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XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.31-46). 26 NOVEMBRE 2023

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.31-46). 26 NOVEMBRE 2023

 

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,31-46)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซQuando il Figlio dellโ€™uomo verrร  nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederร  sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerร  gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrร  le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirร  a quelli che saranno alla sua destra: โ€œVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร  il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perchรฉ ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmiโ€.
Allora i giusti gli risponderanno: โ€œSignore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?โ€. E il re risponderร  loro: โ€œIn veritร  io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโ€™avete fatto a meโ€.
Poi dirร  anche a quelli che saranno alla sinistra: โ€œVia, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perchรฉ ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitatoโ€.
Anchโ€™essi allora risponderanno: โ€œSignore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?โ€. Allora egli risponderร  loro: โ€œIn veritร  io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi piรน piccoli, non lโ€™avete fatto a meโ€.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eternaยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Conosciamo questo testo che, ai giorni nostri, รจ uno dei piรน citati e discussi. Per alcuni esso riassume quasi tutto il Vangelo. Questa tendenza non dipende da una moda o da una certa ideologia, ma corrisponde a qualcosa di assai piรน profondo che giร  esiste in noi. Quando siamo colpiti e sorpresi da unโ€™idea, da un avvenimento o da una persona, sembriamo dimenticare tutto il resto per non vedere piรน che ciรฒ che ci ha colpiti. Cerchiamo una chiave in grado di aprire tutte le porte, una risposta semplice a domande difficili.
Se leggiamo questo passo del Vangelo con questo spirito, il solo criterio di giudizio, e di conseguenza di salvezza o di condanna, รจ la nostra risposta ai bisogni piรน concreti del nostro prossimo. Poco importa ciรฒ che si crede e come si crede, poco importa la nostra appartenenza o meno a una comunitร  istituzionale, poco importano le intenzioni e la coscienza, ciรฒ che conta รจ agire ed essere dalla parte dei poveri e dei marginali.
Eppure, questa pagina del Vangelo di san Matteo รจ inscindibile dal resto del suo Vangelo e del Vangelo intero. In Matteo troviamo molti โ€œdiscorsiโ€ che si riferiscono al giudizio finale. Colui che non si limita a fare la volontร  di Dio attraverso le parole non sarร  condannato (Mt 7,21-27). Colui che non perdona non sarร  perdonato (Mt 6,12-15; 1-35). Il Signore riconoscerร  davanti a suo Padre nei cieli colui che si รจ dichiarato per lui davanti agli uomini (Mt 10,31-33). La via della salvezza รจ la porta stretta (Mt 7,13). Per seguire Cristo bisogna portare la propria croce e rinnegare se stessi. Colui che vuole salvare la propria vita la perderร  (Mt 16,24-26). San Marco ci dice anche: Colui che crederร  e sarร  battezzato, sarร  salvato. Colui che non crederร  sarร  condannato (Mc 16,15-16). Queste parole ci avvertono di non escludere dal resoconto finale la nostra risposta ai doni soprannaturali e alla rivelazione. Guarire le piaghe del mondo, eliminare le miserie e le ingiustizie, tutto questo fa parte integrante della nostra vita cristiana, ma noi non rendiamo un servizio allโ€™umanitร  che nella misura in cui, seguendo il Cristo, liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitรน del peccato. Allora solamente il suo regno comincerร  a diventare realtร .

 

 

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.14-30) 19 NOVEMBRE 2023

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.14-30) 19 NOVEMBRE 2023

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.14-30) 19 NOVEMBRE 2023.

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.14-30) 19 NOVEMBRE 2023.
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.14-30) 19 NOVEMBRE 2023.
 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,14-30)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซAvverrร  come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamรฒ i suoi servi e consegnรฒ loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacitร  di ciascuno; poi partรฌ.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andรฒ a impiegarli, e ne guadagnรฒ altri cinque. Cosรฌ anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnรฒ altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andรฒ a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornรฒ e volle regolare i conti con loro.
Si presentรฒ colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portรฒ altri cinque, dicendo: โ€œSignore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinqueโ€. โ€œBene, servo buono e fedele โ€“ gli disse il suo padrone โ€“, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ€.
Si presentรฒ poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: โ€œSignore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri dueโ€. โ€œBene, servo buono e fedele โ€“ gli disse il suo padrone โ€“, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ€.
Si presentรฒ infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: โ€œSignore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciรฒ che รจ tuoโ€.
Il padrone gli rispose: โ€œServo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e cosรฌ, ritornando, avrei ritirato il mio con lโ€™interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perchรฉ a chiunque ha, verrร  dato e sarร  nellโ€™abbondanza; ma a chi non ha, verrร  tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; lร  sarร  pianto e stridore di dentiโ€ยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La parabola dei talenti parla della venuta di Gesรน per il giudizio universale. Quando ritornerร , egli esigerร  di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioรจ delle nostre capacitร . Il premio per il buon uso sarร  la partecipazione alla gioia del Signore, cioรจ al banchetto eterno. La parabola racchiude un insegnamento fondamentale: Dio non misurerร  nรฉ conterร  i nostri acquisti, le nostre realizzazioni. Non ci chiederร  se abbiamo compiuto delle prodezze ammirate dal mondo, perchรฉ ciรฒ non dipende da noi, ma รจ in parte condizionato dai talenti che abbiamo ricevuto. Vengono tenute in conto soltanto la fedeltร , lโ€™assiduitร  e la caritร  con le quali noi avremo fatto fronte ai nostri doveri, anche se i piรน umili e i piรน ordinari. Il terzo servitore, โ€œmalvagio e infingardoโ€ ha una falsa immagine del padrone (di Dio). Il peggio รจ che non lo ama. La paura nei confronti del padrone lโ€™ha paralizzato ed ha agito in modo maldestro, senza assumersi nessun rischio. Cosรฌ ha sotterrato il suo talento. Dio si aspetta da noi una risposta gioiosa, un impegno che proviene dallโ€™amore e dalla nostra prontezza ad assumere rischi e ad affrontare difficoltร . I talenti possono significare le capacitร  naturali, i doni e i carismi ricevuti dallo Spirito Santo, ma anche il Vangelo, la rivelazione, e la salvezza che Cristo ha trasmesso alla Chiesa. Tutti i credenti hanno il dovere di ritrasmettere questi doni, a parole e a fatti.

 

 

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.1-13) 12 NOVEMBRE 2023

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.1-13) 12 NOVEMBRE 2023

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.1-13) 12 NOVEMBRE 2023

 

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.1-13) 12 NOVEMBRE 2023

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 25.1-13) 12 NOVEMBRE 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,1-13)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซIl regno dei cieli sarร  simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sรฉ lโ€™olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche lโ€™olio in piccoli vasi. Poichรฉ lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzรฒ un grido: โ€œEcco lo sposo! Andategli incontro!โ€. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: โ€œDateci un poโ€™ del vostro olio, perchรฉ le nostre lampade si spengonoโ€. Le sagge risposero: โ€œNo, perchรฉ non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e comprateveneโ€.
Ora, mentre quelle andavano a comprare lโ€™olio, arrivรฒ lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Piรน tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: โ€œSignore, signore, aprici!โ€. Ma egli rispose: โ€œIn veritร  io vi dico: non vi conoscoโ€.
Vegliate dunque, perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโ€™oraยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Ai tempi di Gesรน la sposa aspettava nella casa dei genitori lโ€™arrivo dello sposo. Dopo il tramonto del sole, lo sposo arrivava con un corteo nuziale per portarla nella sua casa. Alcune damigelle seguivano la sposa. Diverse ragioni potevano causare il ritardo dello sposo come, per esempio, lunghi discorsi con i genitori della sposa sui doni e sulla dote. Il tirare in lungo le trattative era di buon auspicio. Ma non รจ lo stesso per le spose di cui si parla nel Vangelo di oggi. Qui si tratta infatti del ritorno di Cristo e tutto รจ riassunto nelle ultime parole: โ€œVegliate, dunque, perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโ€™oraโ€, cioรจ: โ€œSiate pronte per lโ€™arrivo di Cristoโ€. Cosรฌ la parabola delle vergini poteva cominciare con questa frase: โ€œPer il regno dei cieli accadrร  come per le dieci vergini che uscirono, con le loro lampade, incontro allo sposoโ€. Agli occhi di Gesรน, รจ saggio chi veglia, cioรจ chi pensa sempre, nel suo animo, al giorno del ritorno del Signore e allโ€™ora della propria morte, chi vive ogni giorno nellโ€™amicizia di Dio, nella grazia santificante, e chi si rialza subito se, per debolezza, cade. Allora โ€œVegliateโ€, perchรฉ nessuno, allโ€™infuori di Dio, conosce il giorno e lโ€™ora.

 

 

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 23.1-12) 5 NOVEMBRE 2023

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 23.1-12) 5 NOVEMBRE 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 23,1-12)

In quel tempo, Gesรน si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
ยซSulla cattedra di Mosรจ si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; si compiacciono dei posti dโ€™onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati โ€œrabbรฌโ€ dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare โ€œrabbรฌโ€, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate โ€œpadreโ€ nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare โ€œguideโ€, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi รจ piรน grande, sarร  vostro servo; chi invece si esalterร , sarร  umiliato e chi si umilierร  sarร  esaltatoยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Che cosa significa essere cristiano?
Andare a Messa, battezzare i propri figli, fare la comunione a Pasqua, rispettare i comandamenti?
Nel Vangelo di oggi, Cristo svela la falsitร  della religiositร  dei farisei servendosi dellโ€™esempio dei sacerdoti dellโ€™Antico Testamento: โ€œQuanto vi dicono, fatelo e osservatelo; ma non fate secondo le loro opere, perchรฉ dicono e non fannoโ€.
Viene da pensare ai genitori e agli educatori: non basta parlare o insegnare, bisogna dare il buon esempio. Quante volte un padre alcolizzato, una madre negligente o degli educatori poco adatti avviano i bambini alla menzogna?
Quello che dovrebbe essere il comportamento del vero cristiano appare nellโ€™insegnamento di san Paolo ai Tessalonicesi. Chiamato da Cristo sulla via di Damasco, san Paolo scoprรฌ, per unโ€™improvvisa folgorazione, tutto il mistero di Cristo e capรฌ che lโ€™essere cristiano consiste nello spirito di apostolato. Egli stesso, pieno dello Spirito di Cristo risorto, lo trasmise agli altri.
Essere cristiani vuol dire questo: non tanto rispettare ciecamente delle formule o dei precetti, ma donare Cristo agli altri, mediante una vita cristiana onesta, perchรฉ, grazie allโ€™apostolato della preghiera, della sofferenza e delle opere, il cristiano possa divenire una forza vivente del Vangelo di Cristo.
Questo รจ lโ€™insegnamento di Gesรน ed รจ cosรฌ che deve vivere chi vuole essere cristiano. 

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 22.34-40) 29 OTTOBRE 2023

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 22.34-40) 29 OTTOBRE 2023

 ยซโ€Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua menteโ€. Questo รจ il grande e primo comandamento. Il secondo poi รจ simile a quello: โ€œAmerai il tuo prossimo come te stessoโ€. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profetiยป.
 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesรน aveva chiuso la bocca ai sadducรจi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogรฒ per metterlo alla prova: ยซMaestro, nella Legge, qual รจ il grande comandamento?ยป.
Gli rispose: ยซโ€Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua menteโ€. Questo รจ il grande e primo comandamento. Il secondo poi รจ simile a quello: โ€œAmerai il tuo prossimo come te stessoโ€. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profetiยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

I farisei vivevano per meditare la legge, per capirla, per interpretarla. Alcuni sono riusciti a capire Gesรน Cristo che ha detto a uno di loro che non era lontano dal regno dei cieli (Mc 12,34). E un altro fariseo, Paolo di Tarso, riuscรฌ ad essere lโ€™apostolo dei gentili. Ma tanti tra di loro, al contrario, rifiutavano il giovane Rabbi di Nazaret, e lo hanno messo a morte sulla croceโ€ฆ Interpretando la legge, i farisei ottenevano una casistica minuziosa che rendeva il giogo della legge insopportabile. Ed รจ per questo che non potevano capire Gesรน che, secondo loro, infrangeva il riposo del sabato guarendo i malati il sabato, e anche dicendo che il Figlio dellโ€™uomo era padrone del sabato e che questo giorno, cosรฌ importante, era stato fatto per lโ€™uomo, e non il contrarioโ€ฆ (Mt 12,8; Mc 2,27). Gesรน disfa il repertorio molto complicato dei precetti, e lo riassume nellโ€™amore di Dio e del prossimo sopra tutto. Egli considera che questo รจ il primo comandamento, da cui tutti gli altri derivanoโ€ฆ Di fronte a queste parole non possiamo fare altro che rivedere la nostra condotta, riconoscere i nostri errori e proporci in modo concreto di vivere per amore, di morire per amore.

 

 

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 22.15-21) 22 OTTOBRE 2023

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 22.15-21) 22 OTTOBRE 2023

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 22.15-21) 22 OTTOBRE 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 22,15-21)

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesรน nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: ยซMaestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo veritร . Tu non hai soggezione di alcuno, perchรฉ non guardi in faccia a nessuno. Dunque, diโ€™ a noi il tuo parere: รจ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?ยป.
Ma Gesรน, conoscendo la loro malizia, rispose: ยซIpocriti, perchรฉ volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributoยป. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandรฒ loro: ยซQuesta immagine e lโ€™iscrizione, di chi sono?ยป. Gli risposero: ยซDi Cesareยป.
Allora disse loro: ยซRendete dunque a Cesare quello che รจ di Cesare e a Dio quello che รจ di Dioยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Lโ€™ipocrisia dei farisei e dei sadducei proclama la veridicitร  di Gesรน, che essi cercano di cogliere nella rete di un dilemma sapientemente calcolato: o egli afferma che il tributo ad uno Stato straniero e idolatra รจ lecito, e perde la stima di coloro che non accettano il dominio romano; oppure dichiara che questo tributo รจ illecito, e apre la porta al suo processo con lโ€™accusa di istigare la sedizione. โ€œRendete dunque a Cesare quello che รจ di Cesareโ€. Gesรน non รจ il capo di un movimento di rivolta: il suo discepolo deve compiere i suoi obblighi civici. รˆ in questo modo che lโ€™ha capito la prima Chiesa (Rm 13,1-7; 1Pt 2,13-17). Ma ciรฒ che รจ importante e decisivo, e che non sembra preoccupare i farisei, รจ il seguito: โ€œE a Dio quello che รจ di Dioโ€. Soltanto a Dio si devono lโ€™adorazione e il culto, e nรฉ lo Stato nรฉ alcunโ€™altra realtร  di questo mondo possono pretendere ciรฒ che รจ dovuto esclusivamente a Dio. Il martirio รจ lโ€™espressione suprema della resistenza cristiana di fronte al tentativo assolutistico del potere temporale di usurpare il posto di Dio (Ap 20,4).
A Dio ciรฒ che รจ di Dio! Ma tutto appartiene a Dio, che รจ il creatore. Ed รจ per questo che non si puรฒ astrarre Dio durante la costruzione della cittร  terrena, โ€œquasi che Dio non meriti alcun interesse nellโ€™ambito del disegno operativo ed associativo dellโ€™uomoโ€ (Reconciliatio et paenitentia , 14). Lโ€™uomo puรฒ realizzare la pretesa blasfema di costruire un mondo senza Dio, ma โ€œquesto mondo finirร  per ritorcersi contro lโ€™uomoโ€ (ivi , 18).

 

 

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 22,1-14) 15 OTTOBRE 2023

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 21.33-43) 8 OTTOBRE 2023

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 21.33-43) 8 OTTOBRE 2023

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 21.33-43) 8 OTTOBRE 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,33-43.45)
In quel tempo, Gesรน disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
ยซAscoltate unโ€™altra parabola: cโ€™era un uomo che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano.
Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โ€œAvranno rispetto per mio figlio!โ€. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: โ€œCostui รจ lโ€™erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร !โ€. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrร  dunque il padrone della vigna, che cosa farร  a quei contadini?ยป.
Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร  morire miseramente e darร  in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป.
E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture:
โ€œLa pietra che i costruttori hanno scartato
รจ diventata la pietra dโ€™angolo;
questo รจ stato fatto dal Signore
ed รจ una meraviglia ai nostri occhiโ€?
Perciรฒ io vi dico: a voi sarร  tolto il regno di Dio e sarร  dato a un popolo che ne produca i fruttiยป.
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perchรฉ lo considerava un profeta. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La parabola dei vignaioli omicidi รจ di un realismo tale che potremmo considerarla come una teologia della storia.
Lโ€™omicidio รจ lโ€™apogeo di una infedeltร  continua, che nasconde naturalmente ingratitudine. รˆ la storia dellโ€™umanitร  e quella di ogni uomo, con i nostri limiti, le nostre ingiustizie, la nostra avarizia, le nostre ambizioni. Noi reagiamo spesso cosรฌ davanti al bene che riceviamo dai nostri simili. Noi agiamo spesso cosรฌ davanti alla bontร  di Dio.
Siamo dei cattivi amministratori, che cominciano commettendo il grave errore di credersi padroni del regno e il minimo potere ci disturba, anche quello di Dio, assoluto ma non dominatore. Noi non ci troviamo al posto che dovremmo occupare, e ci piacerebbe vietare lโ€™ingresso nel regno a coloro che vogliono entrarci. Lโ€™atteggiamento di Dio differisce completamente dal nostro. Ci ama allo stesso modo; ma non tollera che i suoi figli non mangino il pane che egli offre loro e che per di piรน si ostinino ad impedire agli altri di mangiarlo. Noi ci sbagliamo in tutto. E proprio quando ci sentiremo piรน sicuri, verremo privati dei nostri doni, perchรฉ non possediamo, anche se lo crediamo, alcuna esclusivitร .
รˆ necessario che scopriamo Cristo come pietra angolare dellโ€™edificio in pietre vive che รจ la Chiesa, alla quale siamo stati introdotti con il battesimo. Cerchiamo con coraggio di produrre frutti per raggiungere il regno dei cieli.

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 21.28-32) 1 OTTOBRE 2023

https://blog.libero.it/wp/ilvangelonelsecoloventunesimo/2023/10/01/xxvi-domenica-del-tempo-ordinario-anno-mt-21-28-32-1-ottobre-2023/

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,28-32)

In quel tempo, Gesรน disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: ยซChe ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: โ€œFiglio, oggi vaโ€™ a lavorare nella vignaโ€. Ed egli rispose: โ€œNon ne ho vogliaโ€. Ma poi si pentรฌ e vi andรฒ. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: โ€œSรฌ, signoreโ€. Ma non vi andรฒ. Chi dei due ha compiuto la volontร  del padre?ยป. Risposero: ยซIl primoยป.
E Gesรน disse loro: ยซIn veritร  io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti cosรฌ da credergliยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Giovanni e i peccatori.
Il messaggio che Gesรน porta agli uomini รจ un mistero; anche la sua persona venuta dal Cielo รจ un profondo mistero. Nel suo insegnamento perรฒ Gesรน vuol farsi capire dalla gente e dai capi del popolo. Ricorre agli esempi che sono piรน efficaci. Per denunciare lโ€™ostilitร  con cui i sacerdoti e degli anziani hanno accolto la predicazione di Giovanni ricorre alla parabola dei due fratelli. Uno tutto ossequioso verso suo padre, perรฒ non fa corrispondere alle parole lโ€™azione: Va a lavorare nella vigna. โ€“ Sรฌ, padre, ma non va. Lโ€™altro, piรน insubordinato e quasi ribelle, allo stesso invito, risponde apertamente: Non ne ho voglia โ€“ ma poi, si pente, e va. Gesรน rivolge una domanda: Chi dei due ha compiuto la volontร  del padre? Rispondono: lโ€™ultimo. E Gesรน esplicita lโ€™insegnamento: Eโ€™ venuto Giovanni nella via della giustizia e voi non gli avete creduto a differenza dei pubblicani e delle prostitute. Come se dicesse: voi che vi reputate giusti, avete rifiutato la veritร ; i pubblicani invece e le prostitute, che voi condannate, si convertono e seguono la via della giustizia. Nel servizio di Dio non bastano le buone intenzioni; occorre fedeltร  pratica perchรฉ lโ€™amor di Dio non consiste nel dire: Signore, Signore, ma nel fare la sua volontร . Ci liberi il Signore da una religiositร  di parole priva di fatti concreti.

 

 

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 20.1-16) 24 SETTEMBRE 2023

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 20.1-16) 24 SETTEMBRE 2023

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 20.1-16) 24 SETTEMBRE 2023XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 20.1-16) 24 SETTEMBRE 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 20,1-16)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซIl regno dei cieli รจ simile a un padrone di casa che uscรฌ allโ€™alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordรฒ con loro per un denaro al giorno e li mandรฒ nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: โ€œAndate anche voi nella vigna; quello che รจ giusto ve lo darรฒโ€. Ed essi andarono. Uscรฌ di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lรฌ e disse loro: โ€œPerchรฉ ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?โ€. Gli risposero: โ€œPerchรฉ nessuno ci ha presi a giornataโ€. Ed egli disse loro: โ€œAndate anche voi nella vignaโ€.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: โ€œChiama i lavoratori e daโ€™ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primiโ€. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di piรน. Ma anchโ€™essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, perรฒ, mormoravano contro il padrone dicendo: โ€œQuesti ultimi hanno lavorato unโ€™ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldoโ€.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: โ€œAmico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a questโ€™ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ€.
Cosรฌ gli ultimi saranno primi e i primi, ultimiยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesรน ci svela quanto la sua logica sia diversa dalla nostra e la superi.
Nella sua vigna cโ€™รจ spazio per tutti e ogni ora puรฒ essere quella giusta. Cosรฌ come ogni nostra situazione di vita deve essere la vigna che ci รจ affidata per curarla e metterla in grado di portare molto frutto e questo non per rinchiuderci egoisticamente in un ambito ristretto ma per riconoscerci, a partire dal concreto dellโ€™esistenza, โ€œlanciati sulle frontiere della storiaโ€, per essere cioรจ veri evangelizzatori e missionari.
Siamo tutti pronti a riconoscerci tra gli operai che hanno accettato lโ€™invito della prima ora, ma quale potrร  essere la chiamata che il Signore ci riserva per lโ€™ultima ora, per la sera della nostra vita?
Riconoscersi tra i chiamati alla salvezza deve significare renderci disponibili ad accogliere ogni chiamata, anche la meno gratificante, la piรน difficile e dolorosa.

 

 

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.21-35) 17 SETTEMBRE 2023

 

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.21-35) 17 SETTEMBRE 2023

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.21-35) 17 SETTEMBRE 2023

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.21-35) 17 SETTEMBRE 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,21-35)

In quel tempo, Pietro si avvicinรฒ a Gesรน e gli disse: ยซSignore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrรฒ perdonargli? Fino a sette volte?ยป. E Gesรน gli rispose: ยซNon ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli รจ simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poichรฉ costui non era in grado di restituire, il padrone ordinรฒ che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e cosรฌ saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: โ€œAbbi pazienza con me e ti restituirรฒ ogni cosaโ€. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciรฒ andare e gli condonรฒ il debito.
Appena uscito, quel servo trovรฒ uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: โ€œRestituisci quello che devi!โ€. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: โ€œAbbi pazienza con me e ti restituirรฒโ€. Ma egli non volle, andรฒ e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto lโ€™accaduto. Allora il padrone fece chiamare quellโ€™uomo e gli disse: โ€œServo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perchรฉ tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietร  del tuo compagno, cosรฌ come io ho avuto pietร  di te?โ€. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finchรฉ non avesse restituito tutto il dovuto.
Cosรฌ anche il Padre mio celeste farร  con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratelloยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Pietro immaginava di fare una gran bella figura proponendosi di perdonare fino a sette volte. Mettetevi nei suoi panni: immaginate che qualcuno sparli di voi e, pentito, venga a chiedervi scusa. Ovviamente lo perdonateโ€ฆ ma se subito dopo torna a sparlare di voi che fate? Appuntoโ€ฆ Essere disposti a perdonare fino a sette volte รจ un grande gesto di generositร . Ma Gesรน rilancia: occorre perdonare sempre. Come รจ possibile? La parabola ci aiuta a capire questa esigenza cosรฌ estrema. Possiamo perdonare sempre perchรฉ a noi Dio perdona sempre. Come al servo malvagio della parabola, anche a noi il padrone condona un debito enorme. Perciรฒ cambiati, convertiti, stupiti da tanta generositร , diventiamo capaci di perdonare qualunque torto. Come una fontana che viene riempita dallโ€™acqua di sorgente e, quando รจ colma, lascia fluire lโ€™acqua nel ruscello, anche noi possiamo perdonare e amare perchรฉ perdonati e amati. Se fatichiamo a perdonare qualcuno che ci ha fatto del male, possiamo riflettere di fronte a Dio, chiedendogli di aiutarci a capire la logica del perdono che cambia. Che cambia noi prima degli altri.

 

 

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.15-20) 10 SETTEMBRE 2023

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.15-20) 10 SETTEMBRE 2023

 

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.15-20) 10 SETTEMBRE 2023

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.15-20) 10 SETTEMBRE 2023

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 18.15-20) 10 SETTEMBRE 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. 
(Mt 18,15-20)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซSe il tuo fratello commetterร  una colpa contro di te, vaโ€™ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterร , avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterร , prendi ancora con te una o due persone, perchรฉ ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterร  costoro, dillo alla comunitร ; e se non ascolterร  neanche la comunitร , sia per te come il pagano e il pubblicano.
In veritร  io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarร  legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarร  sciolto in cielo.
In veritร  io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno dโ€™accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che รจ nei cieli gliela concederร . Perchรฉ dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lรฌ sono io in mezzo a loroยป. Parola del Signore

RIFLESSIONI

In questa pagina del Vangelo di Matteo vengono riferiti alcuni โ€œloghiaโ€, ossia alcune parole o sentenze, cosรฌ come furono autenticamente pronunciate da Gesรน. Esse sono poste allโ€™interno del discorso elaborato da Matteo sul modo di comportarsi dei cristiani in seno alla comunitร . Per comprenderlo, questo discorso deve essere collegato alla frase conclusiva della sezione precedente, in cui si afferma: โ€œDio non vuole che neppure uno di questi piccoli si perdaโ€.
รˆ un monito a chi dirige la comunitร , di non escludere nessuno, senza prima aver tentato ogni mezzo per correggerlo dal suo errore o dal suo peccato. Niente, infatti, รจ piรน delicato della correzione fraterna. La regola data da Cristo per la vita e la conduzione della comunitร  รจ quella di tenere presente la gradualitร  del procedere. Ognuno deve lasciarsi guidare dalla preoccupazione di salvaguardare, con ogni cura, la dignitร  della persona del fratello.
Il primato รจ dato, perciรฒ, alla comunione. Deve essere salvata ad ogni costo, perchรฉ la comunione รจ tale solo se mette in opera ogni tentativo atto a convertire il peccatore.
Se il fratello persiste nellโ€™errore, non sarร  il giudizio della comunitร  in quanto tale a condannarlo, bensรฌ il fatto che lui stesso si autoesclude dallโ€™assemblea dei credenti. Cosรฌ avviene nella scomunica pronunciata dalla Chiesa; essa non fa altro che constatare una separazione giร  avvenuta nel cuore e nel comportamento di un cristiano.

 

 

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 16.21-27) 3 SETTEMBRE 2023

 
 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 16,21-27)

In quel tempo, Gesรน cominciรฒ a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: ยซDio non voglia, Signore; questo non ti accadrร  maiยป. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: ยซVaโ€™ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!ยป.
Allora Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la troverร .
Infatti quale vantaggio avrร  un uomo se guadagnerร  il mondo intero, ma perderร  la propria vita? O che cosa un uomo potrร  dare in cambio della propria vita?
Perchรฉ il Figlio dellโ€™uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderร  a ciascuno secondo le sue azioniยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

โ€œNon pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiโ€. Pietro scopre cosรฌ la vera identitร  di Gesรน. Egli fa lโ€™incredibile scoperta che questo carpentiere di Nazaret non รจ altro che il Cristo, lโ€™unto di Israele, la realizzazione dellโ€™attesa, lunga duemila anni, del suo popolo. Ma Pietro interpreta la missione di Gesรน in termini politici. Gesรน ben se ne rende conto e spiega che tipo di Messia sarร : andrร  a Gerusalemme per soffrire, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno. Ciรฒ รจ troppo per Pietro: nel suo spirito, lโ€™idea di sofferenza e lโ€™idea di Messia sono semplicemente incompatibili fra loro.
โ€œNon pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiโ€. Se Pietro potesse solo rendersene conto, sarebbe pervaso dalla gioia! Il Messia, che si sarebbe immerso nella sofferenza, che avrebbe incontrato lโ€™ostilitร  degli uomini e che avrebbe subito tutte le conseguenze dellโ€™ingratitudine secolare di Israele verso il Dio dellโ€™Alleanza, era proprio lรฌ! Davanti a lui cโ€™era finalmente colui che avrebbe sconfitto Satana in uno scontro decisivo e che avrebbe, in questo modo, portato a compimento il piano divino di salvezza per lโ€™umanitร .
Poichรฉ Pietro โ€œcominciรฒ a protestare dicendo: Dio te ne scampi, Signore, questo non ti accadrร  maiโ€, Gesรน gli disse: โ€œLungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!โ€. Voltaire scrisse argutamente: โ€œDio fece lโ€™uomo a sua immagine e somiglianza e lโ€™uomo gliela rese proprio bene!โ€.
Nella nostra tendenza innata a resistere a Dio, noi deformiamo la sua immagine, ci rifiutiamo di lasciare che Dio sia come vuole essere. Il nostro Dio รจ troppo piccolo, troppo fragile e troppo limitato, mentre il Dio di Gesรน Cristo รจ letteralmente troppo bello per essere vero. Gesรน si affretta a percorrere la via che porta a Gerusalemme per svelarcelo sulla croce.
Sulla croce, infatti, Gesรน rivelerร  lโ€™ultimo ritratto di Dio nel dramma della misericordia che vince il peccato, dellโ€™amore che supera la morte e della fedeltร  divina che cancella il tradimento.
Chi avrebbe mai immaginato, sia pure in sogno, che Dio sarebbe intervenuto nella nostra storia in questo modo?
Sfortunatamente, per molti, Gesรน รจ davvero troppo bello per essere vero. โ€œSe tu conoscessi il dono di Dio e chi รจ colui che ti dice: Dammi da bere!โ€ (Gv 4,10).

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 16.13-20) 23 AGOSTO 2023

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 16.13-20) 23 AGOSTO 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 16,13-20)

In quel tempo, Gesรน, giunto nella regione di Cesarรจa di Filippo, domandรฒ ai suoi discepoli: ยซLa gente, chi dice che sia il Figlio dellโ€™uomo?ยป. Risposero: ยซAlcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elรฌa, altri Geremรฌa o qualcuno dei profetiยป.
Disse loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Rispose Simon Pietro: ยซTu sei il Cristo, il Figlio del Dio viventeยป.
E Gesรน gli disse: ยซBeato sei tu, Simone, figlio di Giona, perchรฉ nรฉ carne nรฉ sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che รจ nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darรฒ le chiavi del regno dei cieli: tutto ciรฒ che legherai sulla terra sarร  legato nei cieli, e tutto ciรฒ che scioglierai sulla terra sarร  sciolto nei cieliยป.
Allora ordinรฒ ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Quando Gesรน chiese ai suoi discepoli: โ€œLa gente chi dice che sia il Figlio dellโ€™uomo?โ€, le loro risposte rispecchiarono le diverse teorie e speculazioni riguardo Gesรน diffuse nella loro cultura.
Se la stessa domanda fosse posta da Gesรน oggi, le risposte sembrerebbero forse piรน colte, ma sarebbero molto simili. Invece di evocare Elia, Giovanni Battista o Geremia, si evocherebbero forse le speculazioni dellโ€™ultimo convegno sulla cristologia, oppure ancora i risultati di un recente sondaggio. Possiamo immaginare che Gesรน ascolterebbe gentilmente, forse sorridendo. Poi perรฒ giunge la vera e propria domanda: โ€œVoi chi dite che io sia?โ€. Non possiamo piรน rifugiarci dietro ad opinioni di altri, siano essi teologi o conduttori di dibattiti televisivi. Gesรน vuole la nostra risposta personale. Dobbiamo prendere posizione personalmente nei suoi confronti.
รˆ quello che succede con lโ€™atto di fede. Gesรน lancia una sfida a ogni uomo e a ogni donna direttamente e personalmente: โ€œTu, chi dici che io sia?โ€.
La nostra risposta possa essere quella di Pietro: โ€œTu sei il Cristo, il figlio del Dio viventeโ€. La nostra risposta possa essere quella della Chiesa, che fu fondata da Cristo su Pietro come su una pietra, affinchรฉ il โ€œcredoโ€ diventasse un โ€œcrediamoโ€: Crediamo in Dio, Padre onnipotenteโ€ฆ, in un solo Signore Gesรน Cristo, unigenito Figlio di Dioโ€ฆ, per opera dello Spirito Santoโ€ฆ incarnato nel seno della Vergine Maria.

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 15.21-28) 20 AGOSTO 2023

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 15.21-28) 20 AGOSTO 2023

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 15.21-28) 20 AGOSTO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 15,21-28)

In quel tempo, partito di lร , Gesรน si ritirรฒ verso la zona di Tiro e di Sidรฒne. Ed ecco una donna Cananรจa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: ยซPietร  di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia รจ molto tormentata da un demonioยป. Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: ยซEsaudiscila, perchรฉ ci viene dietro gridando!ยป. Egli rispose: ยซNon sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa dโ€™Israeleยป.
Ma quella si avvicinรฒ e si prostrรฒ dinanzi a lui, dicendo: ยซSignore, aiutami!ยป. Ed egli rispose: ยซNon รจ bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnoliniยป. ยซรˆ vero, Signore โ€“ disse la donna โ€“, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroniยป.
Allora Gesรน le replicรฒ: ยซDonna, grande รจ la tua fede! Avvenga per te come desideriยป. E da quellโ€™istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Dio viene a noi, ma noi non sempre gli andiamo incontro. Si manifesta in molti modi diversi, ma non sempre viene riconosciuto e accolto dal suo popolo. A volte, tuttavia, viene accolto in luoghi e modi sorprendenti. Nel Vangelo di oggi, vediamo Gesรน partire verso un luogo inatteso: la regione fra Tiro e Sidone, abitata da pagani. Il suo arrivo non passa inosservato: gli va incontro una donna cananea, qualcuno, dunque, che non apparteneva ad Israele.
La donna รจ spinta verso Gesรน dai suoi bisogni, non dalla fede. Quali siano i suoi bisogni e quali quelli della figlia รจ chiaro, tanto piรน che la donna li esprime a gran voce, con una violenta insistenza: implora la pietร  di Gesรน, grida perchรฉ egli la aiuti e, soprattutto, non desiste. La donna, tuttavia, non esprime solo e soprattutto i propri bisogni: riconosce, infatti, Gesรน come Signore, come figlio di Davide. Il suo grido di disperazione si purifica cosรฌ diventando preghiera. Del resto, quando a Messa diciamo o cantiamo: โ€œSignore, abbi pietร โ€, non ripetiamo, in un certo senso, le parole e la venerazione della donna cananea?

 

 

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 14.22-33) 13 AGOSTO 2023

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 14.22-33) 13 AGOSTO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 14,22-33)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesรน costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sullโ€™altra riva, finchรฉ non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salรฌ sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassรน, da solo.
La barca intanto distava giร  molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andรฒ verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: ยซรˆ un fantasma!ยป e gridarono dalla paura. Ma subito Gesรน parlรฒ loro dicendo: ยซCoraggio, sono io, non abbiate paura!ยป.
Pietro allora gli rispose: ยซSignore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acqueยป. Ed egli disse: ยซVieni!ยป. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andรฒ verso Gesรน. Ma, vedendo che il vento era forte, sโ€™impaurรฌ e, cominciando ad affondare, gridรฒ: ยซSignore, salvami!ยป. E subito Gesรน tese la mano, lo afferrรฒ e gli disse: ยซUomo di poca fede, perchรฉ hai dubitato?ยป.
Appena saliti sulla barca, il vento cessรฒ. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: ยซDavvero tu sei Figlio di Dio!ยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La paura e la mancanza di coraggio rappresentano un notevole ostacolo ad una vita di fede e dโ€™amore.
Anche noi, proprio come gli apostoli sulla barca, possiamo lasciarci paralizzare dalla paura, che ci impedisce di vedere quanto Cristo ci sia vicino.
Egli รจ lโ€™Emmanuele, il Dio-con-noi, ed รจ anche il Dio della natura, che comanda alle tempeste e a tutte le forze distruttrici: โ€œEgli annunzia la paceโ€ฆ La sua salvezza รจ vicina a chi lo temeโ€ (Sal 85,9-10); anche quando ci sembra di essere su una barca a โ€œqualche miglio da terra eโ€ฆ agitata dalle onde, a causa del vento contrarioโ€, egli non รจ mai lontano da ognuno di noi.
Come san Pietro, dobbiamo essere pronti a rischiare la nostra sicurezza e lโ€™eccessiva preoccupazione per noi stessi, se vogliamo che la nostra fede si rafforzi. Cristo dice ad ognuno di noi: โ€œVieniโ€. Per rispondere e per andare a lui, a volte, dobbiamo attraversare le acque della sofferenza.
Che cosa succede, allora, quando, sentendo la forza del vento, cominciamo ad avere paura e ad affondare? Per superare la paura si deve seguire lโ€™esempio di Gesรน: โ€œSalรฌ sul monte, solo, a pregareโ€. La fede si rafforza solo con una pratica regolare della preghiera.

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 17.1-9) 6 AGOSTO 2023

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 17.1-9) 6 AGOSTO 2023

 ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป.
 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 17,1-9)
In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป.
Allโ€™udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

E per noi, oggi, che significato riveste la Trasfigurazione del Signore? Il suo messaggio รจ ancora del tutto attuale. Anzitutto come invito a โ€œtrasfigurareโ€ la nostra quotidianitร  (lavoro, gioie, ansie), cioรจ a rileggerla e interpretarla alla luce di Gesรน e dei suoi insegnamenti, nellโ€™ascolto costante della Parola. A partire da due espressioni. La prima: ยซรˆ il mio figlio. Ascoltatelo!ยป. La trasfigurazione inizia da qui: ascoltare Gesรน e mettersi sulla sua strada, per divenire come lui. Perchรฉ la sua parola guarisce il cuore rafforza lโ€™animo, fa fiorire la vita e la rende bella.
La seconda espressione รจ di Pietro: ยซรˆ bello per noi stare qui!ยป, dove ยซstare quiยป non si riferisce al luogo il Tabor ma a chi quel luogo rende bello e significativo, cioรจ Gesรน stesso. Quella di Pietro, in realtร , รจ una professione di fede! รˆ un grido che dice tutta la gioia di appartenere a Cristo e di orientare la propria vita alla luce della sua Parola. Trasfigurati da lui, potremo a nostra volta contribuire a trasfigurare la storia umana.

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 13,44-52) 30 LUGLIO 2023

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 13,44-52) 30 LUGLIO 2023

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 13,44-52) 30 LUGLIO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,44-52)
In quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซIl regno dei cieli รจ simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli รจ simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli รจ simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando รจ piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Cosรฌ sarร  alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร  pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?ยป. Gli risposero: ยซSรฌยป. Ed egli disse loro: ยซPer questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, รจ simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose anticheยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

San Tommaso dโ€™Aquino, il grande teologo del Medioevo, utilizza unโ€™immagine: noi uomini siamo come una freccia giร  in piena corsa. Un altro ha preso la mira e ha tirato. Non spetta piรน a noi cercare un obiettivo: รจ giร  stabilito. E dove va questa freccia di cui il Creatore ha stabilito lโ€™obiettivo? Ecco la risposta: la freccia corre verso il bene, e dunque verso la felicitร . Dio, e la felicitร  di essere presso di lui, corrispondono alla piรน profonda aspirazione dellโ€™uomo. Qui non vi รจ nulla di imposto, nessun compito da fare come penso, nessun passaggio a gincana, non dobbiamo stringere i denti. Come il ruscello scorre naturalmente verso il mare, cosรฌ lโ€™uomo รจ in cammino verso Dio. Questo insegnamento sugli uomini si trova nella parabola di Gesรน che ci presenta il Vangelo. รˆ riassunto in sette righe di una semplicitร  geniale. Il Regno dei cieli รจ proprio ciรฒ che si cerca nel profondo del cuore. รˆ come un tesoro di cui si scopre lโ€™esistenza. รˆ come una perla, la perla delle perle che il mercante ha cercato per tutta la sua vita. Se il mercante raggiunge il suo obiettivo, non รจ grazie alla sua tenacia, ma perchรฉ ciรฒ gli รจ concesso in dono. Tuttavia il regno dei cieli non ci รจ tirato in testa. Bisogna impegnarsi personalmente, essere pronti anche a sacrificare tutto. Ma non per una cosa estranea. รˆ ciรฒ che abbiamo di piรน personale, e al tempo stesso un dono. E bisogna saper cogliere questo dono; bisogna essere pronti. Quando si raggiunge lโ€™obiettivo, non bisogna crollare come dopo un eccesso di sforzo, ma esultare di indescrivibile gioia.
Il segreto del cristianesimo puรฒ essere espresso in unโ€™immagine di sette righe. Ce ne vogliono un poโ€™ di piรน ai predicatori! Quanto a ciascuno di noi, ci vuole tutta una vita per capirlo

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 13.24-43) 23 LUGLIO 2023

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 13.24-43) 23 LUGLIO 2023

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 13.24-43) 23 LUGLIO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,24-43)
In quel tempo, Gesรน espose alla folla unโ€™altra parabola, dicendo: ยซIl regno dei cieli รจ simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminรฒ della zizzania in mezzo al grano e se ne andรฒ. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntรฒ anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: โ€œSignore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?โ€. Ed egli rispose loro: โ€œUn nemico ha fatto questo!โ€. E i servi gli dissero: โ€œVuoi che andiamo a raccoglierla?โ€. โ€œNo, rispose, perchรฉ non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che lโ€™una e lโ€™altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirรฒ ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaioโ€ยป.
Espose loro unโ€™altra parabola, dicendo: ยซIl regno dei cieli รจ simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminรฒ nel suo campo. Esso รจ il piรน piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, รจ piรน grande delle altre piante dellโ€™orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi ramiยป.
Disse loro unโ€™altra parabola: ยซIl regno dei cieli รจ simile al lievito, che una donna prese e mescolรฒ in tre misure di farina, finchรฉ non fu tutta lievitataยป.
Tutte queste cose Gesรน disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta:
ยซAprirรฒ la mia bocca con parabole,
proclamerรฒ cose nascoste fin dalla fondazione del mondoยป.
Poi congedรฒ la folla ed entrรฒ in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: ยซSpiegaci la parabola della zizzania nel campoยป. Ed egli rispose: ยซColui che semina il buon seme รจ il Figlio dellโ€™uomo. Il campo รจ il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che lโ€™ha seminata รจ il diavolo. La mietitura รจ la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, cosรฌ avverrร  alla fine del mondo. Il Figlio dellโ€™uomo manderร  i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquitร  e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร  pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!ยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Noi vogliamo essere il grano buono che fruttifica per lโ€™eternitร 
Nel Libro della Sapienza, troviamo la ragion dโ€™essere di metterci davanti a Dio con la consapevolezza dei nostri peccati e della necessitร  di unโ€™autentica conversione del nostro cuore e della nostra vita a Colui che รจ amore e misericordia infinita.
Il Signore, infatti, comprende le nostre debolezze e dopo il peccato concede il perdono.
Aver fiducia nella misericordia di Dio non deve costituire un alibi per continuare a peccare e mai cambiare strada. Anzi, non dobbiamo abusare di tale misericordia, in quanto il Demonio ci spinge ad agire in modo immorale, perchรฉ tanto il Signore comunque perdona.
Quanti cristiani vivono in tale atteggiamento sbagliato e anche nei confronti del sacramento della confessione non hanno un rispetto e quindi banalizzano il momento in cui vanno a confessare la reiterazione dei propri peccati, senza progredire minimamente nella vita etica.
Eโ€™ bene ricordare che la misericordia di Dio รจ infinita, ma ha anche un limite di fronte a chi non vuole cambiare vita e convertirsi.
Leggiamo, infatti, nel brano citato: Non cโ€™รจ Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perchรฉ tu debba difenderti dallโ€™accusa di giudice ingiusto. La tua forza infatti รจ il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti lโ€™insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perchรฉ, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Chiaramente si tratta di un potere spirituale e che ha attinenza con la vita interiore e religiosa di ogni credente.
Chi si lascia toccare da questo potere si trasforma in persona davvero credente. Il mio potere non รจ di questo mondo precisava Gesรน durante il processo che lo portรฒ alla condanna a morte, pur essendo lโ€™unico vero innocente tra tutti gli esseri viventi, essendo il Figlio di Dio.
E nel Salmo 85 vengono ribaditi gli attributi fondamentali di Dio che sono la bontร , la misericordia, la disponibilitร  allโ€™ascolto, ricco di amore e fedeltร .
Allโ€™opposto di questo Dio, grande e vicino allโ€™uomo, troviamo la sua creatura che รจ facile allโ€™ira, non sa perdonare ed ascoltare ed รจ tutta piena di sรฉ, presuntuosa ed arrogante in ogni atteggiamento della sua vita. Per superare le nostre fragilitร  umane e le nostre debolezze, lโ€™Apostolo Paolo, nel sintetico brano tratto dalla sua lettera ai Romani, ci incoraggia a guardare avanti nel segno di un cambiamento radicale e rinnovamento vero della nostra vita: Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perchรฉ egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Lo Spirito di Dio รจ su di noi e sa ogni cosa di noi, conosce tutto ciรฒ di cui abbiamo bisogno a livello interiore, e prima di tutto abbiamo bisogno della grazia santificante che ci rigeneri continuamente nella vita spirituale, quella che conta molto di piรน rispetto ad una vita solo di esterioritร  e di apparenze su cui รจ strutturato, in particolare, il modo di vivere di molta gente del nostro tempo, come i farisei del tempo di Gesรน. Quante falsitร  e menzogne nella vita di tante persone che hanno bisogno di essere purificate dal fuoco di una vera conversione interiore e non dalla solo risistemazione esteriore.
La parabola della zizzania che ci viene presentata oggi, nel brano del Vangelo di Matteo, ci aiuta a fare vera pulizia spirituale personale, ma anche ecclesiale, nei rapporti con le persone.
Penso che nella vita, ognuno di noi si รจ trovato di fronte a persone sagge, sante e buone e di fronte a persone che seminano odio, rancore, divisione nelle famiglie, nelle comunitร  di credenti, nella societร , in qualsiasi posto dove cโ€™รจ da affermare la propria persona a danno degli altri, calunniando, diffamando, approfittando della bontร  e generositร  altrui, facendo passare per vere, autentiche menzogne e bufale di ogni genere.
Oggi soprattutto, che siamo esposti ad un mondo in perenne comunicazione globale, si rischia di entrare in quel vortice dei buoni e cattivi, secondo il modello di una cultura del pensiero debole, che non premia i santi e i buoni, ma protegge i delinquenti e i cattivi.
Grano buono e zizzania stanno insieme in ogni parte della terra, di questa terra, di questo tempo, ma alla fine arriverร  il giudizio di Dio e si farร  vera e definitiva pulizia. Consideriamo quello che Gesรน stesso dice, spiegando ai discepoli, dopo aver congedato la gente, nella parabola del grano e della zizzania: ยซColui che semina il buon seme รจ il Figlio dellโ€™uomo. Il campo รจ il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che lโ€™ha seminata รจ il diavolo. La mietitura รจ la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, cosรฌ avverrร  alla fine del mondo. Il Figlio dellโ€™uomo manderร  i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquitร  e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร  pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Gesรน semina il grano buono, il Diavolo, che esiste ed agisce nella vita delle persone che fanno il male e dividono i figli dai genitori, i fratelli dai fratelli, i cristiani da altri cristiani, gli esseri umani da altri esseri umani, eccโ€ฆ sono dipendenti dal Demonio ed agiscono per il suo conto e sono il male assoluto per tutti.
Guardiamoci intorno e vediamo chi sono i seminatori di odio! Forse stanno in mezzo a noi, nelle nostre famiglie divise, nelle nostre case, nelle nostre chiese, nei luoghi di carrierismi vari, nelle comunitร  di credenti dove non cโ€™รจ lโ€™amore di Dio al centro dei loro interessi, ma gli interessi di ogni genere di chi vi fa parte e vi entra non per costruire, ma per dividere e distruggere. Il Diavolo รจ tutto questo.
Gesรน รจ amore, unione, pace e serenitร  in tutti gli ambienti e i luoghi di questa terra. Chi sta dalla parte di Cristo vive felice. Chi sta dalla parte del Maligno รจ unโ€™anima persa, difficilmente recuperabile, se si รจ venduta lโ€™anima al Diavolo, cioรจ al male.
Sia questa la nostra preghiera oggi: Ci sostenga sempre, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi la tua parola, seme e lievito della Chiesa, perchรฉ si ravvivi la speranza di veder crescere lโ€™umanitร  nuova, che il Signore al suo ritorno farร  splendere come il sole nel tuo regno. Amen. 

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A Mt 13.1-23 16 LUGLIO 2023

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A Mt 13.1-23 16 LUGLIO 2023

 

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A Mt 13.1-23 16 LUGLIO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,1-23)
Quel giorno Gesรน uscรฌ di casa e sedette in riva al mare. Si radunรฒ attorno a lui tanta folla che egli salรฌ su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlรฒ loro di molte cose con parabole. E disse: ยซEcco, il seminatore uscรฌ a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Unโ€™altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non cโ€™era molta terra; germogliรฒ subito, perchรฉ il terreno non era profondo, ma quando spuntรฒ il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccรฒ. Unโ€™altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Unโ€™altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascoltiยป.
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: ยซPerchรฉ a loro parli con parabole?ยป. Egli rispose loro: ยซPerchรฉ a voi รจ dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non รจ dato. Infatti a colui che ha, verrร  dato e sarร  nellโ€™abbondanza; ma a colui che non ha, sarร  tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perchรฉ guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Cosรฌ si compie per loro la profezia di Isaรฌa che dice:
โ€œUdrete, sรฌ, ma non comprenderete,
guarderete, sรฌ, ma non vedrete.
Perchรฉ il cuore di questo popolo รจ diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perchรฉ non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!โ€.
Beati invece i vostri occhi perchรฉ vedono e i vostri orecchi perchรฉ ascoltano. In veritร  io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciรฒ che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciรฒ che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciรฒ che รจ stato seminato nel suo cuore: questo รจ il seme seminato lungo la strada. Quello che รจ stato seminato sul terreno sassoso รจ colui che ascolta la Parola e lโ€™accoglie subito con gioia, ma non ha in sรฉ radici ed รจ incostante, sicchรฉ, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi รจ colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dร  frutto. Quello seminato sul terreno buono รจ colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dร  frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per unoยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Vangelo ci racconta โ€“ se si eccettua lโ€™ultima frase โ€“ la storia di una catastrofe. Tutto comincia nella speranza e, nonostante questo, non tarda ad essere ridotto ad un nulla: gli uccelli mangiano il seme; il terreno pietroso gli impedisce di mettere le radici; le piante spinose lo soffocanoโ€ฆ tutto segue il suo corso disperante.
Tuttavia, in mezzo a questa catastrofe, Dio annuncia il suo โ€œmaโ€: in mezzo al campo di concentramento di Auschwitz, padre Kolbe โ€“ morendo di denutrizione โ€“ loda ancora Dio onnipotente.
Nella parabola del seminatore si incontra il โ€œmaโ€ di Dio: ci sono poche speranze, ma vi รจ almeno una terra buona per portare cento frutti.
รˆ con gli occhi di Gesรน che bisogna leggerle questo genere di storie catastrofiche. E bisogna leggerle con Gesรน fino in fondo.
La prima parte mostra che tutto รจ vano. Eppure la storia di questa sconfitta porta ad una conclusione inattesa. Dio, nella sua infinita misericordia, non lascia che il seminatore soccomba come un personaggio tragico.
Forse abbiamo qui, davanti a noi, una legge che vale per tutte le azioni di Dio nel mondo. Poichรฉ la causa di Dio nel mondo รจ spesso povera e poco appariscente. Quando la si prende a cuore, si puรฒ soccombere alla tentazione della disperazione. Ma le storie di Dio hanno un lieto fine. Anche se allโ€™inizio nulla lascia presagirlo.
Forse Gesรน non racconta solo questa storia alle persone che sono sulle rive del lago. Forse la racconta a se stesso per consolarsi. Si chiede: cosa sarร  di ciรฒ che intraprendo? Si scontra con la cecitร , il rifiuto, la pedanteria e la violenza. Non รจ ignaro delle sconfitte. โ€œMaโ€ la sua parola porta i suoi frutti nel cuore degli uomini.

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 11.25-30) 9 LUGLIO 2023

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 11.25-30) 9 LUGLIO 2023

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A. (Mt 11.25-30) 9 LUGLIO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesรน disse: ยซTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ hai deciso nella tua benevolenza. Tutto รจ stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrร  rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

โ€œIo sono โ€
Questa misteriosa parola, โ€œIo sonoโ€ รจ stata ripresa da Gesรน per rivelare di essere egli stesso Dio. Ha detto ai suoi avversari: โ€œQuando avrete innalzato il Figlio dellโ€™uomo, allora saprete che Io Sonoโ€ (Gv 8,28), e ancora: โ€œSe non credete che Io Sono morirete nei vostri peccatiโ€. Lโ€™adesione a questa rivelazione di Dio รจ radicalmente indispensabile per uscire dai nostri peccati, per uscire dai nostri limiti umani. Al momento del suo arresto Gesรน ha ripetuto ancora questa parola. Nel Vangelo di Giovanni la si deve chiaramente comprendere come una manifestazione della sua divinitร . โ€œGesรน si fece innanzi e disse loro: โ€œChi cercate?โ€. Gli risposero: โ€œGesรน, il Nazarenoโ€. Disse loro Gesรน: โ€œSono io!โ€โ€. Come succede spesso nel Vangelo giovanneo, queste parole hanno il significato ordinario: โ€œGesรน di Nazaret sono ioโ€ e nello stesso tempo un significato piรน profondo: โ€œIo Sono, in unione con il Padreโ€.
Gesรน si รจ dunque rivelato come il Nome del Padre, e si รจ rivelato, nel momento in cui, in un certo senso, egli si spogliava della sua divinitร  per essere soltanto un uomo che soffre. Ma cosรฌ egli ha realizzato in un modo piรน profondo la presenza di Dio al centro dellโ€™esistenza umana.
Cosรฌ egli ha dato un profondo significato al suo invito: โ€œVenite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerรฒ. Prendete il mio giogo su di voi; imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio carico leggeroโ€.
Perchรฉ รจ dolce il giogo del Signore Gesรน, perchรฉ il suo carico รจ leggero?
Possiamo rispondere: perchรฉ โ€œIo Sonoโ€, Gesรน, ha portato la presenza di Dio fino al fondo della nostra miseria, morendo sulla croce per noi e con noi, prendendo su di sรฉ tutti i nostri dolori. Da allora possiamo davvero ascoltare la parola di Dio: โ€œIo Sono! โ€ in qualunque circostanza. Per quanto oppressi siamo, possiamo, dobbiamo sentire Gesรน che ci dice: โ€œIo sono! Sono vicino a te, sono con te in questa difficoltร , in questa angoscia. Non cโ€™รจ angoscia umana che mi rimanga estranea, perchรฉ Io sono per sempre nel cuore dellโ€™angoscia umanaโ€. Ecco perchรฉ il carico del Signore รจ leggero: si รจ sempre in due a portarlo, perchรฉ egli lo porta con noi.
โ€œIo Sonoโ€. In Gesรน il Dio lontano, il Dio diverso, si รจ fatto vicino, si รจ identificato con noi per poterci dire: โ€œIo sono con te, Io, il Dio che era, che รจ, che sarร โ€.

 

 

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 10,37-42) 2 LUGLIO 2023

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 10,37-42) 2 LUGLIO 2023

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 10,37-42) 2 LUGLIO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. 
(Mt 10,37-42)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi apostoli: ยซChi ama padre o madre piรน di me non รจ degno di me; chi ama figlio o figlia piรน di me non รจ degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non รจ degno di me.
Chi avrร  tenuto per sรฉ la propria vita, la perderร , e chi avrร  perduto la propria vita per causa mia, la troverร .
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perchรฉ รจ un profeta, avrร  la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perchรฉ รจ un giusto, avrร  la ricompensa del giusto.
Chi avrร  dato da bere anche un solo bicchiere dโ€™acqua fresca a uno di questi piccoli perchรฉ รจ un discepolo, in veritร  io vi dico: non perderร  la sua ricompensaยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesรน ci parla di prioritร . รˆ un nostro grande problema, che รจ collegato al senso delle proporzioni. Non sappiamo infatti capire quale valore dare alle cose e a quale livello รจ sano collocarle. Se prendiamo lโ€™esempio dei genitori รจ classico. Molti, anche quando formano una famiglia, spesso per i legami che hanno acquisito nellโ€™infanzia, non riescono a comprendere che il proprio nucleo familiare nuovo, di sposi, viene prima dei rapporti con mamma e papร . Questo non vuol dire voler meno bene ma collocare quel bene in una giusta prioritร ! ยซSarebbe sbagliatissimo pensare che lโ€™amore per Cristo entri in concorrenza con i vari amori umani: per i genitori, il coniuge, i figli e i fratelli. Cristo non รจ un โ€œrivale in amoreโ€ di nessuno e non รจ geloso di nessunoโ€ฆ Lโ€™amore per Cristo non esclude gli altri amori, ma li ordina. Anzi, รจ colui nel quale ogni genuino amore trova il suo fondamento e il suo sostegno e la grazia necessaria per essere vissuto fino in fondoยป (card. R. Cantalamessa).
Questo ordine che Gesรน vuole creare ha anche a che fare con lโ€™avere un buon senso delle proporzioni. Spesso, infatti, ritenendoci โ€œinfallibiliโ€, non ci facciamo accompagnare, non prestiamo ascolto! Ciรฒ non aiuta ad avere il senso della realtร  accompagnato dalla necessaria propensione al discernimento. Perciรฒ spesso scambiamo i valori delle cose; non riusciamo, dentro noi stessi, a fare delle scelte consapevoli e mature. In proporzione, qual รจ la cosa piรน importante? Quanti non riescono ad essere saldi nelle cose in cui credono e vivono sballottati da pensieri e impegni inutili! Accogliere Gesรน invece significa dare una prioritร , stabilire delle sane proporzioni!
Questo preambolo serve a introdurci alle parole di Gesรน che, infatti, invitano a stabilire delle prioritร  anche rispetto al senso che diamo alla nostra vita e a dove dirigiamo i nostri passi. Faremo alcuni esempi di sproporzione. Alcune volte siamo cosรฌ conservatori che per non sbagliare non facciamo nulla, per la paura di soffrire rimaniamo immobili. Non scegliamo, e questa รจ giร  una scelta! Non riusciamo a dare prioritร  alle cose fondamentali e fondative per la nostra vita perchรฉ viviamo nella paura. Questโ€™ultima รจ la modalitร  con la quale ci inganniamo; la paura, infatti, fa leggere tutto con unโ€™ottica negativa e pessimista. Altre volte, il Signore ci mette accanto delle sentinelle, anche nella nostra patria, vicine a noi, eppure noi cerchiamo santoni qui e lรฌ che ci dicano cosa fare della nostra vita, non diventiamo responsabili, dunque maturi. Disprezziamo perciรฒ la profezia vera: non accogliamo i profeti perchรฉ cerchiamo persone che ci facciamo โ€œsguazzare nel nostro brodoโ€. Altre volte รจ alla caritร  che non diamo il giusto valore, nonostante Gesรน ci abbia detto che ai suoi occhi lโ€™amore viene prima. Il bicchiere di acqua fresca non va portato necessariamente per chilometri e con grande ed eroica fatica, in una landa africana o al raduno dei poveri nelle mense Caritas, ma potrebbe ristorare il vicino di casa. Se invece ho gli occhi rivolti a fantasticare e sono poco attento alla realtร , cioรจ alla presenza concreta di Cristo nella mia vita, sbaglierรฒ le proporzioni, non riconoscendo Dio presente qui vicino, fantasticando di trovarlo chissร  dove. Una volta, una donna fece un gesto che mi fece capire che aveva riconosciuto la presenza di Gesรน. Una sua vicina era tornata dallโ€™ospedale dopo aver partorito. Lei fece tante piccole vaschette di cibo pronto da congelare per una settimana, pensando e riconoscendo che questo pensiero avrebbe alleggerito la sua vicina di casa. Quando bussรฒ alla sua porta, la giovane con il bimbo in braccio, si commosse! Non erano amiche, aveva semplicemente riconosciuto Gesรน bisognoso in lei. Questo รจ essere cristiani, essere presenti nel reale!
Scommettiamo dunque sulle parole di Gesรน, diamo le giuste prioritร , facciamoci accompagnare per discernere e ascoltiamo Gesรน che ci invita a metterlo al primo posto realmente: prima di figli e famiglia, prima della nostra stessa vita. Infatti, facendo ciรฒ, non sminuiremo nรฉ perderemo tutto, ma quando Dio sarร  al suo posto, tutto verrร  collocato al posto giusto, che lo valorizza. Ciรฒ genera felicitร  e ci rende portatori presenti dello Spirito Santo.

 

 

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 10.26-33) 25 Giugno 2023

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 10.26-33) 25 Giugno 2023

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 10.26-33)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,26-33)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi apostoli:
ยซNon abbiate paura degli uomini, poichรฉ nulla vi รจ di nascosto che non sarร  svelato nรฉ di segreto che non sarร  conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate allโ€™orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere lโ€™anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geรจnna e lโ€™anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrร  a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete piรน di molti passeri!
Perciรฒ chiunque mi riconoscerร  davanti agli uomini, anchโ€™io lo riconoscerรฒ davanti al Padre mio che รจ nei cieli; chi invece mi rinnegherร  davanti agli uomini, anchโ€™io lo rinnegherรฒ davanti al Padre mio che รจ nei cieliยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Tutto quello che Gesรน ha detto allโ€™orecchio, di nascosto e privatamente, sarร  predicato pubblicamente sui tetti dei paesi e delle cittร  del mondo intero. Dopo la discesa dello Spirito Santo, gli apostoli hanno cominciato ad annunciare il Vangelo, chiaramente e coraggiosamente, quando hanno aperto le porte del cenacolo e sono andati verso i quattro punti cardinali dellโ€™universo. Nonostante lโ€™opposizione incontrata, il Vangelo รจ stato fatto conoscere sempre di piรน e sempre meglio e, quando la fine del mondo sarร  ormai prossima, lโ€™umanitร  tutta ne sarร  a conoscenza. Gesรน dice anche: โ€œNon preoccuparti troppo della sorte del Vangelo, e non avere paura della gente. Non temere nessuno se non Dio. Non รจ la morte la piรน grande sventura, ma la dannazioneโ€. Noi dobbiamo superare la paura della morte, cosรฌ come le persecuzioni e le difficoltร  di ogni giorno, mediante la fede nella divina Provvidenza, che protegge anche il piรน insignificante fra gli uccelli: il passero. La cosa piรน bella che lโ€™uomo possa fare sulla terra, in mezzo a persecuzioni e sofferenze, รจ di essere testimone di Gesรน. Anche se il martirio non รจ il destino di tutti i suoi discepoli, ognuno deve sempre e dovunque riconoscere la sua appartenenza a Cristo, con le parole e le azioni, la vita e il comportamento. E noi lo facciamo in special modo durante la messa, nella quale, in comunione con lโ€™intera Chiesa, annunciamo le grandi opere di Dio.

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 9.36-10-8) 18 GIUGNO 2023

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 9.36-10-8)

 

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 9.36-10-8) 18 GIUGNO 2023

 XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 9.36-10-8) 18 GIUGNO 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo.(Mt 9,36-10,8)

In quel tempo, Gesรน, vedendo le folle, ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: ยซLa messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perchรฉ mandi operai nella sua messe!ยป.
Chiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermitร .
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedรจo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda lโ€™Iscariota, colui che poi lo tradรฌ.
Questi sono i Dodici che Gesรน inviรฒ, ordinando loro: ยซNon andate fra i pagani e non entrate nelle cittร  dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa dโ€™Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli รจ vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demรฒni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dateยป. Parola del Signore

RIFLESSIONI

Il Vangelo di oggi celebra lโ€™amore gratuito di Dio. ยซVedendo le folle stanche e sfiniteยป a forza di seguirlo, Gesรน ยซne sentรฌ compassioneยป. Ritorna quel verbo assai raro giร  trovato in Matteo (Mt 15, 32) e che esprime โ€œle viscere di compassioneโ€ di una madre verso il figlio. Gli uomini, afferma lโ€™Evangelista, sono apparsi a Gesรน stanchi e sfiniti, ยซcome pecore senza pastoreยป. Ma nello stesso tempo lโ€™umanitร  sembra a Gesรน come una messe promettente e pronta per essere raccolta, ma che attende invano i mietitori, perchรฉ gli ยซoperai sono pochiยป. Tuttavia, non deve mai prevalere lo sconforto, ma lโ€™umile e insistente preghiera: ยซPregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe!
Stiamo passando un periodo storico assai buio. Non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. Nessuna epoca รจ troppo buia per la misericordia di Dio, nessuna tempesta potrร  scuotere la Chiesa fino a farla sommergere. Siamo certi che Dio ci ama e non ci abbandona: Egli rinnova sempre il prodigio della sua gratuitร  salvando la Chiesa nel momento stesso in cui essa pare che stia per affondare.
Dio, ci assicura Gesรน, ha un cuore di Pastore e manda pastori al suo popolo sfinito. Come il Salvatore, appena si rese conto della stanchezza della folla che lo seguiva, inviรฒ i dodici apostoli, cosรฌ anche oggi, lโ€™amorosa misericordia di Dio รจ pronta a suscitare i profeti e i pastori di cui il suo popolo ha bisogno. E infatti la divina Provvidenza ha inviato alla nostra Chiesa tanti pastori santi nel nostro tempo.

 

 

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (Gv 6.51-58) 11 GIUGNO 2023

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (Gv 6.51-58) 11 GIUGNO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesรน disse alla folla: ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป.
Gesรน disse loro: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dellโ€™uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nellโ€™ultimo giorno. Perchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร  per me. Questo รจ il pane disceso dal cielo; non รจ come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร  in eternoยป. Parola del Signore.

SEQUENZA

[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi รจ canto che sia degno.
Pane vivo, che dร  vita:
questo รจ tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Questa รจ la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
รˆ il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e lโ€™antico รจ giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtร  disperde lโ€™ombra:
luce, non piรน tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciรฒ che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
รˆ certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
รˆ un segno ciรฒ che appare:
nasconde nel mistero
realtร  sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza,
nรฉ separa, nรฉ divide:
intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai รจ consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne รจ la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso รจ lโ€™esito!
Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo รจ tanto in ogni parte,
quanto nellโ€™intero.
รˆ diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla รจ diminuito
della sua persona.]
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non devโ€™essere gettato.
Con i simboli รจ annunziato,
in Isacco dato a morte,
nellโ€™agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesรน, pietร  di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

RIFLESSIONI

Oggi festeggiamo il sacramento dellโ€™Eucaristia che il Signore ci ha lasciato come segno della sua presenza, della sua realtร  corporale, del suo sacrificio sulla croce e della vita eterna di cui ci ha reso partecipi. Gesรน ce ne parla in termini di corpo e di cibo. La realtร  del dono del Padre alla nostra umanitร  si esprime, dallโ€™inizio alla fine, sotto forma di corpo. Si tratta dapprima della realtร  carnale del corpo fatto di carne e sangue, che soffre e muore sulla croce. รˆ questo corpo ferito che risorge e che Gesรน dร  da vedere e da toccare agli apostoli. Ma Gesรน non si ferma qui. Suo corpo รจ anche la Chiesa (Col 1,18), corpo mistico di cui Cristo รจ la testa. Ed รจ infine questo corpo sacramentale che nutre coloro che lo mangiano: โ€œPrendete e mangiate: questo รจ il mio corpo!โ€ (Mt 26,26).
Giร  i primi cristiani paragonarono il corpo spezzato di Cristo al grano, macinato in farina per diventare pane, dopo essere stato mischiato allโ€™acqua della vita e passato nel fuoco dello Spirito.
Questo pane spirituale, fatto dal grano del campo che รจ Gesรน (Gv 15,1), divenendo, come il vino dellโ€™Eucaristia, nostro cibo, nutre in noi la vita divina, che รจ vita eterna. E Gesรน, ancora una volta, afferma: โ€œIo sonoโ€. Qui dice: โ€œIo sono il paneโ€. Gesรน costituisce il solo nutrimento che possa dare la vita divina. Chi non mangia di questo pane non avrร  la vita in lui (Gv 6,53). Ecco perchรฉ noi celebriamo oggi la realtร  umana e divina del Verbo fatto carne e anche quella del corpo risorto; ed ecco perchรฉ ci dร  davvero quanto promesso. Attraverso lui, siamo concretamente in comunione con il nostro Dio. Bisogna essere presenti alla sua presenza reale.

IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A LA SANTISSIMA TRINITAโ€™ (Gv 3.16-18) 4 GIUGNO 2023

IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A LA SANTISSIMA TRINITAโ€™ (Gv 3.16-18)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,16-18)
In quel tempo, Gesรน disse a Nicodรจmo: ยซDio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร  stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dellโ€™unigenito Figlio di Dio.

RIFLESSIONI

Spesso ci si immagina un โ€œDioโ€ lontano, astratto, ridotto quasi a un sistema di idee.
Soprattutto quando ci si accosta alla dottrina della Trinitร .
E invece. E invece, lโ€™essere concretissimo di Dio รจ comunione che liberamente si effonde. Anzi, ci chiama a varcare la soglia della sua vita intima e beatificante.
Non riusciamo a capire perchรฉ Dio si sia interessato di noi: piรน di quanto, forse, noi ci interessiamo a noi stessi.
Proprio mentre eravamo peccatori, il Padre ha mandato il suo Figlio per offrirci la vita nuova nello Spirito. Liberamente. Per amore. โ€œDio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenitoโ€.
Cristo non si impone. Non costringe ad accettarlo. Si consegna alla nostra decisione.
รˆ questa la vertigine della vita umana. Possiamo passare accanto al Signore Gesรน che muore e risorge, senza degnarlo di uno sguardo nemmeno distratto.
E, tuttavia, non possiamo fare in modo che egli non esista come il Dio fatto uomo che perdona e salva. โ€œChi non crede รจ giร  stato condannatoโ€.
Ma se ci apriamo alla sua dilezioneโ€ฆ
Allora Cristo si rivela come colui che ha suscitato in noi tutte le attese piรน radicali. E colma a dismisura queste attese.
รˆ la redenzione. รˆ la grazia. รˆ lo Spirito che abita in noi e ci conforma al Signore Gesรน.
La vita nuova, che ci viene donata, apparirร  in tutta la sua gloria oltre il tempo. Inizia qui, ed รจ la โ€œvita eternaโ€.

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A-PENTECOSTE-(Gv 20.19-23) 28 MAGGIO 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: ยซPace a voi!ยป. Detto questo, mostrรฒ loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesรน disse loro di nuovo: ยซPace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voiยป. Detto questo, soffiรฒ e disse loro: ยซRicevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiยป. Parola del Signore.

+++

Sequenza
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto, ospite dolce dellโ€™anima, dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.

O luce beatissima, invadi nellโ€™intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, 
nulla รจ nellโ€™uomo, nulla senza colpa.

Lava ciรฒ che รจ sordido, bagna ciรฒ che รจ arido, sana ciรฒ che sanguina.

Piega ciรฒ che รจ rigido, scalda ciรฒ che รจ gelido, drizza ciรฒ che รจ sviato.

Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni.

Dona virtรน e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.

RIFLESSIONI

Lo Spirito Santo รจ lo Spirito di Cristo ed รจ la Persona divina che diffonde nel mondo la possibilitร  di imitare Cristo, dando Cristo al mondo e facendolo vivere in noi.
Nellโ€™insegnamento e nellโ€™opera di Cristo, nulla รจ piรน essenziale del perdono. Egli ha proclamato il regno futuro del Padre come regno dellโ€™amore misericordioso. Sulla croce, col suo sacrificio perfetto, ha espiato i nostri peccati, facendo cosรฌ trionfare la misericordia e lโ€™amore mediante โ€“ e non contro โ€“ la giustizia e lโ€™ordine. Nella sua vittoria pasquale, egli ha portato a compimento ogni cosa. Per questo il Padre si compiace di effondere, per mezzo del Figlio, lo Spirito di perdono. Nella Chiesa degli apostoli il perdono viene offerto attraverso i sacramenti del battesimo e della riconciliazione e nei gesti della vita cristiana.
Dio ha conferito al suo popolo una grande autoritร  stabilendo che la salvezza fosse concessa agli uomini per mezzo della Chiesa!

Ma questa autoritร , per essere conforme al senso della Pentecoste, deve sempre essere esercitata con misericordia e con gioia, che sono le caratteristiche di Cristo, che ha sofferto ed รจ risorto, e che esulta eternamente nello Spirito Santo.

VII DOMENICA DI PASQUA ASCENSIONE DEL SIGNORE ANNO A (Mt 28.16-20) 21 MAGGIO 2023

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitarono. Gesรน si avvicinรฒ e disse loro: ยซA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Signore risorto รจ ritornato nella Galilea pagana. รˆ qui che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno (cf. Mt 4,15.17.23). รˆ qui, in questo luogo di frontiera, che egli aveva dato appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore, era stato ferito (cf. Mt 28,8-10). รˆ ritornato sui luoghi dellโ€™inizio, per dare loro la pienezza: il Risorto รจ la luce decisiva che rischiara tutti coloro che camminano nelle tenebre e nellโ€™ombra della morte.
Egli ha convocato i discepoli โ€“ in numero di undici โ€“ su una montagna, come allโ€™inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlรฒ loro per annunciare la via della felicitร  del regno dei cieli (cf. Mt 5,1). Dio ha anche convocato il popolo ai piedi del Sinai quando ha voluto fare di lui la sua โ€œekklesiaโ€ (cf. Es 19). Il Risorto รจ su questa montagna in Galilea, che simboleggia lโ€™incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che ha ricevuto tutta lโ€™autoritร  nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).
Da questa montagna egli invia i discepoli โ€“ e in loro, e con loro, noi tutti che li seguiamo lungo la storia โ€“ a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno รจ escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20).
Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma รจ in realtร  sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). รˆ per questo che si รจ fatto uomo nel seno della Vergine Madre: per essere lโ€™Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), fino alla fine del mondo. รˆ fin troppo evidente la Volontร  di Gesรน espressa ripetutamente, anche poco prima di ascendere al Cielo, di annunciare il Vangelo a ogni uomo. Dโ€™altronde, perchรฉ si รจ sacrificato per tre anni nellโ€™annunciare il Vangelo o per quale ragione il Figlio si รจ incarnato se non per far conoscere agli uomini di tutti i tempi qual รจ la vera Via per conoscere il Padre e ottenere la salvezza eterna?

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 14.15-21) 14 MAGGIO 2023

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 14.15-21)

https://www.iosonolalucedelmondo.it/v-domenica-di-pasqua-e-settimana-anno-a-io-sono-la-luce-del-mondo-il-vangelo-del-giorno-il-vangelo-nel-21o-secolo/

 

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 14,15-21)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซSe mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherรฒ il Padre ed egli vi darร  un altro Parร clito perchรฉ rimanga con voi per sempre, lo Spirito della veritร , che il mondo non puรฒ ricevere perchรฉ non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perchรฉ egli rimane presso di voi e sarร  in voi.
Non vi lascerรฒ orfani: verrรฒ da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrร  piรน; voi invece mi vedrete, perchรฉ io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi ama me sarร  amato dal Padre mio e anchโ€™io lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiยป. Parola del Signore. 

RIFLESSIONI
Lโ€™uomo vive dโ€™amore dal suo primo respiro fino allโ€™ultimo. Amato, si sente protetto ed accettato. Amando, sente di appartenere e trova un senso ad offrirsi. Poichรฉ lโ€™amore non puรฒ restare chiuso nel suo cuore; esso pervade il quotidiano. Lโ€™amore che si porta allโ€™uomo spinge ad impegnarsi. Lโ€™amore che si porta a Dio si manifesta nella considerazione che si ha dei suoi comandamenti. Si manifesta anche nella giustizia, nel rispetto della vita, nellโ€™azione per la riconciliazione dei popoli e per la pace. Le conseguenze dellโ€™amore che si porta a Dio possono prendere lโ€™aspetto di un lavoro, perfino di una lotta.
Lavoro e lotta sembrano spesso esigere troppo dallโ€™uomo e superare le sue forze. Egli vede le sue debolezze ed ha voglia di rinunciare, ma quando lavoro e lotta sono le conseguenze dellโ€™amore, conferiscono allโ€™esistenza un respiro profondo, mettono la vita in un contesto piรน vasto e la rendono importante tanto sulla terra quanto in cielo.
Cose apparentemente infime acquistano un significato quando sono il risultato dellโ€™amore per Dio. Ogni buona azione, anche quella che facciamo senza pensare a Dio, รจ in relazione allโ€™amore che gli portiamo.
Ogni atto di amore, anche quando sembra minimo โ€“ come quando si porge un bicchiere dโ€™acqua a qualcuno che ha sete โ€“ assume un significato per lโ€™eternitร .

V DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 14.1-12) 7 MAGGIO 2023

V DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 14.1-12)

V DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 14.1-12) 7 MAGGIO

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 14,1-12)

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซNon sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: โ€œVado a prepararvi un postoโ€? Quando sarรฒ andato e vi avrรฒ preparato un posto, verrรฒ di nuovo e vi prenderรฒ con me, perchรฉ dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la viaยป.
Gli disse Tommaso: ยซSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?ยป. Gli disse Gesรน: ยซIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vedutoยป.
Gli disse Filippo: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป. Gli rispose Gesรน: ยซDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: โ€œMostraci il Padreโ€? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre รจ in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede in me, anchโ€™egli compirร  le opere che io compio e ne compirร  di piรน grandi di queste, perchรฉ io vado al Padreยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Le ultime parole che si pronunciano alla fine della vita hanno un carattere particolare. Riassumono il mistero di un essere. Platone fa parlare il suo maestro Socrate di immortalitร  prima di morire. Il condannato a morte consola quelli che restano.
Le ultime parole possono essere molto pragmatiche. La madre di Goethe diede istruzioni di non mettere troppa uva passa nel dolce preparato per la sua sepoltura. Alcuni esortano i loro figli a sostenersi a vicenda. I patriarchi della Bibbia muoiono benedicendo la loro discendenza.
Anche nel nostro Vangelo si tratta di ultime parole. Parla uno che รจ consapevole di stare per morire. E colui che ne ha preso nota รจ convinto che quel morto รจ ancora in vita.
Non leggete queste parole come un discorso ben costruito e coerente. Immaginate delle pause. Prendetele piuttosto come parole pronunciate in un profondo silenzio, come parole indirizzate a uomini prigionieri, โ€œtuttโ€™orecchiโ€, in qualche modo. Noi potremmo ascoltarle anche come si ascolta una goccia dโ€™acqua cadere in una grotta. Bisogna che chi ascolta sia assolutamente silenzioso per lasciar entrare in sรฉ queste parole. Se noi ascoltiamo veramente, sentiamo parole di consolazione: โ€œNon sia turbato il vostro cuoreโ€. Parole di speranza: โ€œNella casa del Padre mio vi sono molti postiโ€. Parole di maestร : โ€œIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€. Parole di vocazione esigente: โ€œChi crede in me compirร  le opere che io compioโ€.
Non รจ facile per noi capire immediatamente queste parole. I discepoli che interrompono il Signore fanno delle domande smarrite. Non hanno ancora capito, eppure รจ giร  lโ€™ora dellโ€™addio. Sapremo noi capire meglio?

 

 

IV DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 10.1-10) 30 APRILE 2023

IV DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 10.1-10)

IV DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Gv 10.1-10) 30 APRILE

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 10,1-10)
In quel tempo, Gesรน disse: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da unโ€™altra parte, รจ un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยป.
Gesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร  salvato; entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanzaยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesรน si presenta come il Mediatore tra Dio e gli uomini. Egli รจ โ€œla portaโ€ dellโ€™ovile.
Non ci รจ dato di incontrare Dio in modo immediato. Non possiamo stabilire noi il modo in cui comunicare con lui.
Dio si rivela e si dona a noi attraverso il Cristo che vive nella Chiesa. Raggiungiamo la comunione con lui mediante la strumentalitร  della Chiesa in cui รจ presente e opera Cristo.
Gesรน non รจ soltanto il Mediatore del disvelarsi e dellโ€™offrirsi di Dio a noi. รˆ la realtร  stessa del Verbo divino che ci raggiunge, ci illumina con la fede, ci trasforma con la grazia, ci guida con la sua parola, i suoi sacramenti e la sua autoritร .
Egli รจ la โ€œportaโ€ e il โ€œPastoreโ€ che โ€œcammina innanziโ€ alle pecore.
Gesรน, come Buon Pastore, ci conosce per nome, ci ama e per noi offre la propria vita in una dilezione che si spinge sino alla fine.
Noi credenti siamo chiamati ad โ€œascoltare la sua voceโ€ e a โ€œseguirloโ€ senza porre condizioni.
Egli ci reca al โ€œpascoloโ€. รˆ la croce, dopo la quale, perรฒ, giunge la gioia senza limiti e senza fine: una gioia che ha le sue anticipazioni anche nellโ€™esistenza terrena.

 

 

 

 

III DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Lc 24.13-35) 23 APRILE 2023

III DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Lc 24.13-35)

III DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Lc 24.13-35)

III DOMENICA DI PASQUA ANNO A (Lc 24.13-35)

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome รˆmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesรน in persona si avvicinรฒ e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: ยซChe cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?ยป. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clรจopa, gli rispose: ยซSolo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciรฒ che vi รจ accaduto in questi giorni?ยป. Domandรฒ loro: ยซChe cosa?ยป. Gli risposero: ยซCiรฒ che riguarda Gesรน, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autoritร  lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciรฒ, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli รจ vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non lโ€™hanno vistoยป.
Disse loro: ยซStolti e lenti di cuore a credere in tutto ciรฒ che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?ยป. E, cominciando da Mosรจ e da tutti i profeti, spiegรฒ loro in tutte le Scritture ciรฒ che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare piรน lontano. Ma essi insistettero: ยซResta con noi, perchรฉ si fa sera e il giorno รจ ormai al tramontoยป. Egli entrรฒ per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitรฒ la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparรฌ dalla loro vista. Ed essi dissero lโ€™un lโ€™altro: ยซNon ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?ยป.
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: ยซDavvero il Signore รจ risorto ed รจ apparso a Simone!ยป. Ed essi narravano ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lโ€™avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La scena di Emmaus รจ un capolavoro di catechesi liturgica e missionaria. Vi รจ descritto lโ€™itinerario di due discepoli che lasciano Gerusalemme illusi e delusi e vi ritornano per ripartire gioiosi e fiduciosi verso la testimonianza, perchรฉ sono stati incontrati dal Crocifisso-Risorto, spiegazione di tutta la Scrittura e presenza perenne tra i suoi nel sacramento del โ€œpane spezzatoโ€.
Lโ€™inizio del cammino รจ un allontanarsi dal Crocifisso. La crisi della croce sembra aver seppellito ogni speranza. Colui che lโ€™ha fatta nascere, lโ€™ha portata con sรฉ nella tomba. Non bastano voci di donne per farla rinascere. Gesรน raggiunge i due subito a questo inizio e chiede di spartire con loro domande e scandalo.
Ecco la prima tappa, quella del problema posto ad ogni persona dallโ€™evento Gesรน, il Crocifisso.
Lโ€™appello di Cristo ci raggiunge sulla strada della nostra fede incompiuta e della sua domanda.
Gesรน non arriva di faccia, ma da dietro, come dice il testo greco, e cammina a fianco, da forestiero.
Il passaggio al riconoscimento ha bisogno della spiegazione delle Scritture. Solo il Risorto ne รจ lโ€™interprete adeguato.
Il cuore riscaldato e riaperto dal segno della Parola spiegata implora il viatico di un segno piรน intimo, quello del pane spezzato. Gesรน, perรฒ, sparisce.
La Chiesa non puรฒ trattenere Gesรน nella visibilitร  storica di prima. Deve sapere e credere che egli รจ vivo con lei e la vivifica nellโ€™Eucaristia. I discepoli capiscono e tornano a Gerusalemme per condividere con gli apostoli la testimonianza.
Emmaus รจ un capolavoro di dialogo confortante. Emmaus assicura tutti che, quando ascoltano la Scrittura nella liturgia della Parola e partecipano allo spezzare del pane nella liturgia eucaristica, sono realmente incontrati da Cristo e ritrovano fede e speranza.

 

 

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA ANNO A (Gv 20,19-31) 16 APRILE 2023

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA ANNO A (Gv 20,19-31)

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA ANNO A (Gv 20,19-31)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: ยซPace a voi!ยป. Detto questo, mostrรฒ loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesรน disse loro di nuovo: ยซPace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voiยป. Detto questo, soffiรฒ e disse loro: ยซRicevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiยป.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dรฌdimo, non era con loro quando venne Gesรน. Gli dicevano gli altri discepoli: ยซAbbiamo visto il Signore!ยป. Ma egli disse loro: ยซSe non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credoยป.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cโ€™era con loro anche Tommaso. Venne Gesรน, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: ยซPace a voi!ยป. Poi disse a Tommaso: ยซMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!ยป. Gli rispose Tommaso: ยซMio Signore e mio Dio!ยป. Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป.
Gesรน, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perchรฉ crediate che Gesรน รจ il Cristo, il Figlio di Dio, e perchรฉ, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Partecipando al sacrificio della Messa, noi ascoltiamo ogni volta le parole di Cristo che si rivolge agli apostoli: โ€œVi lascio la pace, vi do la mia paceโ€. Inoltre, imploriamo il Signore di concederci โ€œunitร  e pace secondo la sua volontร โ€ e di donare โ€œla pace ai nostri giorniโ€.
Ogni volta che apparve agli apostoli Cristo, dopo aver vinto la morte, augurรฒ la pace, sapendo quanto tutti loro la desiderassero. Nel conferire agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha portato la pace nellโ€™anima inquieta dellโ€™uomo. Lโ€™anima creata da Dio ha nostalgia di Dio. La pace con Dio รจ il fondamento della pace tra gli uomini. Liberato dalla schiavitรน del peccato, lโ€™uomo รจ in pace, ha lโ€™anima in festa, in pace. La pace regna sui cuori puri. รˆ partendo dalla pace interiore, quella del cuore, appoggiandosi ad essa, che si puรฒ stabilire la pace esteriore: in famiglia, fra vicini, in seno alla Chiesa, tra i popoli. Dio chiama tutti gli uomini ad unirsi al suo popolo unico. Il suo desiderio, che รจ di riunire tutti gli uomini in seno ad unโ€™unica comunitร  per salvarli, รจ giร  espresso nellโ€™Antico Testamento.
Gli Ebrei capirono di essere un popolo unico nella lontana notte di Pasqua in cui Dio li separรฒ dagli Egiziani ed indicรฒ loro la Terra promessa.
La Pasqua viene per ricordare questo avvenimento alle generazioni successive: in questo giorno ogni ebreo ha il sentimento di essere di nuovo condotto fuori dallโ€™Egitto per essere salvato. Allo stesso modo, il nuovo popolo di Dio รจ nato il giorno di Pasqua, quando la concordia eterna fu rinnovata e suggellata dal sangue del Figlio di Dio. Questo popolo creato da Cristo รจ precisamente la Chiesa.
Gli uomini assomigliano a piccoli universi, chiusi e segreti. Dio li ha creati cosรฌ. Ciรฒ nonostante, il Creatore ha dato agli uomini anche il gusto di riunirsi in gruppi, di vivere, di lavorare, di creare in comune. Dio ha voluto allo stesso tempo assicurare loro la salvezza in quanto comunitร , la salvezza del suo popolo. Accettare la salvezza promessa da Dio significa nello stesso tempo integrarsi al nuovo popolo riunito da Cristo, in seno al quale tutti usano i medesimi strumenti della grazia, cioรจ i sacramenti, scaturiti dalla Passione di Cristo.
In diversi momenti, il Nuovo Testamento designa Cristo come il volto visibile di Dio, lโ€™immagine del Padre, il suo segno (Col 1,15; Gv 1,18). Cristo รจ come un sacramento che significa e trasmette lโ€™amore del Padre. รˆ un segno carico di significato e di forza di salvezza; in lui si trovano riuniti il perdono del Padre e la filiazione. In questo senso, Cristo appare come il primo sacramento nato dallโ€™amore di Dio, la fonte di tutti i sacramenti. I sacramenti possono esistere solamente perchรฉ in loro Cristo stesso รจ presente ed agisce.
Come una madre premurosa, la Chiesa si sforza di spiritualizzare tutta la vita dei suoi figli e delle sue figlie. Vivere la spiritualitร , provare la pace dellโ€™anima รจ tentare di dare un carattere divino al quotidiano attraverso il flusso di grazie, di sapienza, di sentimenti, di consolazione che viene da Dio. Per ottenere la salvezza, egli ci fa pervenire, in un modo o nellโ€™altro, a raggiungere Cristo. Ci fa camminare la mano nella mano con i figli del popolo di Dio, ci dirige verso un destino comune sotto lโ€™egida di Cristo che si occupa di noi, ci perdona, ci santifica e ci concede la pace.

 

 

DOMENICA DI PASQUA ANNO A RISURREZIONE DEL SIGNORE. (Gv 20.1-9) 9 APRILE 2023

DOMENICA DI PASQUA ANNO A RISURREZIONE DEL SIGNORE. (Gv 20.1-9)

DOMENICA DI PASQUA ANNO A RISURREZIONE DEL SIGNORE. (Gv 20.1-9)

 

DOMENICA DI PASQUA ANNO A RISURREZIONE DEL SIGNORE. (Gv 20.1-9)

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Mร gdala si recรฒ al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andรฒ da Simon Pietro e dallโ€™altro discepolo, quello che Gesรน amava, e disse loro: ยซHanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lโ€™hanno posto!ยป.
Pietro allora uscรฌ insieme allโ€™altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma lโ€™altro discepolo corse piรน veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinรฒ, vide i teli posati lร , ma non entrรฒ.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrรฒ nel sepolcro e osservรฒ i teli posati lร , e il sudario โ€“ che era stato sul suo capo โ€“ non posato lร  con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrรฒ anche lโ€™altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioรจ egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.

***

Sequenza
Alla vittima pasquale,
sโ€™innalzi oggi il sacrificio di lode.
Lโ€™Agnello ha redento il suo gregge,
lโ€™Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.ยซRaccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?ยป.
ยซLa tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, รจ risorto:
precede i suoi in Galileaยป.Sรฌ, ne siamo certi:
Cristo รจ davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietร  di noi.

***

PASQUA DI RESURREZIONE IN VERSI E IN RIMA. Mt 28, 1-10; Mc 16,1-11; Lc 24, 1-12; Gv 20, 1-18

La corsa delle donne in quel giorno lontanoโ€ฆEโ€™ quella che ancor oggi ti fa esser cristiano, perchรฉ รจ su quellโ€™annuncio dato con il fiatone che reggerร  per sempre la nostra religioneโ€ฆ
Sotto la croce, a voi, vi han visto tutti in faccia! Ma lo sapete o no che รจ a noi che dan la caccia? Solo le vostre anime pensate siano meste? Ma se pedinan voi cadran le nostre teste!
Calmati, e non essere cosรฌ duro e impulsivo, lascia loro spiegare questo improvviso arrivo; se son giunte a questโ€™ora, e son cosรฌ eccitateโ€ฆche cosa รจ mai successo? Avanti, su, spiegate!
Parla tu , Maddalena, tu devi raccontare quello che abbiamo visto stamani allโ€™albeggiare; ma tutti voi tacete, sedetevi qui intornoโ€ฆ, non sarร  piรน lo stesso dopo codesto giorno.
Vedemmo il grande masso di lato, ribaltato! Le bende lรฌ per terra, il sudario ripiegatoโ€ฆ Fratelli siate forti, tenetevi i ginocchiโ€ฆ Perchรฉ il sepolcro vuoto han visto i nostri occhi!
E cโ€™erano due Angeli Splendenti tra gli ulivi: โ€“ Non cercate tra i morti colui che รจ tra i vivi! Lui aveva detto un giorno che era necessario morire, esser sepolto avvolto nel sudario.
Capite adesso il nostro tanto eccitato arrivo? Che gioia dirvi che Gesรน รจ risorto! Eโ€™ vivo! Ma un silenzio di gelo seguรฌ queste parole, le donne si sentiranno tremendamente soleโ€ฆ Poi la voce di Pietro infine sciolse i cuori:- Voglio andare a vedereโ€“ e uscรฌ subito fuori. Giovanni balzรฒ in piedi, fu come fulminato:
โ€œGesรน! Ne ero sicuro!โ€, e corse a perdifiato.

DOMENICA DI PASQUA ANNO A RISURREZIONE DEL SIGNORE. (Gv 20.1-9)

RIFLESSIONI

EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI Gv 20,1-9
รˆ la Pasqua di Resurrezione di Gesรน, un momento storico ma pieno di mistero, un fatto inusitato e al solo ripeterlo manda in crisi i piรน increduli. Un Uomo รจ Risorto, ma nessun uomo ha questa facoltร , il potere di disporre della sua vita come desidera. Dโ€™altronde, se un uomo รจ morto non ha alcuna capacitร  nรฉ possibilitร  di decidere come e quale azione compiere.
Lโ€™uomo mortale รจ limitatissimo, basta poco per patire una grave malattia, per smarrire lโ€™onesta identitร , per perdere tutto quello che ha, anche gli affetti piรน assicurati. Chi รจ lโ€™uomo fatto di fango che si muove in questo mondo e pretende di sostituirsi anche a Dio?
Alla prima tribolazione cade precipitosamente e spesso non trova alcun appiglio per rialzarsi. Lโ€™uomo da solo รจ un composto di egoismo, orgoglio e superbia, si illude di poter fare a meno di Gesรน e vive con forte agitazione e crescente apprensione, tanto che la pressione arteriosa รจ sempre piรน alta del normale.
Lโ€™umanitร  รจ poco attenta al fine dellโ€™esistenza, ciรฒ per cui vale la pena vivere e sacrificarsi, essa รจ troppo concentrata sui mezzi che devono produrre necessariamente piaceri incessanti, e se non li trovano in un modo cercano altre condizioni per soddisfare la carne. Proprio la carne si decomporrร  e diventerร  cenere, mentre lโ€™anima vivrร  eternamente ed รจ lโ€™anima nellโ€™aldilร  a dare forma al corpo.
A Gesรน non รจ avvenuto questo, il suo Santissimo Corpo non si รจ decomposto e la sua Anima non ha dovuto dare forma spirituale al Corpo per renderlo visibile. Gesรน รจ Risorto con il suo Corpo autentico, questo รจ lโ€™annuncio che sconvolge tutti, la sua Resurrezione fa tremare tutte le montagne del mondo, a cominciare dalla catena montuosa dellโ€™Himalaya lunga circa 2.400 km dove si trovano le cime piรน alte della terra, come lโ€™Everest (8848 metri), il K2 (8611 metri).
La Resurrezione di Gesรน scompiglia tutti i calcoli umani, capovolge la forza della natura la quale si sottomette a Lui, tutto diventa sottoposto al Figlio dellโ€™Uomo e nessuna cosa puรฒ sentirsi libera dal potere Onnipotente di un Dio che mostra di poter morire nel Corpo di Carne ma di risorgere quando stabilisce, perchรฉ รจ il Signore della Vita.
Gesรน รจ il Vivente, ai suoi nemici รจ apparso debole dopo che aveva dimostrato lโ€™Onnipotenza nel far risorgere i morti, che aveva dominato ogni forma di malattia e aveva comandato anche alla natura sconvolta in una notte di pesca con gli Apostoli tramortiti, di calmarsi, di tacere.
ยซNel frattempo si sollevรฒ una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Gesรน se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora Lo svegliarono e gli dissero: โ€œMaestro, non Tโ€™importa che moriamo?ยป. Destatosi, sgridรฒ il vento e disse al mare: โ€œTaci, calmati!โ€. Il vento cessรฒ e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: โ€œPerchรฉ siete cosรฌ paurosi? Non avete ancora fede?โ€. E furono presi da grande timore e si dicevano lโ€™un lโ€™altro: โ€œChi รจ dunque Costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?โ€ยป (Mc 4,37-41).
I miracoli e lโ€™Onnipotenza di Gesรน che conosciamo dal Vangelo, non sono assolutamente rimasti nel Sepolcro di Giuseppe dโ€™Arimatea, non poteva avvenire perchรฉ il Signore รจ Risorto, รจ vivo come duemila anni fa ma con il suo autentico Corpo glorificato. Infatti dopo la sua Resurrezione per convincere gli Apostoli che veramente era vivo, quindi Risorto, mangiava insieme a loro del pesce, proprio come faceva nei tempi passati.
ยซQuando giร  era lโ€™alba Gesรน si presentรฒ sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesรน. Gesรน disse loro: โ€œFiglioli, non avete nulla da mangiare?โ€. Gli risposero: โ€œNoโ€. Allora disse loro: โ€œGettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteโ€. La gettarono e non potevano piรน tirarla su per la gran quantitร  di pesci. Allora quel discepolo che Gesรน amava disse a Pietro: โ€œรˆ il Signore!โ€. Simon Pietro appena udรฌ che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poichรฉ era spogliato, e si gettรฒ in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesรน: โ€œPortate un poโ€™ del pesce che avete preso or oraโ€. Allora Simon Pietro salรฌ nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrรจ grossi pesci. E benchรฉ fossero tanti, la rete non si spezzรฒ. Gesรน disse loro: โ€œVenite a mangiareโ€. E nessuno dei discepoli osava domandargli: โ€œChi sei?โ€, poichรฉ sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesรน si avvicinรฒ, prese il pane e lo diede a loro, e cosรฌ pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesรน si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai mortiยป (Gv 214-14).
Mi commuovono questi brani, la bontร  di Gesรน รจ indefinibile, non ci sono termini per darle una adeguata valutazione. Fece trovare un fuoco di brace e del pesce che si arrostiva, anche del pane, tutto era comunque un miracolo, tutto apparso dal nulla, come solo un Dio vivo e vero era capace di fare.
La societร  oggi non aiuta a vivere cristianamente e anche i cristiani deboli vengono assorbiti in un vortice di vanitร  e di vita sprecata, perdendo ogni riferimento verso Gesรน per la forza irresistibile delle pressioni esterne che arrivano da moltissime parti.
Molti cristiani non sono piรน convinti che Gesรน รจ vivo, perchรฉ non ne fanno piรน esperienza e nelle difficoltร  non Lo cercano, si rivolgono altroveโ€ฆ Gli innumerevoli peccati che commettono come i grandi peccatori, li indeboliscono sempre piรน e lโ€™anima perde ogni tensione verso Dio. Anche il cristiano diventa un peccatore incallito e puรฒ essere nemico di Gesรน imitando il traditore impiccato.
Non lasciamoci portare via Gesรน dai personaggi che tentano di rubarci lโ€™anima con le loro teorie assurde che interpretano con maestria. Se andiamo a leggere la vita che conduconoโ€ฆ restiamo disgustati. Pubblicamente si mostrano sani e puriโ€ฆ ma il loro intento e farci staccare da Gesรน Risorto.
Non permettiamo a chiunque di distruggere la nostra Fede, la nostra sicura certezza che Gesรน รจ Risorto, รจ vivo e vero.
La Madonna oggi รจ raggiante di gioia per la Risurrezione di Gesรน, e La ricordiamo cosรฌ, anche se il suo Cuore soffre per tutti noi!

DOMENICA DELLE PALME ANNO A. (Mt 21.1-11) 2 APRILE 2023

DOMENICA DELLE PALME ANNO A. (Mt 21.1-11)

DOMENICA DELLE PALME ANNO A. (Mt 21.1-11) 2 APRILE 2023

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,1-11)
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bรจtfage, verso il monte degli Ulivi, Gesรน mandรฒ due discepoli, dicendo loro: ยซAndate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete unโ€™asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirร  qualcosa, rispondete: โ€œIl Signore ne ha bisogno, ma li rimanderร  indietro subitoโ€ยป. Ora questo avvenne perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta: ยซDite alla figlia di Sion: โ€œEcco, a te viene il tuo re, mite, seduto su unโ€™asina e su un puledro, figlio di una bestia da somaโ€ยป.
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesรน: condussero lโ€™asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: ยซOsanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel piรน alto dei cieli!ยป.
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la cittร  fu presa da agitazione e diceva: ยซChi รจ costui?ยป. E la folla rispondeva: ยซQuesti รจ il profeta Gesรน, da Nร zaret di Galileaยป. Parola del Signore.
Imitiamo le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesรน, Re e Signore.

RIFLESSIONI
รˆ allo stesso tempo lโ€™ora della luce e lโ€™ora delle tenebre.
Lโ€™ora della luce, poichรฉ il sacramento del Corpo e del Sangue รจ stato istituito, ed รจ stato detto: โ€œIo sono il pane della vitaโ€ฆ Tutto ciรฒ che il Padre mi dร  verrร  a me: colui che viene a me non lo respingerรฒโ€ฆ E questa รจ la volontร  di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti lโ€™ultimo giornoโ€ (Gv 6,35-39). Come la morte รจ arrivata dallโ€™uomo cosรฌ anche la risurrezione รจ arrivata dallโ€™uomo, il mondo รจ stato salvato per mezzo di lui. Questa รจ la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno รจ penetrato nel suo segreto. Si รจ visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui lโ€™incarnazione demoniaca e disumanizzata del male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un bravโ€™uomo, come molti altri. รˆ stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere รจ accaduto. Giuda doveva venire, perchรฉ altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre lโ€™ha forse allattato perchรฉ si dicesse di lui: โ€œSarebbe stato meglio per quellโ€™uomo se non fosse mai nato!โ€? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete dโ€™argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perchรฉ la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo รจ diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restรฒ a Giuda che la corda per impiccarsi. Perchรฉ nessuno si รจ interessato al pentimento di Giuda? Gesรน lโ€™ha chiamato โ€œamicoโ€. รˆ veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinchรฉ sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora piรน nero, e il tradimento piรน ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora lโ€™averlo chiamato โ€œamicoโ€? Lโ€™amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinchรฉ si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, nรฉ quello del rimorso che da solo non puรฒ cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarร  piรน โ€œcompliceโ€ di nessuno.

 

 

V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 11.1-45) 26 MARZO 2023

V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 11.1-45)

 

V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 11.1-45)

 
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,1-45)
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betร nia, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugรฒ i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesรน: ยซSignore, ecco, colui che tu ami รจ malatoยป.Allโ€™udire questo, Gesรน disse: ยซQuesta malattia non porterร  alla morte, ma รจ per la gloria di Dio, affinchรฉ per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificatoยป. Gesรน amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentรฌ che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: ยซAndiamo di nuovo in Giudea!ยป. I discepoli gli dissero: ยซRabbรฌ, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?ยป. Gesรน rispose: ยซNon sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perchรฉ vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perchรฉ la luce non รจ in luiยป.Disse queste cose e poi soggiunse loro: ยซLazzaro, il nostro amico, sโ€™รจ addormentato; ma io vado a svegliarloยป. Gli dissero allora i discepoli: ยซSignore, se si รจ addormentato, si salverร ยป. Gesรน aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesรน disse loro apertamente: ยซLazzaro รจ morto e io sono contento per voi di non essere stato lร , affinchรฉ voi crediate; ma andiamo da lui!ยป. Allora Tommaso, chiamato Dรฌdimo, disse agli altri discepoli: ยซAndiamo anche noi a morire con lui!ยป.Quando Gesรน arrivรฒ, trovรฒ Lazzaro che giร  da quattro giorni era nel sepolcro. Betร nia distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udรฌ che veniva Gesรน, gli andรฒ incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesรน: ยซSignore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederร ยป. Gesรน le disse: ยซTuo fratello risorgerร ยป. Gli rispose Marta: ยซSo che risorgerร  nella risurrezione dellโ€™ultimo giornoยป. Gesรน le disse: ยซIo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrร ; chiunque vive e crede in me, non morirร  in eterno. Credi questo?ยป. Gli rispose: ยซSรฌ, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondoยป.Dette queste parole, andรฒ a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: ยซIl Maestro รจ qui e ti chiamaยป. Udito questo, ella si alzรฒ subito e andรฒ da lui. Gesรน non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora lร  dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.Quando Maria giunse dove si trovava Gesรน, appena lo vide si gettรฒ ai suoi piedi dicendogli: ยซSignore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!ยป. Gesรน allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandรฒ: ยซDove lo avete posto?ยป. Gli dissero: ยซSignore, vieni a vedere!ยป. Gesรน scoppiรฒ in pianto. Dissero allora i Giudei: ยซGuarda come lo amava!ยป. Ma alcuni di loro dissero: ยซLui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sรฌ che costui non morisse?ยป.Allora Gesรน, ancora una volta commosso profondamente, si recรฒ al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesรน: ยซTogliete la pietra!ยป. Gli rispose Marta, la sorella del morto: ยซSignore, manda giร  cattivo odore: รจ lรฌ da quattro giorniยป. Le disse Gesรน: ยซNon ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?ยป. Tolsero dunque la pietra. Gesรน allora alzรฒ gli occhi e disse: ยซPadre, ti rendo grazie perchรฉ mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma lโ€™ho detto per la gente che mi sta attorno, perchรฉ credano che tu mi hai mandatoยป. Detto questo, gridรฒ a gran voce: ยซLazzaro, vieni fuori!ยป. Il morto uscรฌ, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesรน disse loro: ยซLiberร telo e lasciร telo andareยป.Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciรฒ che egli aveva compiuto, credettero in lui. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il racconto della risurrezione di Lazzaro รจ una delle โ€œstorie di segniโ€ che racconta san Giovanni. Si tratta qui di presentare Gesรน, vincitore della morte. Il racconto culmina nella frase di Gesรน su se stesso: โ€œIo sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non morrร  in eternoโ€ (vv. 25-26).
Che Dio abbia il potere di vincere la morte, รจ giร  la convinzione dei racconti tardivi dellโ€™Antico Testamento. La visione che ha Ezechiele della risurrezione delle ossa secche โ€“ immagine del ristabilimento di Israele dopo la catastrofe dellโ€™esilio babilonese โ€“ presuppone questa fede (Ez 37,1-14). Nella sua โ€œApocalisseโ€, Isaia si aspetta che Dio sopprima la morte per sempre, che asciughi le lacrime su tutti i volti (Is 25,8). E, per concludere, il libro di Daniele prevede che i morti si risveglino โ€“ alcuni per la vita eterna, altri per lโ€™orrore eterno (Dn 12,2). Ma il nostro Vangelo va oltre questa speranza futura, perchรฉ vede giร  date in Gesรน โ€œla risurrezione e la vitaโ€ che sono cosรฌ attuali. Colui che crede in Gesรน ha giร  una parte di questi doni della fine dei tempi. Egli possiede una โ€œvita senza fineโ€ che la morte fisica non puรฒ distruggere. In Gesรน, rivelazione di Dio, la salvezza รจ presente, e colui che รจ associato a lui non puรฒ piรน essere consegnato alle potenze della morte.

 

 

IV DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ LAETARE ANNO A (Gv 9.1-41). 19 MARZO 2023

IV DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ LAETARE ANNO A (Gv 9.1-41).

IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE ANNO A (Gv 9.1-41).IV DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ LAETARE ANNO A (Gv 9.1-41).

 

IV DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ LAETARE ANNO A (Gv 9.1-41).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 9,1-41)
In quel tempo, Gesรน passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: ยซRabbรฌ, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perchรฉ sia nato cieco?ยป. Rispose Gesรน: ยซNรฉ lui ha peccato nรฉ i suoi genitori, ma รจ perchรฉ in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finchรฉ รจ giorno; poi viene la notte, quando nessuno puรฒ agire. Finchรฉ io sono nel mondo, sono la luce del mondoยป.
Detto questo, sputรฒ per terra, fece del fango con la saliva, spalmรฒ il fango sugli occhi del cieco e gli disse: ยซVaโ€™ a lavarti nella piscina di Sรฌloeยป, che significa โ€œInviatoโ€. Quegli andรฒ, si lavรฒ e tornรฒ che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perchรฉ era un mendicante, dicevano: ยซNon รจ lui quello che stava seduto a chiedere lโ€™elemosina?ยป. Alcuni dicevano: ยซรˆ luiยป; altri dicevano: ยซNo, ma รจ uno che gli assomigliaยป. Ed egli diceva: ยซSono io!ยป. Allora gli domandarono: ยซIn che modo ti sono stati aperti gli occhi?ยป. Egli rispose: ยซLโ€™uomo che si chiama Gesรน ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: โ€œVaโ€™ a Sรฌloe e lร vati!โ€. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vistaยป. Gli dissero: ยซDovโ€™รจ costui?ยป. Rispose: ยซNon lo soยป.
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesรน aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: ยซMi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedoยป. Allora alcuni dei farisei dicevano: ยซQuestโ€™uomo non viene da Dio, perchรฉ non osserva il sabatoยป. Altri invece dicevano: ยซCome puรฒ un peccatore compiere segni di questo genere?ยป. E cโ€™era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: ยซTu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?ยป. Egli rispose: ยซรˆ un profeta!ยป. Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finchรฉ non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: ยซรˆ questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?ยป. I genitori di lui risposero: ยซSappiamo che questo รจ nostro figlio e che รจ nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha lโ€™etร , parlerร  lui di sรฉยป. Questo dissero i suoi genitori, perchรฉ avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano giร  stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: ยซHa lโ€™etร : chiedetelo a lui!ยป.
Allora chiamarono di nuovo lโ€™uomo che era stato cieco e gli dissero: ยซDaโ€™ gloria a Dio! Noi sappiamo che questโ€™uomo รจ un peccatoreยป. Quello rispose: ยซSe sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedoยป. Allora gli dissero: ยซChe cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?ยป. Rispose loro: ยซVe lโ€™ho giร  detto e non avete ascoltato; perchรฉ volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?ยป. Lo insultarono e dissero: ยซSuo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosรจ! Noi sappiamo che a Mosรจ ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove siaยป. Rispose loro quellโ€™uomo: ยซProprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontร , egli lo ascolta. Da che mondo รจ mondo, non si รจ mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nullaยป. Gli replicarono: ยซSei nato tutto nei peccati e insegni a noi?ยป. E lo cacciarono fuori.
Gesรน seppe che lโ€™avevano cacciato fuori; quando lo trovรฒ, gli disse: ยซTu, credi nel Figlio dellโ€™uomo?ยป. Egli rispose: ยซE chi รจ, Signore, perchรฉ io creda in lui?ยป. Gli disse Gesรน: ยซLo hai visto: รจ colui che parla con teยป. Ed egli disse: ยซCredo, Signore!ยป. E si prostrรฒ dinanzi a lui. Gesรน allora disse: ยซรˆ per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perchรฉ coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechiยป. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: ยซSiamo ciechi anche noi?ยป. Gesรน rispose loro: ยซSe foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: โ€œNoi vediamoโ€, il vostro peccato rimaneยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
IV DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ LAETARE ANNO A (Gv 9.1-41).

La โ€œluceโ€ รจ uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non รจ senza motivo che la luce รจ stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos (Gen 1,3-5). Ecco la professione di fede dellโ€™autore dei Salmi: โ€œIl Signore รจ mia luce e mia salvezza, di chi avrรฒ paura?โ€ (Sal 28,1). E il profeta dice: โ€œAlzati, Gerusalemme, rivestiti di luce, perchรฉ viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di teโ€ (Is 60,1). Non bisogna quindi stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesรน il simbolo della luce. Giร  il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: โ€œIn lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lโ€™hanno accoltaโ€ (Gv 1,4-5). La luce รจ ciรฒ che rischiara lโ€™oscuritร , ciรฒ che libera dalla paura che ispirano le tenebre, ciรฒ che dร  un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non cโ€™รจ vita.
Il racconto della guarigione del cieco รจ una โ€œstoria di segniโ€ caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesรน รจ โ€œla luce del mondoโ€ (v. 5, cf. 8, 12), che egli รจ la rivelazione in persona e la salvezza di Dio โ€“ offerte a tutti.

 

 

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 4.5-42) 12 MARZO 2023

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 4.5-42)

 

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 4.5-42

Gesรน affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesรน: ยซDammi da bereยป.

ยซChiunque beve di questโ€™acqua avrร  di nuovo sete; ma chi berrร  dellโ€™acqua che io gli darรฒ, non avrร  piรน sete in eterno. Anzi, lโ€™acqua che io gli darรฒ diventerร  in lui una sorgente dโ€™acqua che zampilla per la vita eternaยป.

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Gv 4.5-42

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 4,5-42)
In quel tempo, Gesรน giunse a una cittร  della Samarรฌa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui cโ€™era un pozzo di Giacobbe. Gesรน dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesรน: ยซDammi da bereยป. I suoi discepoli erano andati in cittร  a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: ยซCome mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?ยป. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesรน le risponde: ยซSe tu conoscessi il dono di Dio e chi รจ colui che ti dice: โ€œDammi da bere!โ€, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua vivaยป. Gli dice la donna: ยซSignore, non hai un secchio e il pozzo รจ profondo; da dove prendi dunque questโ€™acqua viva? Sei tu forse piรน grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?ยป.
Gesรน le risponde: ยซChiunque beve di questโ€™acqua avrร  di nuovo sete; ma chi berrร  dellโ€™acqua che io gli darรฒ, non avrร  piรน sete in eterno. Anzi, lโ€™acqua che io gli darรฒ diventerร  in lui una sorgente dโ€™acqua che zampilla per la vita eternaยป. ยซSignore โ€“ gli dice la donna โ€“, dammi questโ€™acqua, perchรฉ io non abbia piรน sete e non continui a venire qui ad attingere acquaยป. Le dice: ยซVaโ€™ a chiamare tuo marito e ritorna quiยป. Gli risponde la donna: ยซIo non ho maritoยป. Le dice Gesรน: ยซHai detto bene: โ€œIo non ho maritoโ€. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non รจ tuo marito; in questo hai detto il veroยป.
Gli replica la donna: ยซSignore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che รจ a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorareยป. Gesรน le dice: ยซCredimi, donna, viene lโ€™ora in cui nรฉ su questo monte nรฉ a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciรฒ che non conoscete, noi adoriamo ciรฒ che conosciamo, perchรฉ la salvezza viene dai Giudei. Ma viene lโ€™ora โ€“ ed รจ questa โ€“ in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e veritร : cosรฌ infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio รจ spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e veritร ยป. Gli rispose la donna: ยซSo che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrร , ci annuncerร  ogni cosaยป. Le dice Gesรน: ยซSono io, che parlo con teยป.
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: ยซChe cosa cerchi?ยป, o: ยซDi che cosa parli con lei?ยป. La donna intanto lasciรฒ la sua anfora, andรฒ in cittร  e disse alla gente: ยซVenite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?ยป. Uscirono dalla cittร  e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: ยซRabbรฌ, mangiaยป. Ma egli rispose loro: ยซIo ho da mangiare un cibo che voi non conosceteยป. E i discepoli si domandavano lโ€™un lโ€™altro: ยซQualcuno gli ha forse portato da mangiare?ยป. Gesรน disse loro: ยซIl mio cibo รจ fare la volontร  di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che giร  biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perchรฉ chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e lโ€™altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciรฒ per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro faticaยป.
Molti Samaritani di quella cittร  credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: ยซMi ha detto tutto quello che ho fattoยป. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase lร  due giorni. Molti di piรน credettero per la sua parola e alla donna dicevano: ยซNon รจ piรน per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perchรฉ noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi รจ veramente il salvatore del mondoยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La conversazione di Gesรน con la Samaritana si svolge sul tema dell'โ€acqua vivaโ€. Questโ€™acqua รจ indispensabile alla vita, e non รจ sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccitร , essa sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dellโ€™uomo in un senso piรน generale.
Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. รˆ questa la convinzione dellโ€™antico Israele come della giovane comunitร  cristiana. E lโ€™autore dei Salmi parla cosรฌ al suo Dio: โ€œรˆ in te la sorgente della vitaโ€ (Sal 036,10). Ecco la sua professione di fede: โ€œCome la cerva anela ai corsi dโ€™acqua, cosรฌ lโ€™anima mia anela a te, o Dioโ€ (Sal 042,2). La salvezza che Dio porta viene espressa con lโ€™immagine della sorgente che zampilla sotto lโ€™entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez 47,1-12). Gesรน vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. โ€œIo, sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanzaโ€ (Gv 10,10).

 

 

5 MARZO 2023

II DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Mt 17.1-9)

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 17,1-9)
In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป.
Allโ€™udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Nelle Scritture, la montagna รจ sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mosรจ (Es 19) e Elia (1Re 19) che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mosรจ venne trasfigurato da quellโ€™incontro: โ€œQuando Mosรจ scese dal monte Sinai โ€“ le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosรจ mentre egli scendeva dal monte โ€“ non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poichรฉ aveva conversato con il Signoreโ€ (Es 34,29). La magnificenza della rivelazione divina si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della parola di Dio.
Gesรน si mette a brillare come il sole sotto gli occhi di tre discepoli: questo lo individua come colui che รจ lโ€™ultimo a rivelare Dio, come colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ciรฒ รจ sottolineato ancor piรน dal fatto che Mosรจ ed Elia appaiono e si intrattengono con lui.
Essi rappresentano la legge e i profeti, cioรจ la rivelazione divina prima di Gesรน. Gesรน รจ lโ€™ultima manifestazione di Dio. รˆ quello che dimostra la nube luminosa โ€“ luogo della presenza divina (come in Es 19) โ€“ da dove una voce designa Gesรน come il servitore regale di Dio (combinazione del salmo 2, 7 e di Isaia 42, 1). A ciรฒ si aggiunge, in riferimento a Deuteronomio 18, 15, lโ€™esortazione ad ascoltare Gesรน, ad ascoltare soprattutto il suo insegnamento morale

 

 

26 FEBBRAIO 202

I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Mt 4.1-11)

 

I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A (Mt 4.1-11)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,1-11)
In quel tempo, Gesรน fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinรฒ e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, diโ€™ che queste pietre diventino paneยป. Ma egli rispose: ยซSta scritto: โ€œNon di solo pane vivrร  lโ€™uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioโ€ยป.
Allora il diavolo lo portรฒ nella cittร  santa, lo pose sul punto piรน alto del tempio e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, gรจttati giรน; sta scritto infatti: โ€œAi suoi angeli darร  ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perchรฉ il tuo piede non inciampi in una pietraโ€ยป. Gesรน gli rispose: ยซSta scritto anche: โ€œNon metterai alla prova il Signore Dio tuoโ€ยป.
Di nuovo il diavolo lo portรฒ sopra un monte altissimo e gli mostrรฒ tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: ยซTutte queste cose io ti darรฒ se, gettandoti ai miei piedi, mi adoreraiยป. Allora Gesรน gli rispose: ยซVร ttene, satana! Sta scritto infatti: โ€œIl Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai cultoโ€ยป.
Allora il diavolo lo lasciรฒ, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesรน viene presentato come il nuovo Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione. Ma egli รจ anche il rappresentante del nuovo Israele che, contrariamente al popolo di Dio durante la traversata del deserto che durรฒ quarantโ€™anni, rimette radicalmente la sua vita nelle mani di Dio โ€“ mentre il popolo regolarmente rifiutava di essere condotto da Dio.
In ognuno dei tre tentativi di seduzione, si tratta della fiducia in Dio. Si dice, nel Deuteronomio (Dt 6,4): โ€œAscolta, Israele: Il Signore รจ il nostro Dio, il Signore รจ uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta lโ€™anima e con tutte le forzeโ€. Significa esigere che Dio sia il solo ad essere amato da Israele, il solo di cui fidarsi. Ciรฒ significa anche rinunciare alla propria potenza, a โ€œdiventare come Dioโ€ (Gen 3,5).
A tre riprese, Satana tenta Gesรน a servirsi del suo potere: della sua facoltร  di fare miracoli (v. 3), della potenza della sua fede che pretenderebbe obbligare Dio (v. 6), della dominazione del mondo sottomettendosi a Satana e al suo governo di violenza (v. 9). Gesรน resiste perchรฉ Dio รจ nel cuore della sua esistenza, perchรฉ egli vive grazie alla sua parola (v. 4), perchรฉ egli ha talmente fiducia in lui che non vuole attentare alla sua sovranitร  nรฉ alla sua libertร  (v. 7), perchรฉ egli sa di essere impegnato esclusivamente a servirlo (v. 10).

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5.38-48) 19 FEBBRAIO 2023

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5.38-48) 19 FEBBRAIO 2023

 

 
Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno cosรฌ anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cosรฌ anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come รจ perfetto il Padre vostro celesteยป (Mt 5,38-48). Parola del Signore.
 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,38-48)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซAvete inteso che fu detto: โ€œOcchio per occhio e dente per denteโ€. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dร  uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche lโ€™altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerร  ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Daโ€™ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: โ€œAmerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemicoโ€. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchรฉ siate figli del Padre vostro che รจ nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno cosรฌ anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cosรฌ anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come รจ perfetto il Padre vostro celesteยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesรน Cristo, Dio-con-noi e umanitร  nuova, insegna ai suoi discepoli il comandamento dellโ€™amore, la nuova legge del Vangelo che sostituisce per sempre la legge pagana del vecchio uomo: โ€œAmerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemicoโ€.
Il nostro spirito trema sentendo le esigenze di questo nuovo comandamento. Non รจ forse piรน facile aggredire chi ci aggredisce e amare chi ci ama? Forse รจ a questo che ci spingerebbero i nostri sensi, รจ questa la voce dellโ€™anima umiliata non ancora raggiunta dalla luce del Dio di Gesรน Cristo, del solo vero Dio. Ecco perchรฉ lโ€™amore di caritร  รจ un precetto insolito, che apre ad un nuovo orizzonte antropologico la civiltร  antica e ogni civiltร  umana possibile.
Visto da questo orizzonte, lโ€™uomo, ogni uomo, appare creato a immagine e somiglianza di Dio e non piรน formato secondo una natura disuguale e arbitraria, come invece credevano i pagani. Liberato dai suoi peccati grazie allโ€™azione redentrice di Cristo e rinnovato dallโ€™azione dello Spirito, lโ€™uomo, ogni uomo, รจ il tempio in cui risplende lo Spirito di Dio. Dio ama lโ€™uomo per se stesso, a tal punto che consegna alla morte suo Figlio.
Dal momento che Dio ci ama in questo modo e ci ha fatti partecipi del suo amore, noi non possiamo che perdonare il nostro prossimo e aiutarlo perchรฉ viva e si sviluppi.

12 FEBBRAIO 2023

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5.17-37) 12 FEBBRAIO 2023

 

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5.17-37)

 

 

 

 

147. Reflexรฃo para o 6ยบ domingo do tempo comum - Mt 5, 17-37 (Ano A)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,17-37)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNon crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In veritร  io vi dico: finchรฉ non siano passati il cielo e la terra, non passerร  un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirร  uno solo di questi minimi precetti e insegnerร  agli altri a fare altrettanto, sarร  considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverร  e li insegnerร , sarร  considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererร  quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: โ€œNon ucciderai; chi avrร  ucciso dovrร  essere sottoposto al giudizioโ€. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrร  essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: โ€œStupidoโ€, dovrร  essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: โ€œPazzoโ€, sarร  destinato al fuoco della Geรจnna.
Se dunque tu presenti la tua offerta allโ€™altare e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lรฌ il tuo dono davanti allโ€™altare, vaโ€™ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto dโ€™accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perchรฉ lโ€™avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In veritร  io ti dico: non uscirai di lร  finchรฉ non avrai pagato fino allโ€™ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: โ€œNon commetterai adulterioโ€. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร  commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti รจ motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geรจnna. E se la tua mano destra ti รจ motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geรจnna.
Fu pure detto: โ€œChi ripudia la propria moglie, le dia lโ€™atto del ripudioโ€. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone allโ€™adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: โ€œNon giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramentiโ€. Ma io vi dico: non giurate affatto, nรฉ per il cielo, perchรฉ รจ il trono di Dio, nรฉ per la terra, perchรฉ รจ lo sgabello dei suoi piedi, nรฉ per Gerusalemme, perchรฉ รจ la cittร  del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perchรฉ non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: โ€œsรฌ, sรฌโ€, โ€œno, noโ€; il di piรน viene dal Malignoยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Lโ€™ideale religioso degli Ebrei devoti consisteva nellโ€™osservare la legge, attraverso la quale si realizzava la volontร  di Dio. Meditare, adempiere la legge, era per lโ€™Israelita la sua โ€œereditร โ€, โ€œuna lampada per i suoi passiโ€, suo โ€œrifugioโ€, la sua โ€œpaceโ€ (cf. Sal 119).
Gesรน รจ la pienezza della legge perchรฉ egli รจ la parola definitiva del Padre (Eb 1,1). Paolo ci dice che โ€œchi ama il suo simile ha adempiuto la leggeโ€ฆ Pieno compimento della legge รจ lโ€™amoreโ€ (Rm 13,8-10).
Ed รจ anche in questo senso che Gesรน รจ la pienezza di ogni parola che esce dalla bocca di Dio: โ€œPerchรฉ Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenitoโ€ฆ perchรฉ il mondo si salvi per mezzo di luiโ€ (Gv 3,16-17).
Il cristiano รจ prima di tutto il discepolo di Gesรน, non colui che adempie la legge. I farisei erano ossessionati dalla realizzazione letterale e minuziosa della legge; ma ne avevano completamente perso lo spirito. Di qui la parola di Gesรน: โ€œSe la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei fariseiโ€ฆโ€.
Lโ€™amore non รจ prima di tutto un sentimento diffuso per fare sempre quello di cui abbiamo voglia, ma al contrario il motore del servizio del prossimo, secondo i disegni divini. Ed รจ per questo che Gesรน enumera sei casi della vita quotidiana la riconciliazione con il prossimo, non adirarsi, non insultare nessuno, non commettere adulterio neanche nel desiderio, evitare il peccato anche se vi si รจ affezionati come al proprio occhio o alla propria mano destra, non divorziare da un matrimonio validoโ€ฆ
Il contrasto con i criteri che reggono il mondo attuale non potrebbe essere maggiore. Per quali valori i cristiani scommetterebbero? Ancora una volta siamo confortati dalla affermazione di Cristo: โ€œIl cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passerannoโ€ (Mt 24,35).

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5.13-16) 5 FEBBRAIO 2023

Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซVoi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderร  salato? A nullโ€™altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non puรฒ restare nascosta una cittร  che sta sopra un monte, nรฉ si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e cosรฌ fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Cosรฌ risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchรฉ vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che รจ nei cieliยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Se metto un grosso cucchiaio di sale nella zuppa, sarร  immangiabile. Ce ne vuole solo un pizzico, che basta ad insaporirla. O, senza utilizzare unโ€™immagine, anche se non ci sono che pochi uomini a sopportare con buon umore, bontร  e indulgenza le debolezze del loro prossimo (e le loro, in piรน!), a non essere solo preoccupati di imporsi, di perseguire i propri scopi e i propri interessi, questo pugno di uomini ha la possibilitร  di cambiare il proprio ambiente, contribuendo a che il nostro mondo resti umano. Il nostro mondo sarebbe povero, inumano e freddo se non ci fossero uomini che danno prova di questa cordialitร  e di questa generositร  spontanee.
Essere il sale della terra: siamo abbastanza fiduciosi per credere al carattere contagioso della bontร ? O ci accontentiamo di temere il potere contagioso del male? Un pizzico di sale basta a dare gusto a tutto un piatto.
Ognuno di noi, anche se si sente isolato, ha la fortuna di poter cambiare il clima che lo circonda! Gesรน ci crede capaci: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo! Lo siamo?

 

 

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5,1-12)

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5,1-12)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesรน salรฌ sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
ยซBeati i poveri in spirito,
perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perchรฉ saranno consolati.
Beati i miti,
perchรฉ avranno in ereditร  la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perchรฉ saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perchรฉ troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perchรฉ vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perchรฉ saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perchรฉ grande รจ la vostra ricompensa nei cieli. Cosรฌ infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voiยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il tema รจ la consolazione dopo la desolazione. โ€œBeati gli afflitti perchรฉ saranno consolatiโ€ รจ una delle beatitudini; san Paolo nella lettera ai Corinzi porta lโ€™esempio di se stesso: รจ appena passato attraverso una grande tribolazione, tanto che piรน avanti dirร  che disperava perfino della vita, ma in questa tribolazione ha ricevuto la consolazione di Dio e ora lo benedice: โ€œSia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesรน Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazioneโ€. E un messaggio di gioia e di consolazione molto prezioso.
Perรฒ dobbiamo renderci conto che la condizione per essere consolati รจ proprio di accettare prima la tribolazione, la desolazione: Dio non puรฒ consolare se non quelli che sono desolati.
Questo รจ il senso di tutte le beatitudini. รˆ necessaria una situazione negativa, perchรฉ Dio in essa possa compiere la sua opera positiva. โ€œBeati gli afflitti non coloro che sono nella felicitร , nella gioia beati gli afflitti perchรฉ saranno consolatiโ€. E san Paolo: โ€œCome abbondano le sofferenze di Cristo in noi, cosรฌ, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazioneโ€. Bisogna lottare con Dio nella desolazione per ricevere la vittoria, la consolazione divina, perchรฉ non cโ€™รจ vittoria senza combattimento. Impariamo dunque a vedere la desolazione come condizione per ricevere la gioia divina.
Certo, la desolazione pesa ed รจ insieme una tentazione di non credere piรน a Dio, di non aver fiducia, quando invece Dio in quella circostanza vuol consolarci, e ci consola se lottiamo con lui, rimanendo fermi nella fede e nella speranza.
Lottare come? Lottare nella preghiera, una preghiera difficile, perchรฉ nella vera desolazione non cโ€™รจ piรน voglia di pregare, ma una preghiera intensa, vera, fatta rimanendo vicino alla croce di Gesรน. Allora le nostre sofferenze diventano veramente โ€œle sofferenze di Cristo in noiโ€, preludio della vittoria e della consolazione, che ci fa cantare: โ€œGustate e vedete quanto รจ buono il Signore!โ€. Soltanto dopo la vittoria si puรฒ avere la certezza gioiosa e beatificante della bontร  di Dio.
In san Paolo lโ€™esperienza della tribolazione e della consolazione รจ una esperienza apostolica: โ€œQuando siamo tribolati, รจ per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, รจ per la vostra consolazioneโ€ perchรฉ combattimento e vittoria egli li vive per diffondere e consolidare la fede. E la consolazione โ€œsi dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamoโ€. E dunque un cammino che egli traccia per tutti i fedeli, da vero Apostolo.
Domandiamo al Signore la luce per capire il valore delle tribolazioni e lโ€™aiuto a rimanere, nelle prove, fermi nella fede, fermi accanto alla croce di Cristo, finchรฉ giunga la vittoria, nella consolazione divina.

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5,1-12)

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A (Mt 5,1-12)

 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesรน salรฌ sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
ยซBeati i poveri in spirito,
perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perchรฉ saranno consolati.
Beati i miti,
perchรฉ avranno in ereditร  la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perchรฉ saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perchรฉ troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perchรฉ vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perchรฉ saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perchรฉ grande รจ la vostra ricompensa nei cieli. Cosรฌ infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voiยป. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il tema รจ la consolazione dopo la desolazione. โ€œBeati gli afflitti perchรฉ saranno consolatiโ€ รจ una delle beatitudini; san Paolo nella lettera ai Corinzi porta lโ€™esempio di se stesso: รจ appena passato attraverso una grande tribolazione, tanto che piรน avanti dirร  che disperava perfino della vita, ma in questa tribolazione ha ricevuto la consolazione di Dio e ora lo benedice: โ€œSia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesรน Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazioneโ€. E un messaggio di gioia e di consolazione molto prezioso.
Perรฒ dobbiamo renderci conto che la condizione per essere consolati รจ proprio di accettare prima la tribolazione, la desolazione: Dio non puรฒ consolare se non quelli che sono desolati.
Questo รจ il senso di tutte le beatitudini. รˆ necessaria una situazione negativa, perchรฉ Dio in essa possa compiere la sua opera positiva. โ€œBeati gli afflitti non coloro che sono nella felicitร , nella gioia beati gli afflitti perchรฉ saranno consolatiโ€. E san Paolo: โ€œCome abbondano le sofferenze di Cristo in noi, cosรฌ, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazioneโ€. Bisogna lottare con Dio nella desolazione per ricevere la vittoria, la consolazione divina, perchรฉ non cโ€™รจ vittoria senza combattimento. Impariamo dunque a vedere la desolazione come condizione per ricevere la gioia divina.
Certo, la desolazione pesa ed รจ insieme una tentazione di non credere piรน a Dio, di non aver fiducia, quando invece Dio in quella circostanza vuol consolarci, e ci consola se lottiamo con lui, rimanendo fermi nella fede e nella speranza.
Lottare come? Lottare nella preghiera, una preghiera difficile, perchรฉ nella vera desolazione non cโ€™รจ piรน voglia di pregare, ma una preghiera intensa, vera, fatta rimanendo vicino alla croce di Gesรน. Allora le nostre sofferenze diventano veramente โ€œle sofferenze di Cristo in noiโ€, preludio della vittoria e della consolazione, che ci fa cantare: โ€œGustate e vedete quanto รจ buono il Signore!โ€. Soltanto dopo la vittoria si puรฒ avere la certezza gioiosa e beatificante della bontร  di Dio.
In san Paolo lโ€™esperienza della tribolazione e della consolazione รจ una esperienza apostolica: โ€œQuando siamo tribolati, รจ per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, รจ per la vostra consolazioneโ€ perchรฉ combattimento e vittoria egli li vive per diffondere e consolidare la fede. E la consolazione โ€œsi dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamoโ€. E dunque un cammino che egli traccia per tutti i fedeli, da vero Apostolo.
Domandiamo al Signore la luce per capire il valore delle tribolazioni e lโ€™aiuto a rimanere, nelle prove, fermi nella fede, fermi accanto alla croce di Cristo, finchรฉ giunga la vittoria, nella consolazione divina.