come una totale falsita'
cristiana e, al pari di lui, Lardner, Harnack e Shurer lo hanno
dichiarato totalmente spurio. Oggi pero' la maggior parte dei piu'
seri studiosi ha deciso di allinearsi ad una certa forma di mix:
cioe' le parti del TF originali sarebbero la base di una successiva
aggiunta cristiana."
I primi studiosi che dimostrarono la totale falsita' del TF, lo
fecero mediante l'esame accurato e puntuale, condotto dai piu'
eruditi di essi, principalmente dagli scrittori cristiani di quei
tempi, sparsi in vari paesi, con lavori prodotti in una grande
varieta' di linguaggi, in particolare tedesco, francese ed inglese.
Le loro conclusioni finali, come vengono esposte dalla scrittore
cristiano Dott. Lardner, contenute in Christian Mythology Unveiled
(CMU c. 1842) stabiliscono i seguenti motivi per dubitare
completamente del TF: "Mattatia, il padre di Giuseppe Flavio,
dovrebbe essere stato un testimone dei miracoli attribuiti a Gesu,
e Josephus, nato due anni dopo la crocifissione, nel suo lavoro non
dice assolutamente nulla sulla vita e sulla morte di Gesu e, per
quanto riguarda il passo interpolato, esso e' oggi universalmente
ritenuto come falso. Le argomentazioni del Christian Ajax, come
quelle dello stesso Lardner, fanno rilevare che egli non e' mai
stato citato dai nostri antenati, prima di Eusebio. Il passo
introduce una variazione nella narrativa con un linguaggio
tipicamente cristiano. Non viene mai citato da Crisostomo malgrado
questi citi sovente Josephus e quindi non avrebbe potuto trascurare
questo passo se esso fosse stato presente nei testi di quei tempi.
Non e' citato da Fozio (9° secolo) malgrado egli abbia scritto ben
tre articoli riguardanti Giuseppe Flavio; oltre tutto questo autore
dichiara espressamente che Josephus non ha mai avuto la minima idea
di questo Cristo. Neanche Giustino Martire, nel suo dialogo contro
l'ebreo Trifone; e neppure Clemente Alessandrino autore di diversi
estratti dell'opera di Josephus; neanche Origene, contro Celso, ha
mai accennato a questa testimonianza; al contrario, nel capitolo
25° del libro I di questo lavoro, Origene afferma chiaramente che
Josephus non offre nessuna notizia del Cristo.
La falsita' di tale passaggio e' inoltre sostenuta da Ittigius,
Blondel, Le Clerc, Vandale, il vescovo Warburton e Tanaguil Faber."
(CMU, 47)
Le osservazioni piu' pertinenti, da parte di un padre della Chiesa
assai noto, Origene (c. 185-254), compaiono nel suo testo "Contra
Celsus", Libro I, Capitolo XLVII: "Nel diciottesimo libro delle sue
Antichita' Giudaiche Josephus parla del testimone Giovanni detto il
Battista, il quale prometteva la purificazione del'anima a tutti
coloro che si assogettavano al suo rito. Ora questo scrittore, pur
non credendo in Gesu come il Cristo, ricercando in seguito la causa
della caduta di Gerusalemme e della distruzione del tempio, mentre
afferma che la causa di queste calamita' fu la cospirazione contro
Gesu, avendo gli ebrei messo a morte il Cristo, che era un profeta,
egli dice - pur non essendo lontano dalla verita', che queste
disgrazie accaddero ai giudei come una punizione per la morte di
Giacomo il Giusto, fratello di Gesu (detto il Cristo) - avendolo
gli ebrei mandato a morte anche se era un uomo altamente distinto
per la sua giustizia..." Qui, nelle parole di Origene, si trova
l'asserzione che Josephus, il quale descive le vicende di piu' di
una dozzina di Gesu, non ne ha mai considerato uno come "il
Cristo". La frase del TF e' pertanto spuria. Tanto piu' che Origene
ne ignora la presenza sui lavori di Josephus. Quanto ad Origene ed
al TF, Arthur Drews riporta in "Witnesses to the Historicity of
Jesus": "Nell'edizione di Origene, pubblicata dai benedettini, si
afferma che nel lavoro di Josephus non c'e' menzione di Gesu prima
del periodo di Eusebio (c. 300 d.C.). Inoltre, nel 16° secolo
Vossius era in possesso di un manoscritto di Josephus nel quale non
era contenuta una sola parola circa Gesu. Sembra quindi che il
brano sia stata un'interpolazione che puo' aver subito o meno
modifiche successive".
Secondo l'autore di CMU, questo Vossius, citato da numerosi
scrittori, quale possessore di una copia delle Antichita' Giudaiche
di Giuseppe Flavio priva del TF, sarebbe I. Vossius, scrittore di
opere in latino. Purtroppo nessuno di questi scrittori riporta dove
e quando questa affermazione puo' essere reperita tra i lavori del
Vossius stesso. Altre volte il Vossius viene indicato come tale
Gerardus che, come suo figlio Isacco, visse nel 17° secolo. I padri
della Chiesa ignoravano il brano di Josephus. Ad ogni modo, come
precisa G. A. Wells in "The Jesus Myth", non soltanto parecchi
padri della Chiesa, a partire dal secondo e fino al terzo secolo, e
anche nei primi anni del quarto, non avevano nessuna conoscenza del
TF, ma anche dopo che Eusebio lo ebbe improvvisamente "scoperto"
nella prima meta' del quarto secolo, parecchi padri "continuarono,
nel quinto secolo, a citare Josephus ma non il passaggio del TF".
(Wells, JM, 202). Nel corso del quinto secolo, il padre della
Chiesa Gerolamo (c. 347-419 d.C.) cita solo una volta il TF con
evidente disinteresse, in quanto ritenuto falso. In aggiunta al suo
riferimento sul TF, nella lettera XXII ad Eustacchio, Gerolamo fa
la seguente clamorosa dichiarazione:
"Josephus, scrittore ebraico, afferma che durante la crocifissione
del Signore, si udi' una voce di divina potenza, levarsi dal tempio
che disse "Lasciateci partire da qui'".
Gerolamo non poteva fabbricare questa presunta citazione, contenuta
nel lavoro di Josephus, in quanto egli possedeva una unica copia
del lavoro dello storico ebraico, nella quale questa citazione era
gia' stata precedentemente interpolata. In effetti Gerolamo
dichiara essere questa una "pia frode", una delle tante commesse
dai cristiani di quel tempo e divenuta, nei secoli seguenti una
pratica corrente. In effetti e' questo che dovrebbe essere tenuto
ben presente quando si discute intorno all'autenticita' del TF. Di
seguito una lista di alcuni autorevoli scrittori cristiani che
hanno studiato o menzionato il lavoro di Josephus, ma non il brano
su Gesu:
Giustino Martire (c. 100-165) che studio' con molta attenzione il
lavoro di Josephus ma senza nessuna menzione del TF. Teofilo (189
d.C.), vescovo di Antiochia, non menziona il TF. Ireneo (c.
120/140-200/203 d.C.), santo e compilatore del Nuovo Testamento,
non dice una parola sul TF. Clemente Alessandrino (c. 150-211/215
d.C.) teologo greco influente e prolifico scrittore cristiano, capo
della Scuola di Alessandria: nulla sul TF. Origene (c. 185-254
d.C.), non parla del TF e in particolare afferma che Josephus non
credeva che Gesu fosse il Cristo. Ippolito (c. 170-235 d.C.), santo
e martire; nulla riguardo al TF. L'autore dell'antico testo siriaco
"Storia d'Armenia" fa riferimento a Giuseppe ma non al TF. Minucio
Felice (c. 250 d.C.), avvocato convertito al cristianesimo, ignora
il TF. Anatolio (230-c.270/280 d.C.), nulla sul TF. Crisostomo (c.
347-407 d.C.), prelato siriano e santo, non una parola sul TF.
Metodio, santo del 9° secolo. Anche in questa tarda epoca
esistevano evidentemente copie di Josephus prive del TF, visto che
Metodio non lo menziona. Fozio (c. 820-891 d.C.), patriarca di
Costantinopoli. Altro indizio dell'esistenza di copie di Josephus
prive di TF o, quantomeno, rifiuto di citazione dello stesso in
quanto considerato falso.
ALTRE PROVE CONTRO IL TF
Quando si esaminano i primi testi greci, si nota subito come il TF
interrompa il fluire del racconto pre-esistente, mentre lo stile
linguistico del testo risulta alquanto differente da quello solito
di Josephus. Questa e' una ulteriore prova di come il TF non abbia
mai fatto parte degli scritti originali dell'autore. Rileva Wells:
"Come ho accennato in "The Jesus Legend" esiste un'antica tavola
dei contenuti delle "Antichita' Giudaiche" che non fa alcun
riferimento al TF. Feldman (in Feldman e Hata, 1957, pag. 57)
afferma che questa tavola era gia' nota nel quinto-sesto secolo,
nella versione latina delle "Antichita' Giudaiche" e trovo
difficile pensare che questo importante passaggio sia stato omesso
da qualcuno e, tanto meno, dai cristiani che hanno riepilogato il
lavoro. (Wells, JM, 201)". Inoltre Josephus entra in numerosi
dettagli sul conto di personaggi di scarsa rilevanza, ivi compresi
numerosi Gesu. Pertanto e' inconcepibile che egli dedichi solo
poche parole a qualcuno che, a ben vedere, ricalca i caratteri di
un personaggio del Nuovo Testamento. Se le vicende dei Vangeli
costituiscono storia, allora Josephus avrebbe dovuto esserne
informato, per esempio dell'irruzione nel tempio del supposto Gesu;
uno storico interessato ai movimenti di natura messianica avrebbe
certamente segnalato il fatto. Infine il TF si riferisce a Gesu
come "uomo saggio" e questa definizione e' usata da Josephus solo
per altri due personaggi, tra centinaia, e cioe' ai patriarchi
Giuseppe e Salomone. Se Josephus avesse veramente creduto ad un
Gesu di valenza storica allora avrebbe certamente scritto di lui in
maniera assai piu' estesa. Invece no! Questo ci fa quindi pensare
che Josephus fosse del tutto ignaro di questo brano. cegliendone i
membri tra gli uomini che condividevano le sue idee politiche".
La Catholic Encyclopedia ("Flavio Giuseppe") riporta:
"...Josephus... fu scelto dal Sinedrio di Gerusalemme quale
comandante in capo della Galilea. In tale qualita' egli istitui',
in ogni citta', un consiglio di giudici scegliendone i membri tra
gli uomini che condividevano le sue idee politiche." E' indubbio
quindi che Josephus fosse un ebreo istruito che ha vissuto
esattamente nella regione dove, si dice, si sono svolti gli
avvenimenti riportati dai Vangeli; altrettanto fecero i suoi
genitori che furono contemporanei agli eventi di Gesu. D'altro
canto era una vera passione, per Josephus, studiare il popolo
ebraico e la sua storia; quindi oltre al TF, ovviamente falso, e la
breve nota su Giacomo, ricordata dal Taylor, nei suoi voluminosi
lavori non parla mai del Cristo ne del cristianesimo. Non c'e'
alcun senso nel fatto che il prolifico scrittore ebraico non parli
diffusamente dei movimenti cristiani, a meno che, a quel tempo, non
ne esistesse un numero significativo. L'Enciclopedia Cattolica (CE)
che sostiene la tesi della autenticita' del passaggio di Josephus,
e' tuttavia costretta ad ammettere che: " il brano sembra soffrire
a causa di ripetute interpolazioni". Allo stesso modo la CE
conferma che gli scritti di Josephus furono largamente usati dai
primi padri della Chiesa quali Gerolamo, Ambrogio e Crisostomo;
malgrado cio', com'e' noto eccetto Gerolamo, nessun altro accenna
al TF.
Riguardo al TF, come pure al passaggio su Giacomo, basato sulla
frase "Giacomo, il fratello di Gesu, detto il Cristo", lo scrittore
ebreo Ben Yehoshua fa alcune interessanti osservazioni: "Nessuna di
queste frasi si trova nella versione originale delle Antichita'
Giudaiche conservata dagli ebrei. Il primo passaggio (XVII, 3, 3)
fu riportato dagli scritti di Eusebio intorno al 320 d.C., cosi'
possiamo dedurne che esso sia stato aggiunto tra il periodo nel
quale i cristiani conobbero le Antichita' Giudaiche e il 320 d.C.
Non e' noto quando l'altro passaggio (XX, 9, 1) sia stato aggiunto.
Nessuno di questi due testi puo' essere riferito ad una fonte
sicura. E' falso quindi sostenere che questi passaggi siano stati
scritti da Josephus e che essi provino l'esistenza di Gesu. Essi
furono scritti da redattori cristiani e sono basati unicamente su
credenze cristiane". Yehoshua riporta che lo storico del 12°
secole, Gerald of Wales abbia riferito che un "Maestro Robert del
Priorato di St. Frideswide di Oxford", avesse esaminato molte copie
in ebraico di Josephus senza trovare citazioni cica il Cristo,
eccetto che in due manoscritti nei quali appariva (a Robert
evidentemente) come tale testimonianza fosse stata presente ma
cancellata (graffiata via). Yehoshua afferma che poiche'
l'abrasione comporta la rimozione dello strato superiore (della
pergamena?), l'esistenza di queste cancellature su due delle molte
copie osservate non e' una prova che cio' che e' stato rimosso sia
effettivamente il TF. Gli apologisti invece non hanno dubbi e
sostengono che questi testi ebraici sono unicamente delle vecchie
copie sulle quali le autorita' ebraiche hanno rimosso il TF. Questa
accusa di mutilazione di un testo d'autore, ovviamente puo'
facilmente essere girata contro i cristiani. Inoltre, considerato
che Vossius ha presumibilmente posseduto una copia delle Antichita'
Giudaiche senza il TF e' altrettanto possibile che esistessero
"altre copie ebraiche" similmente prive del passaggio.
CRITICITA' ANCHE DAL MONDO CRISTIANO
I motivi che portano a concludere che il passaggio di Josephus sia
un falso sono stati ripresi anche da numerose autorita' cristiane,
degne di attenzione per la loro onesta' e integrita'. In "The
Christ", John Resemburg riporta le opinioni dei critici del TF
basate sullo studio delle copie dei secoli passati; queste
autorita', la maggioranza delle quali cristiane, comprendono, in
modo particolare, il Dott. Lardner il quale afferma: "Una
testimonianza tanto favorevole a Gesu, contenuta nel lavoro di
Josephus, vissuto subito dopo il Salvatore, ai tempi di Vespasiano
e Tito e al corrente degli avvenimenti del suo paese, pur avendo
ricevuti tanti favori dai romani, non sarebbe stata ignorata o
taciuta da un apologista cristiano (Lardner's Works, Vol. II, Cap.
iv)." Resta tuttavia il fatto che il TF e' stato negletto e
trascurato dai primi scrittori cristiani per il semplice motivo che
non esisteva.
Un'altro autorevole personaggio, il vescovo Warburton,
defini' il TF "un falso clamoroso e alquanto stupido". Di rincalzo
il Remsburg riporta le parole del "Rev. Giles della Chiesa
d'Inghilterra" affermando che: "Coloro che conoscono meglio la
personalita' di Josephus e lo stile delle sue scritture, non hanno
esitazioni nel condannare questo passaggio come un falso
interpolato nel testo, durante il terzo secolo, da qualche pio
cristiano che era rimasto scandalizzato che un famoso scrittore
come Josephus non avesse detto nulla sui Vangeli o sul Cristo che
e' il loro oggetto...".
In aggiunta, il Rev. S. Barin-Gould osserva: "Questo passaggio e'
attribuito in primo luogo ad Eusebio (315 d.C.) in due citazioni
(Hist. Eccl., lib.I, cap. xi; Demonst. Evang., lib. iii); ma era
sconosciuto a Giustino Martire (140 d.C.), a Clemente Alessandrino
(192 d.C.), a Tertulliano (193 d.C.) e a Origene (230 d.C.) Una
tale testimonianza sarebbe stata certamente riportata da Giustino
nella sua apologia o nella controversia con Trifone l'ebreo, se
fosse esistita nelle copie di Josephus del suo tempo. Il silenzio
di Origene e' ancora piu' significativo. Celso nel suo libro contro
la Cristianita', si serve di un ebreo. Origene, a sua volta attacca
l'argomento di Celso e del suo ebreo. Egli non avrebbe mancato di
citare le parole di Josephus, le cui opere gli erano note, se il
brano fosse esistito nel testo originale. Egli poi indubbiamente e
distintamente afferma che Josephus non credeva nel Cristo (Ctr.
Cels., I). Il passo seguente, dalla penna del Dott. Farrar, si puo'
trovare nell'Enciclopedia Britannica: "Questo Josephus scrisse
l'intero brano in modo tale che nessun critico sensato potrebbe
sostenerlo". E cosi' via attraverso le opinioni di esperti del
Cristianesimo quali Theodor Keim, Rev. Dott. Hooykaas e Dott.
Alexander Campbell. Ai tempi del Dott. Chalmers ed altri, il TF e'
stato totalmente screditato da tali esperti al punto di dichiararlo
un falso in toto e non lo considerano, neanche per un momento, come
prova dell'esistenza di Gesu, sia come uomo che come divinita'.
Infatti questi ultimi difensori della fede sapevano malgrado tutto
che il TF era un falso e che Josephus non ha mai accennato a
Gesu.
Resemburg inoltre riporta: "Cannon Farrar, il quale ha scritto una
vita di Cristo, tuttavia lo ricusa e lo rinnega e afferma: il
singolo passaggio nel quale (Josephus) allude a lui e' interpolato,
se non interamente spurio, (Life of Christ, Vol. I, pag. 46)."
Nel suo moderno lavoro apologetico "The Case for Christ" Leo
Strobel riferisce un passaggio tratto da un romanzo pubblicato da
Charles Templeton nel 1979, nel quale l'autore dichiara per quanto
riguarda Gesu: "Non c'e' una sola parola su di lui nell'ambito di
una storia secolare. Non una parola! Nessuna menzione di lui da
parte dei Romani. Nessun riferimento da parte di Giuseppe".
(Strobel, 101) Strobel riporta successivamente la risposta del
cristiano Prof. Edwin Yamauchi che accusa il Dott. Templeton di
essersi sbagliato esistendo, secondo lui, un riferimento a Gesu
nell'opera di Josephus. La risposta fittizia di Yamauchi ignora
volutamente ed espressamente i saldi argomenti precedenti sui quali
Templeton era abbastanza esperto per poter rilasciare una
dichiarazione di questo tenore. Templeton era evidentemente al
corrente del preteso riferimento contenuto in Josephus, ma aveva
anche capito, dai lavori dei piu' eruditi scrittori cristiani
dell'origine, trattarsi di un falso senza alcun riferimento da
parte di Josephus. Con questo facile modo di ignorare o mascherare
gli scritti dei primi studiosi del cristianesimo, i credenti
moderni si riattaccano al TF, argomento da lungo tempo dismesso, al
fine di convincere loro stessi di cio' che non e' credibile.
Nell'ambito di una critica piu' moderna, in "The Jesu Puzzle" e nel
suo articolo in rete "Josephus Unbound" il classico secolarista
Earl Doherty non lascia una sola pietra in piedi nella demolizione
del TF, eliminando ogni speranza per i futuri apologisti di
dimostrare, come si e' cercato di fare in passato, la storicita' di
Gesu. Per quanto riguarda i riferimenti a Josephus, al fine di
ottenere una prova dell'esistenza di Gesu, Doherty scrive: "...nel
primo secolo, in mancanza di qualsiasi prova a sostegno della tesi
che Gesu di Nazaret, come descritto dai Vangeli, fosse veramente
esistito, Josephus diventa un cappio troppo debole al quale
appendere tale tesi. E il chiasso, l'ansia e le disperate manovre
che circondano l'interpretazione di questi due piccoli passaggi, si
trasformano in un rumore di gigantesche proporzioni... il fuoco
eccessivo su queste incerte annotazioni e' spiegabile con il fatto
che il resto della prova sia cosi' scarso e tanto contrario ad una
immagine ortodossa. Se quasi tutto l'altro contenuto di Josephus
punta in una direzione contraria a quella essenziale ai Vangeli e
alla loro figura centrale, perche' mai Josephus avrebbe dovuto
coprirsi le spalle con due passaggi, l'affidabilita' dei quali e'
precaria ed in contrasto con tutte le altre evidenze?
Altri autori moderni critici verso il TF, in "The Jesus Mysteries",
Freke e Gandy concludono che: "incapaci di fornire qualsiasi
appiglio storico per provare l'esistenza di Gesu, numerosi
cristiani hanno falsificato le prove, puntellando le loro
interpretazioni sulla interpretazione letterale dei Vangeli; cosa
che in seguito divenne pratica corrente. (Freke e Gandy, 137).
Malgrado questi disperati tentativi, un considerevole numero di
altri moderni scrittori rimane dell'opinione dei primi studiosi e
quindi considerano il TF una frode in toto.
IL COLPEVOLE - Eusebio (c. 264-340)
Oltre al fatto di riconoscere la falsita' del passaggio di
Josephus, molti studiosi qui' citati sono d'accordo su un'altra
evidenza: che lo storico della Chiesa Eusebio sia stato il
falsificatore dell'intero TF. Sono gia' stati prodotti vari
argomenti per giungere a questa conclusione. In "Did Jesus Really
Live", Marshall Gauvin osserva che: "tutto dimostra il carattere
spurio del passaggio. E' scritto nello stile di Eusebio e non nello
stile di Josephus. Josephus era un produttore fecondo che ha
scritto estesamente su uomini di importanza secondaria. La stessa
brevita' di questo riferimento al Cristo e' percio' una prova
significativa della sua falsificazione. Questo brano interrompe il
flusso della narrazione e non ha niente a vedere con quello che
precede e quello che segue; la stessa posizione mostra chiaramente
come l'insieme del testo storico sia stato interrotto da una mano
estranea, per dare spazio ad una falsita'".
Per quanto riguarda l'assenza del TF sulle scritture dei primi
padri e l'apparizione improvvisa ai tempi di Eusebio, il CMU
afferma: "... e' stato osservato che il famoso inserto che troviamo
in Josephus, concernente Gesu il Cristo, non era mai stato
menzionato o riportato in qualsiasi senso, dai padri del primo,
secondo e terzo secolo; questo sino al tempo di Eusebio quando, per
la prima volta, viene citato da lui stesso (sic).
La verita' e' che nessuno di questi padri avrebbe potuto citare o
alludere ad un passaggio che, ai loro tempi, non esisteva ancora;
ma divenne improvvisamente assolutamente sicuro quando venne
scritto ed interpolato da Eusebio, come suggeriscono Gibbon ed
altri. Anche l'irriducibile Lardner ha dichiarato questo passaggio
falso". (CMU, 79-80)
Inoltre la parola "tribù" nel TF e' un altro indizio che il
passaggio sia stato prodotto da Eusebio che e' un amante di questa
parola, mentre Josephus la usa soltanto per indicare origini
etniche, mai quando descrive un movimento religioso. Kerry Shirts,
su questo particolare punto osserva: "Eusebio ha studiato
diligentemente Josephus al punto di potersi quasi sotituire a lui,
tranne quando ha usato la parola "tribù", per individuare i
cristiani. In tutta la letteratura che precede il concilio di
Nicea, i padri non hanno mai usato la parola "tribù" o "razza" per
indicare i cristiani e questo anche da parte di scrittori non
cristiani. Tertulliano, Plinio il Giovane, Traiano e Rufio non
usarono mai il termine tribu per riferirsi ai cristiani. Eusebio e'
stato il primo a dare il via a questa pratica". In "Antiqua Mater:
a Study of Christian Originis", Edwin Johnson ha rilevato come il
quarto secolo sia stato "l'eta' preferita per il falso letterario e
la sua diffusione". Egli ha inoltre commentato che non tutta la
massa di invenzioni etichettate con "Eusebio" deve essergli
attribuita perche' una parte di essa dovrebbe essere imputata agli
scrittori pagani dei primi tre secoli, che scrivevano sui
cristiani. Effettivamente il personaggio di Eusebio e' stato
ripetutamente incolpato, nel corso dei secoli, sino a denominarlo
un "luminoso bugiardo" ed una persona infida. Come tanti altri,
anche Drews critica Eusebio affermando che molti dei riferimenti
storici della Chiesa dovrebbero essere osservati con il massimo
sospetto. Drews riporta che lo storico svizzero Jakob Burkhardt
(1818-1897) ha definito Eusebio come "il primo storico
dell'antichita' completamente disonesto." (Drews 32/fn) I motivi di
Eusebio erano quelli di incrementare il potere della Chiesa e
quindi non si fece scrupolo di utilizzare falsificazioni,
soppressioni e notizie fittizie per raggiungere questo scopo.
CONCLUSIONE
Ammettendo per un istante che il passaggio di Josephus sia
autentico, anche se è stato ampiamente dimostrato come cio' non
possa assolutamente essere, esso non rappresenterebbe comunque una
testimonianza oculare, ma piuttosto una notizia indiretta raccolta
dopo circa sei decadi, dal verificarsi dell'evento descritto.
Quindi il TF avrebbe pur sempre un valore modesto nello stabilire
l'esistenza di un Gesu "storico". Ad ogni modo e' ormai abbastanza
chiaro che l'intero passaggio di Josephus per quanto riguarda il
Cristo, il Testimonium Flavianum, e' solo una bugia ed un falso.
Riguardo a questo, Remsburg conclude: "Per quasi 1600 anni i
cristiani hanno citato questo passaggio come una testimonianza, non
solo dell'esistenza storica, ma anche del carattere divino di Gesu
il Cristo. Mai un falso cosi' rigoglioso si e' mantenuto nel
tempo... La relativa brevita' confuta la relativa autenticita'. Il
lavoro di Josephus e' voluminoso ed esaustivo; si compone di venti
libri. Pagine intere sono dedicate a piccoli ladri e a capi
sediziosi. Circa 40 capitoli sono dedicati alla vita di un singolo
re. Malgrado cio', questo essere eccezionale, l'individuo piu'
grande che la sua razza abbia mai generato, un essere per il quale
i profeti hanno previsto diecimila cose meravigliose, un essere
piu' grande di qualsiasi precedente re, e' stato liquidato con una
dozzina di righe...".
La dismissione del passaggio di Josephus per cio' che concerne Gesu
non e' basata "sulla fede" o "sulla credenza" ma su di un esame
accurato, scientifico e sul ragionamento logico. Questa ricerca e'
stata ripetutamente confermata da numerosi esperti che si
definiscono cristiani. Il Dott. Lardner conclude che il TF
costituito da poche e poco conclusive parole, deve pertanto essere
eliminato, in ogni contesto, come prova della Cristianita'.
Considerata la grande autorita' degli studiosi e l'abbondanza delle
ragioni scientifiche, possiamo chiudere la discussione sul
malfamato Testimonium Flavianum di Josephus, dichiarandolo falso ed
maliziosamente prodotto.