Mi descrivo
Le informazioni presenti in questa pagina rappresentano una sintesi proveniente dalla ricerca di studiosi rinomati in tutto il mondo. L'autore del profilo si limita a riassumere quanto disponibile sui libri e in rete non esprimendo nessun parere personale e senza l'intenzione di cambiare l'opinione del lettore.
126 STORICI SILENTI - Michael Paulkovich
"La potenza della falsificazione della realtà piegata alle esigenze
della perversione rappresenta ancora oggi, purtroppo, l'emblema di
ogni potere." Questa è la conclusione di un ricercatore,
Michael Paulkovich, che ha settacciato
126
testi scritti durante o subito dopo l’epoca in cui Gesù si
suppone sia vissuto - e non ha trovato alcuna menzione, di nessun
tipo, su Gesù. L'affermazione che Gesù, la figura messianica al
centro della più grande religione del mondo, era semplicemente un
personaggio di fantasia, non è nuova. I sostenitori della teoria "
Gesù Mitico " hanno insistito per anni, sostenendo che la storia di
Gesù ha una stretta somiglianza con numerose altre storie
mitologiche degli dèi antichi che sono nati da madri vergini e che
fecero miracoli. In un nuovo articolo intitolato "La Favola di
Cristo," Michael Paulkovich riassume le sue scoperte, ossia la
mancanza di risultati, che lo portano a pensare che Gesù in realtà
non è mai esistito, ma è invece un personaggio immaginario,
costruito per i seguaci della religione, fondata in suo nome in
quanto icona centrale del culto.
"Imperatore Tito, Cassio Dione, Massimo, Moeragenes, Lucian,
Soterichus Oasites, Eufrate, Marco Aurelio, o Damis di Hierapolis.
Sembra che nessuno di questi scrittori dal primo al terzo secolo
abbia mai sentito parlare di Gesù, dei suoi miracoli globali né
della sua presunta fama mondiale", ha detto Paulkovich in una
recente intervista. I Rotoli del Mar Morto, noti anche come i testi
di Qumran, non contengono alcuna menzione di Gesù. Anche l'apostolo
Paolo, eroe del Nuovo Testamento accreditato per aver diffuso la
nuova religione del cristianesimo, scrisse poco dopo la presunta
morte di Gesù. Ma non dice mai che Gesù era una persona reale -
persino nella stessa Bibbia. "Paolo non conosce la vergine madre,
ignora la natività di Gesù, la parentela, gli eventi della sua
vita, il suo ministero, i miracoli, gli apostoli, il tradimento, la
prova e la passione straziante", afferma Paulkovich. "Paolo non sa
né dove né quando Gesù ha vissuto, e considera la crocifissione
metaforicamente ".
Mentre oggi il cristianesimo è diventato la religione più popolare
nella storia del mondo, con 2,2 miliardi di esseri umani che si
fanno chiamare cristiani, Paulkovich fa notare che ancora nel IV
secolo il cristianesimo era un piccolo culto ampiamente
perseguitato. L'invenzione di una figura mitica permise ai seguaci
del culto di radunarsi attorno al loro eroe, dando ai primi
cristiani la forza di sopravvivere. "Quando considero questi 126
scrittori, i quali avrebbero dovuto sentir parlare di Gesù, ma non
ne sapevano nulla – e quando penso che Paolo,Marcione, Atenagora,
Matteo crearono una tetralogia di Cristi opposti, inoltre leggo del
silenzio di Qumran, Nazareth e Betlemme, le storie contrastanti e
contraddittorie nel nuovo testamento, nella Bibbia, e così via… con
molti altri misteri e omissioni ", scrive Paulkovich," devo
concludere che Cristo è un personaggio mitico. "
PLINIO IL VECCHIO
Plinio il Vecchio, morto nel 79, testimone dei fatti palestinesi
che seguirono la presunta crocefissione di Gesù, avendo passato in
Palestina un periodo di cinque anni compreso tra il 65 e il 70, non
fa la minima menzione di un qualcuno che avesse questo nome. Famoso
per la sua cavillosità nel redigere i fatti in ogni dettaglio,
tanto da morire sul cratere del Vesuvio perché gli si era troppo
avvicinato per rendersi personalmente conto del fenomeno
eruttivo, se tace su Gesù e i cristiani non è certo per
trascuratezza o indifferenza. Del periodo passato in Palestina di
tante cose di cui parla, compresa quella riguardante quella
comunità essena che si era istallata nel deserto dell'Engaddi della
quale fa una descrizione che corrisponde esattamente a quanto
abbiamo poi appresa su di essa dai rotoli di Qumran, nulla dice ne
di Gesù ne di quella nuova religione formata dai cristiani che
secondo gli Atti degli Apostoli andava sempre più imponendosi per
il continuo afflusso di decine e decine di migliaia di convertiti.
SENECA
Filosofo e scrittore contemporaneo ai fatti evangelici, ignora
nella maniera più totale Gesù, i cristiani e le persecuzioni che
secondo la Chiesa furono eseguite contro di essi da Nerone. Nella
ricerca di prove che colmassero questo vuoto estremamente
significativo che veniva dal silenzio di Seneca che, quale
precettore di Nerone, non poteva ignorare i cristiani se veramente
fossero esistiti negli anni 50-60, San Girolamo (347-420),
prendendo come spunto lo stoicismo che questo filosofo aveva
praticato, nel colmo dell'arroganza arrivò ad affermare che era
stato così vicino ai cristiani per la conformità che sentiva di
avere con la loro teologia, da dichiararlo padre della Chiesa. E
come se questo non bastasse, per dimostrare l'esistenza di questa
pretesa relazione con i cristiani la Chiesa non esitò a fabbricare
una corrispondenza fraterna tra lui e Paolo di Tarso,
corrispondenza che si è dimostrata così assurda e banale che
nessuno, compresa la Chiesa, osa più difendere come vera.
SVETONIO
Segretario dell'imperatore Domiziano negli anni 90-95, cioè nel
pieno delle presunte persecuzioni, anche lui, come Plinio il
Vecchio e Seneca, nulla dice di Gesù e dei cristiani. Nella "Vita
dei Dodici Cesari", parlando di Claudio, Svetonio dice che 51 egli
scacciò da Roma gli ebrei perché causavano continui disordini
dietro l'incitamento di un certo Chrestos* che se la Chiesa non ha
più insistito a far passare per Christo, pur avendoci provato, non
è stato per un ritegno dovuto al buon senso, ma per ben altri
motivi, quali quello storico derivante dal fatto che Gesù morto nel
33 non poteva essere il Crestos del 51, e quello concettuale che le
impediva di trasferire il fondatore del cristianesimo nella persona
di un rivoluzionario agitatore. . (Vita dei 12 Cesari - Biografia
di Claudio). Questa affermazione di Svetonio riguardo l'espulsione
degli ebrei agitatori non è che un'ulteriore conferma della
presenza a Roma di una comunità esseno-zelota (non cristiana come
sostiene la Chiesa), alla quale appartenevano i coniugi Priscilla e
Aquila che ospitarono Paolo manifestamente anche lui un Nazir. (At.
17-18).
PLUTARCO
Nulla di nulla da parte di Plutarco che si riferisca a Gesù e ai
cristiani, e come lui nessuna menzione da parte di Giovenale,
Pausania e Cassio Dione il quale ultimo avrebbe avuto modo di
parlarne, se fossero veramente esistiti, nel suo libro "Storia
Romana" che tratta delle vicende di Roma che vanno dal 67a.C. al 47
d.C.
CELSO
Accanito critico storico, vissuto proprio nel periodo in cui i
primi cristiani costruivano i vangeli e gli Atti degli Apostoli in
seguito allo scisma determinato dall'introduzione del Sacramento
Eucaristico in seno alle comunità essene, (vedi Favola di Cristo),
Celso* scrisse alla fine del II secolo un libro dal titolo "Contro
i Cristiani" nel quale puntualizzava tutti gl'imbrogli che essi
stavano facendo "per costruire la figura di un mago che, qualora
fosse veramente esistito, poteva tutt'al più essere quella di uno
dei tanti ciarlatani che avevano percorso la Palestina imbrogliando
la gente". Ed è proprio in questo periodo, cioè alla fine del II
secolo, che per la prima volta viene nominato il nome "Gesù" da
Origene nel suo libro "Contra Celsum", da lui scritto per
rispondere alle accuse che Celso rivolgeva alla Chiesa a proposito
di questo nome che avevano dato al loro eroe che fino a quel
momento era stato chiamato con gli appellativi generici di Signore,
Cristo, Messia e Salvatore. Il nome di Gesù che troviamo nei testi
precedenti fu aggiunto soltanto in seguito, cioè nel II, III e IV
secolo. Che i vangeli siano sottoposti a continue modifiche di
aggiornamento ci viene dall'ultima trasformazione che si sta
operando in essi nelle edizioni moderne sul nome di Nazareno, che
viene sostituito con quello di Nazarettano, da quando si è fatto
rimarcare che questo è il vero appellativo dipendente dalla città
di Nazaret.
FILONE DI ALESSANDRIA
Filone di Alessandria (+ 42/50 d.C.), contemporaneo di Gesù, parla
di Pilato: «A questo riguardo si potrebbe parlare della sua
corruttibiità, della sua violenza, dei suoi furti, maltrattamenti,
offese, delle esecuzioni capitali da lui decise senza processo,
nonché della sua ferocia incessante e insopportabile» (LegGai 302).
Su Gesù, non una parola. Il dotto ebreo Filone di Alessandria, che
sopravvisse a Gesù di circa vent’anni, e di cui possediamo circa
cinquanta scritti, nelle sue opere parla diffusamente delle sette
giudaiche, in particolar modo degli esseni e menziona perfino
Pilato ma ignora totalmente Gesù e anche Paolo. E pensare che, a
detta di Fozio, era ritenuto un cristiano pentito.
GIUSTO DI TIBERIADE
Che Giusto di Tiberiade, storico contemporaneo e rivale di Giuseppe
Flavio, non parli né di Gesù, né dei cristiani nel suo libro
perduto "Storia della Guerra Giudaica", lo sappiamo da Potius,
Patriarca di Costantinopoli, che nel IX secolo, dopo aver cercato
inutilmente qualche riferimento a Gesù in una copia del libro che
egli ancora possedeva, esprimendo tutta la sua meraviglia, così
conclude: "Giusto di Tiberiade non fa nessuna menzione della
nascita, degli avvenimenti e dei miracoli che sono stati attribuiti
a Gesù"